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Non siamo mai stati sulla Terra: ecco il primo libro scritto da un’IA (e Rocco Tanica)

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Vi ricordate, mesi fa, quel dialogo (pubblicato integralmente su Medium, e di cui vi abbiamo parlato in un articolo) tra un ingegnere di Google e un’intelligenza artificiale?

Lui, Black Lamoine, era poi stato licenziato, perché dopo la chiacchierata con quello chatbot aveva affermato che il suo interlocutore fosse una macchina senziente. Che ragiona come un bambino di 7-8 anni (quindi meglio della maggior parte degli adulti, verrebbe da aggiungere) ma pur sempre senziente.

Il licenziamento ha avuto come motivazione ufficiale la divulgazione di materiale riservato. Ma orde di complottisti giurano che, in verità, Lamoine ha detto l’indicibile: l’intelligenza artificiale è dotata di autonomia di pensiero.

Vi ricordate, dunque, di quel dialogo?

Bene: dimenticatevelo. Oggi abbiamo per le mani di meglio.

“Non siamo mai stati sulla Terra”

È infatti uscito per il Saggiatore, nel novembre del 2022, “Non siamo mai stati sulla Terra”, scritto a quattro mani da Rocco Tanica e Out0mat-B13.

Il primo sarebbe anche un serio compositore e autore di canzoni, Sergio Conforti. Che tuttavia da decenni – sotto il turpe pseudonimo di Rocco Tanica – allieta i partecipanti di festicciole di paese su e giù per l’Italia, assieme agli altri membri di uno scalcagnato complessino dal genere musicale incerto, il cui nome è “Elio e le storie tese”.

Anche il secondo autore non ha resistito al vezzo di procurarsi un nome d’arte. Si tratta in realtà di un Gpt-3, un modello di previsione linguistica basato sul deep learning.

Evidentemente perdigiorno, il Gpt-3 anziché finire gli studi e trovarsi un lavoro in banca sogna di fare l’artista. Già qualche mese fa ha dato vita alla prima sceneggiatura scritta da un’intelligenza artificiale.

Cosa mai poteva scaturire dall’incontro tra un simile personaggio e un musicista, spiantato per definizione?

Aggiungiamo che i due (tutto vero, è scritto nell’aletta del libro) si sono incontrati in un hotel di provincia, come se l’atmosfera non fosse già abbastanza bohémienne.

Il libro

Ciò che nasce dall’incontro fra Rocco Tanica e Out0mat-B13 è appunto “Non siamo mai stati sulla Terra”, primo libro scritto a quattro mani (per così dire) da un umano e un’intelligenza artificiale.

La genesi del libro la racconta Rocco Tanica in un’intervista. Meno incline al sensazionalismo del suo predecessore Black Lamoine, Tanica spiega che i Gpt-3 sono addestrati assimilando una vastissima quantità di dati.

Grazie al deep learning (apprendimento profondo) la macchina cerca di imitare il funzionamento del cervello umano, e quindi di produrre testi con pattern simili a quelli che le vengono sottoposti.

L’intelligenza artificiale non è senziente, ma ciò che scrive a seconda di quanto che le viene “detto” si basa su dati probabilistici. Cosa potrebbe aggiungere una persona che si esprime in questo modo e che appena detto queste cose, adoperando questo stile? Ecco: l’IA propone ciò che secondo lei più probabilmente sarebbe stato detto subito di seguito.

Va da sé che più un umano e un Gpt-3 “dialogano”, più la macchina potrà mimare con un alto grado di verosimiglianza il modo di esprimersi di quell’interlocutore.

Spararsi in un piede per stupire il prossimo

“Non siamo mai stati sulla Terra” è un lungo dialogo estemporaneo, in cui si distinguono le parti scritte dall’uno o dall’altro autore per differenza grafica dei font.

Essendo Rocco Tanica la metà umana della coppia letteraria, va da sé che il romanzo (romanzo o raccolta di racconti?) è un’irresistibile sfilza di ragionamenti paradossali.

Ed è un bene. Perché l’IA, non potendo distinguere davvero ciò che è reale da ciò che è mera fantasia, prende con la massima serietà ogni ragionamento di Tanica, e lo completa da par suo. Aggiungendo, spesso, assurdità all’assurdità.

Per prendere solo un esempio, nel capitolo dedicato a Milano i due così ragionano (in corsivo le parti di Out0mat-B13): “Il viaggiatore che procedesse sparato da Lodi a Varese commetterebbe un errore a non fermarvicisi almeno per una tappa breve; parlo di un errore grave, di quelli di cui pentirsi per il resto della vita come vendere un figlio per pagarsi il bere, o dare fuoco a un cinema con la gente dentro perché il film non ti è piaciuto. O spararsi in un piede per stupire il prossimo, o spendere i risparmi di una vita in sambuca” (pp. 30-1).

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  • Tanica, Rocco (Autore)

Un LSD senza effetti collaterali

Ignoriamo quali saranno gli approdi futuri di una simile tecnologia.

Di certo, potenzialità e limiti attuali di questi modelli di previsione linguistica sono piuttosto espliciti, ultimata la lettura di “Non siamo mai stati sulla Terra” (che è libro spassosissimo, diciamolo).

Magari, quando i discendenti di Gpt-3 saranno ancora più raffinati, potranno davvero affiancare gli scrittori, colmare i momenti di impasse o suggerire suggestioni a cui l’autore non ha pensato ma compatibili con la sua visione del mondo.

Per ora, un sodale come Out0mat-B13 sembra piuttosto rivestire la funzione di un amplificatore della fantasia un po’ naïf e magari non sempre affidabile.

Un LSD senza effetti collaterali, insomma. Anche voi avete pensato: “Mica male!”?

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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