Normativa droni: facciamo chiarezza sul regolamento europeo
La facilità di utilizzo dei più moderni droni e la possibilità di creare immagini – foto e video – di grande impatto, ha fatto esplodere questo mercato in tutto il mondo. Pilotare un drone, però, non è solo un gioco o un passatempo ed è per questo che esistono specifiche regolamentazioni. In Italia ad occuparsene è ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, e come l’Italia ogni nazione ha il suo ente di competenza per i regolamenti sui droni. La scorsa settimana DJI ha mostrato al mondo il nuovo Mavic Air 2 e la discussione si è animata nuovamente, vista l’imminente transizione prevista a livello europeo in tema di regolamentazione sui droni.
Dal primo luglio 2020 (ma probabilmente la data slitterà a gennaio 2021), infatti, sarà l’EASA (European Union Aviation Safety Agency) a legiferare in materia così come deciso dal Parlamento Europeo e confermato dalla Commissione Europea nel 2018. L’obiettivo è l’uniformità di regolamento per tutti i paesi europei per avere standard di sicurezza molto elevati per tutti gli aeromobili a pilotaggio remoto, vale a dire proprio i droni. Ogni paese avrà delle proprie declinazioni, ma alla base di tutto, entro il 2023, ci saranno le normative relative al Regolamento (UE) 2018/1139 del Parlamento Europeo e del Consiglio. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa cambierà nel prossimo futuro.
Normativa droni: il nuovo regolamento europeo
Il 4 luglio 2018 il Parlamento Europeo ha steso il nuovo regolamento per l’utilizzo dei droni, per poi passarlo nelle mani della Commissione Europea che ha creato due atti delegati, basi fondanti del regolamento. Il primo (2019/945) riguarda gli aspetti più tecnici dei droni, mentre il secondo regolamenta le operazioni e i piloti. Queste nuove normative, inizieranno ad entrare in vigore dal prossimo 1 luglio 2020 ed entro il 1 luglio 2021 tutti i paesi membri dovranno convertire le autorizzazioni, le dichiarazioni e gli attestati per essere conformi alle normative europee. Come già anticipato, però, queste date potrebbero subire uno slittamento. Ma che sia dal 1 luglio di quest’anno o magari dal primo gennaio 2021 non cambia il fatto che attraverseremo un periodo transitorio, in cui a far fede saranno ancora gli attuali dettami di ENAC.
Fino all’ultimo aggiornamento del regolamento, datato 11 novembre 2019 e valido dallo scorso 15 dicembre 2019, ciò che era sempre stato criticato era l’assenza di misure intermedie tra il volo ricreativo e quello professionale. Con l’ultimo aggiornamento ENAC ha cercato di fare chiarezza sui diversi mezzi aerei a pilotaggio remoto, partendo con gli aeromobili giocattolo, destinati a bambini di età inferiore ai 14 anni. Lo step successivo è quello degli aeromodelli, destinati ad attività ludiche e sportive e che non sono dotati di strumenti che ne permettono il volo automatico. Arriviamo finalmente alla voce che ci interessa da vicino, quella dei sistemi automatici SAPR. Si tratta dei droni in grado di sfruttare sistemi automatici che permettono di impostare un programma di volo, su cui comunque il pilota può intervenire in ogni momento per riprendere il controllo, che siano dotati ad esempio della modalità di ritorno al punto di partenza automaticamente e che abbiano dei sensori sul corpo. C’è puoi un ultimo step che riguarda il volo autonomo, ma si tratta di situazioni che non riguardano i droni commerciali.
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Entrando nel merito delle categorie arriviamo al famoso dibattito relativo al peso dei droni. Se prima era molto chiaro, ma al tempo stesso molto contestato, il fatto che per qualsiasi velivolo con peso compreso tra i 300 grammi e i 25kg servisse l’Attestato di Pilota APR, con il nuovo regolamento le cose sono cambiate, ma, al momento in cui sto scrivendo, ancora molto fumose. Prima non c’erano mezze misure e quindi chiunque volesse pilotare un piccolo DJI Spark o un enorme Matrice doveva spendere, tra una cosa e l’altra, circa mille euro, sostenere un esame teorico, uno pratico e ottenere l’idoneità medica per il volo. Non prima, però, di aver frequentato un corso teorico ed effettuato un certo numero di ore di volo con un istruttore.
Attestato di Pilota APR online
Con il nuovo regolamento europeo sui droni è invece possibile ottenere l’Attestato di Pilota APR (operazioni non critiche) online. Chi quindi vorrà far volare il proprio drone a puro scopo ricreativo potrà finalmente conseguire l’attestato ad un costo decisamente più ragionevole. Se prima infatti serviva circa un migliaio di euro ora bastano soli 31 euro. Il nuovo attestato prevede il superamento di un esame di 40 domande, che vengono scelte casualmente tra oltre 400. Per superarlo bisognerà raggiungere un punteggio di almeno 60 su un massimo di 80 punti. In caso di bocciatura il candidato potrà sostenere l’esame due volte nell’arco di 24 ore per un massimo di 6 tentativi. Se, anche dopo il sesto, non si dovesse aver raggiunto il punteggio minimo per il conseguimento dell’Attestato di Pilota APR bisognerà attendere 30 giorni prima di un nuovo tentativo. Fino al 1 luglio 2020 i 31 euro verranno richiesti solo al superamento del test, successivamente ogni tentativo costerà 31 euro. Quello che non è più richiesto è un corso pratico di volo e idoneità medica.
Questo attestato è sempre necessario per pilotare un drone con peso compreso tra 250 grammi e 25kg per le operazioni non critiche, ma per uno scopo professionale serve anche per i droni più leggeri.
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Con l’introduzione dell’esame online ad un prezzo accessibile a tutti, ENAC vuole emettere quanti più attestati possibili, in modo da regolarizzare gli operatori entro l’inizio della transizione al regolamento EASA. Il costo molto contenuto è anche un incentivo alla regolarizzazione dei voli per tutti quelli che a causa dell’elevato prezzo precedente avevano scelto di volare nell’illegalità, rischiando denunce ma risparmiando un bel gruzzolo.
Ho parlato prima di un’area fumosa riguardo l’aspetto del peso ed è doveroso spendere qualche parola in più per cercare di fare chiarezza. In attesa di una nuove specifiche da parte di ENAC, c’è una aspetto del regolamento europeo sui droni di cui si sta discutendo tanto. Si è partito da voci che si sono sparse a macchina d’olio fino a tornare, in teoria, a quella che secondo qualcuno era la fonte stessa della voce, vale a dire ENAC. Il punto non chiaro riguarda i droni sotto i 250 grammi, per cui nella teoria non dovrebbe essere necessario l’attestato di pilota per un utilizzo ricreativo, ma che invece nella pratica, se dotato di un dispositivo per la ripresa di foto o video, lo richiede stando a quanto il Regolamento Europeo recita la punto 14, in cui si parla anche di protezione dei dati personali, la sicurezza e l’ambiente motivi per i quali richiesta “l’immatricolazione per l’operatore”, ossia il pilota.
In attesa di ulteriori delucidazioni questa è la situazione relativa agli operatori ed ai mezzi a pilotaggio remoto. Ma non finisce qui, perché ci sono da affrontare ancora diversi temi delicati, come quello della sicurezza e quello delle operazioni non critiche e ricreative e quello delle operazioni critiche.
Volare in sicurezza
A proposito di costi per utilizzare un drone nel pieno rispetto delle regole, però, sappiate che ce ne sono altri da sostenere. Ogni drone, anche per la semplice attività ricreativa, dovrà essere registrato ed assicurato. Non si tratta di un modo esclusivamente nato per far spendere ancora più soldi ma di sicurezza propria, altrui e del drone stesso.
Per la registrazione è necessario ma anche obbligatorio registrarsi al portale D-Flight, sottoscrivere l’abbonamento e generare un codice QR. Su questo portale sono disponibili anche le mappe degli spazi aerei, che secondo il nuovo regolamento sono da consultare prima di ogni volo. Attraverso il portale sia il privato cittadino che le autorità potranno risalire ai dati relativi ai mezzi registrati, permettendo di verificare immediatamente se il drone e il pilota sono in regola ed autorizzati al volo in determinate zone.
Inoltre, ogni drone dovrà essere accompagnato da un manuale di volo e un manuale operativo con valutazione dei rischi per un esborso di circa 150/200 euro. Per quanto riguarda la copertura assicurativa sul proprio drone, invece, tutte le più grandi compagnie assicurative offrono specifiche polizze, con costi che variano a seconda del tipo di drone o ad esempio del massimale.
Operazioni non critiche e critiche
Quali sono, in cosa si differenziano queste operazioni nel regolamento europeo sui droni? Il primo punto che definisce le operazioni non critiche e ricreative, stando all’art. 9, è chiaro: si potrà volare solo a vista (VLOS), quindi senza necessità di strumenti ausiliari per mantenere il contatto visivo con il drone. L’articolo prosegue vietando il sorvolo di aree congestionate, di assembramenti di persone, di agglomerati urbani (eccetto quanto previsto nell’art.12) e il sorvolo di infrastrutture sensibili. E ancora: bisogna mantenere sempre una distanza di sicurezza di 50 metri dalle persone non coinvolte nelle operazioni di volo e una distanza di 150 metri da aree congestionate. In questa sezione c’è anche l’ulteriore segmentazione tra professionali e ricreative e in tutti i casi è necessario l’attestato di pilota da conseguire online.
Per chi, invece, dovrà svolgere operazioni critiche si presentano due nuovi step, divisi tra voli VLOS e BVLOS e voli EVLOS. Tutti i dettagli riguardano l’art.10 del regolamento ENAC sui mezzi aerei a pilotaggio remoto, ma in sostanza si tratta di tutte quelle situazioni non comprese o che non rispettino anche solo parzialmente quanto presente nell’articolo che riguarda le operazioni non critiche. Per quanto riguarda gli scenari standard VLOS (volo a vista) bisognerà effettuare una dichiarazione ad ENAC, è necessaria la registrazione su D-Flight e il drone deve avere il suo QR code. Tutti gli scenari che invece prevedano il volo BVLOS e EVLOS (volo oltre la linea dell’orizzonte e volo a vista esteso) bisogna fare espressa richiesta di autorizzazione ad ENAC. In questi scenari, comunque, è proibito sorvolare assembramenti di persone, magari per eventi sportivi, manifestazioni o cortei.
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Per poter accedere alle operazioni critiche VLOS è necessario un attestato dedicato, conseguibile solo dopo aver ottenuto quello per le operazioni non critiche. Per le operazioni critiche la modalità di esame è simile a quella del precedente regolamento, con una parte teorica, un corso pratico e i rispettivi esami tutti da sostenere presso centri di addestramento certificati ENAC. Una volta ottenuto l’attestato CR VLOS e dopo aver svolto 36 missioni da almeno 10 min l’una, bisogna recarsi sempre presso un centro di addestramento certificato ENAC per seguire un corso per operazioni CRO in BVLOS ed EVLOS che prevede nuovamente una parte teorica ed una pratica.
Potrei andare avanti ancora a lungo per raccontarvi tutto il regolamento europeo sui droni, ma l’importante era mettere in chiaro gli aspetti fondamentali vista la confusione che si crea ogni volta che parliamo di regolamentazioni legate ai droni. C’è anche da considerare che quasi certamente assisteremo ad uno slittamento a gennaio 2021 come inizio della transizione verso la regolamentazione EASA, quindi ci sarà ancora tempo per nuovi cambiamenti. Staremo a vedere.
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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API