Nonostante gli sforzi per l’inclusività, Riot Games ha ammesso di aver censurato alcuni elementi in alcuni Paesi del mondo. In particolare è stato ridimensionato il personaggio di K’Sante, il primo campione di colore apertamente gay di League of Legends.
A rivelarlo è proprio produttore esecutivo di League of Legends, Jeremy Lee, che ai microfoni di Sky News ha ammesso che la società ha sostituito alcune parole come “amante” o “partner” nei Paesi più ostili ai diritti LGBTQ+. Lee si è detto “molto orgoglioso” del personaggio di K’Sante, il primo campione del gioco ad avere una sessualità ben connotata.
League of Legends: K’Sante è gay, ma non in tutti i Paesi
Nel corso dell’intervista Lee ha dichiarato che “ogni regione può gestire la storia del personaggio a seconda di ciò che ritiene sia meglio per i giocatori”. Pressato da Sky News, il direttore creativo ha ammesso che Riot adatta i propri personaggi ai costumi dei diversi mercati.
L’ammissione non è stata molto apprezzata dagli utenti in rete. Ad esempio Ben Austwick, gamer e streamer di League of Legends su Twitch, ha detto a Sky News di essere “triste, ma non sorpreso”. Austwick ha poi aggiunto:
“I videogiochi fanno parte della cultura e dovrebbero essere in prima linea nello spostare in avanti i confini. Ciò è importante soprattutto nei luoghi in cui l’oppressione contro i movimenti LGBT+ è più radicata. Tutto questo è triste e dimostra che per le aziende non c’è niente di più importante che fare più soldi“.
K’Sante è stato introdotto su League of Legends il 3 novembre, insieme ad una nuova skin co-progettata dal rapper Lil Nas X, da uno degli artisti paladini dei diritti LGBTQ+.
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