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L’intelligenza artificiale ha scritto un film

Nuove frontiere del cinema

In un recentissimo articolo abbiamo notato come l’intelligenza artificiale, negli ultimi tempi, stia facendo parlare di sé da diverse prospettive.

Intanto per la clamorosa possibilità, che porta con sé enormi questioni morali, che l’ai sia dotata di coscienza. Questione che, ricordiamo, ha portato al licenziamento dell’ingegnere di Google Black Lamoine, il quale ha dichiarato senziente un’intelligenza artificiale.

C’è poi il nuovo chatbot di Meta che ha strapazzato l’azienda che l’ha creato, e quello di Google che – integrato a un’interfaccia robotica – serve spuntini agli ingegneri. Ma anche robot baristi made in Italy capaci di prevedere le richieste dei clienti.

Per non parlare di robot in grado di prendere coscienza della propria fisicità dopo solo tre ore di allenamento.

E ora, l’intelligenza artificiale ha messo prepotentemente piede anche nel mondo del cinema. Vediamo come.

Robot

L’intelligenza artificiale e i film

Sono di poche ore fa due notizie in qualche modo simili tra loro, che vedono appunto un utilizzo originale e avanzato dell’ai.

In un caso, l’intelligenza artificiale ha addirittura scritto un film. Nell’altro, ha espunto le parolacce da una pellicola per renderla accessibile a un pubblico più vasto.

Scopriamo più nel dettaglio cosa è accaduto.

Surplus Intelligence

Il film di animazione si intitola Surplus Intelligence, è stato concepito dall’artista cinese Miao Ying e contiene diversi temi di attualità.

In sintesi, uno scarafaggio si innamora di un’intelligenza artificiale che deve monitorare il suo comportamento. Ma l’AI ha commesso un crimine, e così lo scarafaggio si mette in marcia per estrarre bitcoin e salvare l’intelligenza artificiale.

Se la trama di Surplus Intelligence non vi è sembrata troppo lineare, non preoccupatevi. Non a caso, abbiamo detto che il film è stato concepito, ma non scritto, da Miao Ying.

L’intelligenza artificiale scrive un film

In effetti, per la scrittura di Surplus Intelligence Miao Ying si è avvalso di una curiosa collaborazione: quella del sistema di generazione di testi Gpt-3, che ha addirittura scritto la sceneggiatura.

Il film d’animazione dura mezz’ora ed è in mostra sino alla fine dell’anno all’Asia Society di New York, all’interno dell’esposizione Mirror Image: A Transformation of Chinese Identity.

Miao Ying racconta la genesi del film

Miao Ying è un trentasettenne di Shangai che vive tra la sua città natale e New York.

Come altri artisti suoi coetanei, è attento all’estetica di Internet e dei videogiochi. Intervistato da Wired US, Miao Ying ha spiegato la nascita di Surplus Intelligence.

Miao ha detto: “Non ho modificato quello che ha scritto l’intelligenza artificiale. All’inizio Gpt-3 ha generato un racconto breve. L’abbiamo scomposto in parti e l’abbiamo riproposto a Gpt-3 in modo da espanderlo, generando così i capitoli del film, e abbiamo selezionato ciò che aveva più senso tra numerose variazioni. Una volta ottenuta la sceneggiatura, ho realizzato le immagini.

Anche se non è possibile scrivere un testo lungo ed esaustivo con Gpt-3, mi sembra che in questo momento ci troviamo in una posizione ottimale. Quello che scrive è abbastanza interessante da non essere troppo banale, ma è ancora un po’ fuori luogo. Tuttavia, credo che Gpt-3 stia evolvendo molto velocemente. Quando nel 2019 ho iniziato a lavorare con il suo predecessore, Gpt-2 non era ancora in grado di scrivere una storia coerente. Gli sono bastati solo due anni per diventare molto avanzato. Credo che molte recensioni di prodotti siano scritte dalle AI.”

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L’intelligenza artificiale che censura un film

La seconda vicenda che lega l’intelligenza artificiale a un film riguarda il deepfake.

Abbiamo già parlato dell’argomento in un altro articolo. Il deepfake è una tecnica per la sintesi delle immagini basata sull’intelligenza artificiale. Nello specifico ambito cinematografico, dicevamo nell’articolo, il deepfake avrebbe potuto essere utilizzato per i film doppiati, con l’obiettivo di far coincidere quanto detto dai doppiatori con il labiale degli attori.

Ma ecco che, per l’uscita del film Fall negli Stati Uniti, il deepfake ha avuto un ruolo per così dire censorio. Infatti, intervenendo digitalmente con una sorta di editing facciale, sono state espunte dalla pellicola diverse parolacce (per i più curiosi, “fuck” e varianti comparivano circa 30 volte). Di conseguenza, naturalmente, le parolacce sono state anche tolte dal sonoro.

L’operazione ha permesso a Fall di passare indenne la censura, e di essere considerato un film quasi per tutti. Inizialmente, infatti, la pellicola era stata classificata come R, cioè vietata ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto.

Dopo il ritocco grazie al deepfake, la classificazione è passata a Pg-13: visione raccomandata la visione assieme a un adulto per i minori di 13 anni.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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