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In partenza da Malpensa? Senza il green pass “giusto” rimani bloccato

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Il green pass è ormai parte della nostra vita da mesi così come l‘app VerificaC19 che consente a chiunque di verificare la validità del documento. Eppure i dipendenti SEA, la Società Esercizi Aeroportuali che gestisce il sistema aeroportuale milanese, non la usano. O meglio, non possono usarla. Il risultato? Code infinite e zero sicurezza.

In partenza da Malpensa? Assicurati di avere il green pass “giusto”

Il green pass ci fa compagnia ormai da mesi. Lo usiamo per entrare nei ristoranti, nei bar, agli eventi privati o persino per poter entrare in azienda. Un obbligo che coinvolge anche chi c’è dall’altra parte della barricata perché sì, io devo presentarlo ma poi qualcuno deve scansionarlo e assicurarsi della sua validità. E così migliaia di imprese hanno dovuto scaricare l’app VerificaC19 per poter leggere il QR code del green pass e validarlo.

Migliaia di imprese – tutte – ma non SAE.
Ci siamo quindi ritrovati all‘aeroporto di Malpensa, bloccati in coda per il check-in, perché, stando ai dipendenti del gruppo, loro non erano autorizzati ad usare l’applicazione ufficiale. Questo significa che il QR code non viene scansionato ma viene richiesto il documento cartaceo oppure l’uso delle app IO e Immuni che contengono tutti i dettagli della vaccinazione. Tutti questi dati quindi vengono consultati manualmente e per ogni singolo passeggero.

Il caso ovviamente non è isolato. Questa situazione si verifica tutti i giorni e per tutti i voli, andando inspiegabilmente ad allungare i tempi del check-in. Ma non solo. Molti infatti si presentano in aeroporto con uno screenshot del QR code, certi del fatto che possa bastare, per poi essere obbligati a scaricare una delle app riconosciute da SEA. Qualora non riusciste, beh… rimarreste bloccati e rischiereste di perdere il volo.

Niente app VerificaC19. Il rischio è alto

Ma perché non usare l’app VerificaC19? In realtà non è stata fornita alcuna informazione a riguardo. Rimane però evidente il rischio in termini di sicurezza.
Accettare la versione cartacea infatti è decisamente pericoloso: basterebbe qualcuno particolarmente abile con Photoshop per contraffare il documento cartaceo visto che il QR code non viene scansionato e quindi non si verifica correttamente l’appartenenza al passeggero.

Dobbiamo poi considerare il fattore privacy. E’ vero che l’art. 13 co. 5 del DPCM del 17 giugno 2021 stabilisce che la verifica del Green Pass non implichi la raccolta dati ma di fatto è un trattamento di dati personali. E se lo è la scansione del QR Code con VerificaC19, che restituisce validità, nome e cognome, figuriamoci la lettura integrale del documento che include anche tipo e data del vaccino.

In attesa che SAE risolva il problema o dia una valida spiegazione per quanto accade negli aeroporti, vi invitiamo a munirvi del green pass “giusto” prima di recarvi in aeroporto, così da evitare spiacevoli sorprese.

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