Stando ai nuovi criteri del PEGI appena approvati in Giappone, i primi giochi Pokémon come Rosso e Blu rischierebbero di diventare dei prodotti videoludici vietati ai minori di 18 anni. Questa modifica non sarebbe legata alla presenza nei titoli di temi legati alla violenza o al sesso, ma piuttosto alle slot machine del casinò nella regione del caso, assimilabili in tutto e per tutto al gioco d’azzardo.
Pokémon Rosso e Blu PEGI 18?
Il PEGI (Pan European Game Information) ha da poco aggiornato i suoi criteri di valutazione dei videogiochi e, stando alla nuova normativa, il gioco d’azzardo rientrerebbe in quella serie di contenuti destinati ad un pubblico adulto, insieme ad altri temi sensibili, come il sesso, il sangue o la violenza in grandi quantità. Tutti aspetti che in teoria non coinvolgono Pokémon, anche se in realtà non è esattamente così.
Nei primi capitoli della saga delle creaturine tascabili fino alla quarta generazione era tradizione, da parte di Game Freak, inserire in game un casinò nella regione del caso, in cui era possibile vincere dei premi molto rari e particolari. Giusto per fare un esempio, il casinò era il solo modo per entrare in possesso di un Porygon, un Pokémon artificiale non rintracciabile in natura.
Decisamente il genere di cosa che il PEGI non approverebbe oggi.
Poco importa che l’esperienza sia completamente virtuale e non facente uso di denaro vero quindi, dato che proprio l’anno scorso una portavoce del Vsc Game Rating Board ha spiegato che i criteri sono stati modificati in modo che, in futuro, tutti i titoli con immagini in movimento che insegnano o rendono affascinante l’uso di giochi d’azzardo saranno classificati Pegi 18.
Entrando più nel merito della questione, la restrizione si applicherebbe quando il videogioco oggetto di analisi si impegni effettivamente ad insegnare il gioco d’azzardo al giocatore rendendo l’atto della scommessa una meccanica divertente e auspicabile per il giocatore e non semplicemente una componente marginale all’interno dell’economia di gioco.
Una misura non retroattiva
Insomma, non importa il tono del gioco, se contiene elementi che rientrano nei criteri del nuovo PEGI verrà comunque classificato come 18+. Un caso emblematico in questo senso è stato Overboard! un titolo per Switch che è schizzato dal PEGI 12 al 18 per via di una singola parte del gioco in cui è possibile giocare a Blackjack con un altro personaggio.
Risulta quindi piuttosto chiaro che in questi termini dovrebbero rientrare anche i giochi Pokémen, pensate per esempio a Rosso, Blu e Giallo, in cui per arrivare da Giovanni a Azzurropoli è necessario passare attraverso il casinò della città, incontrando nel mentre una lunga serie di personaggi affetti da varie forme di ludopatia (non stiamo scherzando). Se poi voleste aggiungere un Porygon alla vostra squadra non avreste scelta se non guadagnare qualche moneta alle slot machine.
Fortunatamente però sembra che questi prodotti storici non subiranno modifiche alla propria classificazione, dato che la stessa PEGI ha confermato recentemente che la nuova normativa non è retroattiva e non andrà quindi ad intaccare le classificazione originali. Persino eventuali remake di suddetti titoli dovrebbero mantenere un PEGI invariato, qualora non presentassero modifiche degne di nota.
Insomma, i giochi della nostra infanzia sembrano essere per lo più al sicuro, ed è chiaro che questa misura sia volta per lo più ad arginare alcune pratiche di marketing molto aggressive, come quelle delle loot box e altre componenti simili che possono portare ad acquisti compulsivi.
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