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La storia di Max Payne: dalle origini al declino del franchise

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Nelle scorse ore i ragazzi di Remedy hanno confermato che è attualmente in sviluppo un remake dei primi due capitoli di Max Payne, due titoli sparatutto in terza persona che hanno lasciato il segno nel cuore di numerosi giocatori, quando uscirono ormai più di vent’anni fa. Per l’occasione ripercorriamo la storia di Max Payne, dalle origini fino allo stop del franchise.

La storia di Max Payne: le origini

Il primo capitolo del franchise è uscito, come vi abbiamo anticipato, nel 2001, dopo un lungo sviluppo avvenuto all’interno degli studi di Remedy. Il gioco originariamente uscì soltanto su PC, per poi approdare in un secondo momento anche su console, più nello specifico su PlayStation 2, Xbox e Game Boy Advanced con l’aiuto di Rockstar Games, che ha fatto da publisher per la software house finlandese.

La trama era tanto semplice quanto efficace: l’agente di polizia Max Payne è in cerca di vendetta per la morte della moglie e la figlia, uccise da un gruppo di criminali sotto l’effetto di una potente droga sintetica. Da questo evento iniziale si scatenano una serie di episodi a catena, che vedranno Max alle prese con l’organizzazione criminale Valchiria e poi con i suoi stessi colleghi, dato che viene incastrato per la morte di un poliziotto.

Le peripezie dell’agente lo porteranno a prendere contatti con la mafia russa e con un organizzazione segreta chiamata Circolo Interno, per il quale si troverà a dover svolgere dei lavori sporchi per ripulire il suo nome. Molto presenti in questo gioco sono i riferimenti alla mitologia norrena, un po’ il marchio di fabbrica di Remedy, come abbiamo visto in tempi recenti con Control.

Sotto i profilo del gameplay Max Payne si distinse per l’introduzione del concetto di Bullet Time, ovvero una modalità che faceva andare il gioco a rallentatore durante i momenti più concitati, previo il riempimento di una relativa barra: una meccanica di gioco che ha fatto scuola, dato che l’abbiamo trovata in quasi tutti gli shooter single player da quel momento in avanti.

I sequel e il declino della saga

Il primo capitolo del franchise ebbe un grande successo, sia per via delle soluzioni innovative che metteva sul piatto in termini di gameplay, sia per l’impianto narrativo ottimamente curato e narrato tramite strisce fumettistiche; un compromesso di budget in realtà, che servi allo scopo, dando al gioco un carattere riconoscibile ancora oggi.

Proprio per questo Remedy sviluppo un sequel, che uscì nel 2003, ma che non bastò a chiudere le vicende del tormentato Max Payne, distrutto dalla perdita della famiglia e costantemente inseguito da un opprimente senso di alienazioni. Per questo arrivò anche un terzo capitolo, bene nove anni dopo, nel 2012, che purtroppo però non incontrò il favore del pubblico, nonostante si trattasse di un ottimo videogioco.

Congiuntamente a questo fattore, nel 2008 venne girato anche un film basato sulla saga da John Moore, regista di Omen e de Il Volo della Fenice, che fu un fallimento su tutta la linea, dato che i fan storici lo odiarono a morte, dato che non riuscì a portare sul grande schermo le sensazioni che il gioco restituiva così efficacemente.

Questo tanto bastò a mandare la saga in stallo fino ad oggi, stallo che tuttavia si è appena infranto con l’annuncio del grande remake comprendente il primo e il secondo capitolo della serie. Al momento è presto per dire se il franchise sia destinato o meno a vivere una seconda primavera, ma è indubbio che questo sia un ottimo segnale per i fan rimasti in attesa per anni.

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