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Come far stare il mondo in una scatola | Hungry Roaming

L’ho scoperto per caso, sfogliando Instagram alla ricerca di foto di cuccioli di Stafforshire Bull Terrier. Non dilungandoci su questo importante dettaglio, mi vedo lì, tra un pancino rosa e un paio di canali enogastronomici, questa simpatica scritta: “Micatuca“. La prima cosa a cui ho pensato è stata alla canzone della Carrà, “Tuca Tuca”, e via nella mia testa già ad articolare contorti richiami di marketing con qualche burlesco gioco di parole combinato a questa celebre canzone degli anni ’70. Ma solo a pensare all’età di “Tuca Tuca, l’ho inventato io” e subito mi si smorza la fantasia. Ci dev’essere qualcos’altro sotto e infatti è così. Micatuca non c’entra con la Carrà, ma di sicuro c’entra con qualcosa che ci fa dire: “Mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi pia!”. Micatuca è una piccola scatola delle meraviglie: contiene tesori (alimentari) di Paesi stranieri e qualche ricetta veloce “fatta in casa”. Io ho provato questa esperienza dalla spedizione alla dispensa e ora vi racconterò come son tornata in Egitto, stando comodamente a tavola.

Stazione di Partenza: Micatuca, sito e come ordinare

Innanzitutto, Micatuca è l’acronimo di “Mi Casa Es Tu Casa“. Addio alle mie fantasie canore anni ’70, questo piacevole gioco di parole si ricollega semplicemente all’idea dietro al progetto: portare la cucina straniera più autentica, quella più “casalinga”, nelle nostre case, facendoci sentire sempre più vicini anche se distanti. Mh, una frase che ho sentito ultimamente spesso… Chissà dove!

L’idea è nata dai due fondatori del progetto, Chiara Levi e Stefano Bottura. Volevamo far conoscere al resto del mondo cosa non manca mai nella dispensa di una nonna malesiana, nelle case di ogni islandese, thailandese, giapponese e così via“, spiegano i due coniugi. Pensiamo che la scoperta di un nuovo sapore, di una tradizione culinaria e familiare, sia una delle più grandi occasioni per conoscere e rispettare i nostri vicini di casa Micatuca è una porta di una casa che si apre e un assaggio di mondo da condividere con chi si vuole.

La mia scatola piena di mondo, arrivata a Brescia combattendo anche il Coronavirus!

In pratica, si tratta di un abbonamento postale di una serie di box  che conterranno alimenti tipici e particolari con cui preparare i veri piatti di un Paese straniero. Ogni scatola contiene (i cibi di) un Paese a sorpresa. È possibile sperimentare una sola scatola oppure comprare direttamente la scatola del Paese che vogliamo,  ma così che gusto di avventura c’è? Micatuca ci invita a viaggiare, a scoprire sapori sconosciuti, tradizioni e culture diverse dalla nostra. E ora vediamo cosa è toccato a me: Egitto!

Ricetta veloce come un volo aereo: Egitto dalla scatola alla tavola

Allora, una volta acquistato il  nostro abbonamento sul loro sito, riceveremo una volta al mese un box di cibo dal mondo, il cui contenuto è stato selezionato insieme a persone autoctone della Nazione prescelta, con una cernita di prelibatezze irrinunciabili e presenti nella dispensa di ogni famiglia. Dagli ingredienti basici (come può essere una speciale farina, un legume o un riso particolare) agli snack dolci o salati, dalle spezie alle bibite, senza tralasciare le salse.

All’interno della scatola, ci sono anche due ricette di famiglia, scritte direttamente da chi vive in quel Paese. Può essere una ricetta veloce oppure qualcuna più complessa, ma sicuramente tradizionale. Sempre in una scheda presente nella scatola, vengono, inoltre, raccontati tutti gli 8 prodotti alimentari presenti nel box. Perché sono stati scelti, cosa ci potresti cucinare, la loro origine talvolta. Infine, in ogni scatola è presente una tovaglietta americana in cotone, serigrafata a mano e stampata in edizione limitata, ispirata al Paese del box e illustrata da un illustratore italiano.

So che la vostra attenzione verrà catturata dal mio bellissimo scarabeo blu e l’ancor più bello cobra antistress, regalatomi da un mercante egiziano che aveva il negozio coperto di specchi. Per conoscere questa storia da mille e una notte, clicca lì.

Nella mia scatola c’erano tutti questi elementi per volare direttamente in Egitto: c’erano due schede, una dedicata alle ricette, appunto, e un’altra ai prodotti. Nella prima scheda ho conosciuto Wafaa, una ragazza di Hurgada. Ha risposto (per iscritto) ad alcune domande in merito alla sua famiglia, a cosa mangiano più spesso e il piatto che cucinano nei giorni festivi in Egitto, con relativa ricetta veloce. Ho apprezzato molto questa conoscenza “per via posta” e per di più hanno spiegato, in modo semplice e conciso, tutti i prodotti della scatola. Persino come mai c’erano fave dalla Puglia!

I prodotti presenti nel box sono solo a lunga conservazione, per ovvie ragioni di deperibilità. Laddove quelli di Micatuca non siano riusciti a trovare abbastanza ingredienti da inviarli a tutti, chiedono ai propri fornitori soluzioni alternative. Ma sempre inerenti al Paese della scatola. Infatti, in questo caso, anche se le fave venivano da Altamura, hanno specificato che sono le fave utilizzate dagli egiziani in Italia. A dimostrarlo, sulla confezione ci sono le scritte in arabo, compreso la scritta “Altamura”.

Offerta

Stazione di Arrivo: cosa ho apprezzato e cosa meno

In Egitto ci son stata tre volte, tutte le volte in località famose balneari. So come dire “buongiorno” e “grazie” negli accenti egiziani, so chiamare un gatto nella loro lingua e contrattare nei bazar senza tirare fuori imbarazzanti battute sui cammelli. Pertanto non mi erano nuovi alcuni sapori presenti nella confezione, anzi… Mi hanno letteralmente fatto volare coi ricordi a bellissime serate estive al profumo della barriera corallina, alle gare coi paguri in spiaggia, ai massaggi col sale del Mar Morto, ai cavallini berberi e alla carne con le spezie (tante spezie!).

La confezione è arrivata rispettando i tempi previsti, con un imballo accurato, dandomi quasi la sensazione che a consegnare il tutto sia stata davvero Wafaa in persona.

Confesso: non ho mai fatto la spesa in Egitto, pertanto non so concretamente se i prodotti proposti corrispondano davvero alla qualità che dichiarano e valgano il costo della scatola. Ma facendo una rapida ricerca su internet, devo dire che in realtà, sono soddisfatta anche sotto questo punto di vista. Prezzo e qualità sembrano coincidere.

Ho apprezzato, inoltre, la variabilità intelligente dei prodotti: alcuni servono per preparare pietanze, altri sono consumabili da soli, con un buon bilanciamento tra dolce e salato.

Le ricette che mi hanno offerto erano due: Falafel egiziani e Zalabia (frittelle al caramello). Non ho provato nessuna ricetta veloce tra queste (per ora!). Ma perché, sinceramente, volevo provare prima qualche ricetta che conoscevo mie, come il basboosa, che è davvero una ricetta veloce veloce e di cui ho una professionalissima foto con tanto di accompagnamento col tè nero e il karkadè (nota per chi dovesse provare questa scatola: il tè nero El Arosa e questo karkadè, sono DAVVERO forti. Dosateli con parsimonia!).

Foto in gara per il concorso: “picciotta che cerca di fare foto faighe usando cappelli e qualsiasi cosa trova per casa”

Cosa ho apprezzato meno?… Se avessi seguito la ricetta del basboosa segnata nella busta, avrei ottenuto un mattone e non un dolce. L’impasto risultava troppo “pastoso”, ho dovuto aggiungere alcuni ingredienti da me.
Di certo questa non è colpa di Micatuca e nemmeno di Wafaa. Ma potrebbe essere d’aiuto, per chi magari non è molto pratico con alcune ricette e non sa nemmeno il prodotto finale come dovrebbe risultare, aggiungere qualche simpatica nota che ricordi allo chef provetto di documentarsi comunque, per evitare di trovarsi in tavola qualcosa di diverso da quello che dovrebbe ottenere.

Poi ho scoperto che c’era la box del Giappone. Adesso voglio provare quella!

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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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