La notizia è clamorosa ma va circostanziata. In sintesi, secondo il Pentagono gli Ufo esistono, sono una minaccia alla sicurezza e vanno studiati con molta attenzione.
Alcuni di voi lettori probabilmente avranno avuto un sobbalzo, e avranno esclamato tra sé: “Ma allora gli alieni sono tra noi! Non siamo soli nell’universo”.
In realtà non è esattamente così. Scopriamo cosa hanno detto i deputati americani al Pentagono. Partendo però da una precisazione, necessaria per non far coincidere la parola Ufo con la parola extraterrestre.
Il Pentagono e gli Ufo. Anzi no: gli Uap
Nel linguaggio corrente, dire che un tizio ha avvistato un Ufo significa con ogni probabilità che ha visto una navicella, magari popolata da omini verdi (il potere del cinema…)
Eppure, Ufo è acronimo di Unidentified Flying Object o Unknown Flying Object, ovvero oggetto volante non identificato. E indica appunto ogni fenomeno aereo le cui cause non sono subito individuabili da un osservatore. Non è dunque per nulla detto che debba trattarsi di un volo extrattestre nei cieli del nostro pianeta.
Proprio perché si associa quasi automaticamente la parola Ufo alla parola extraterrestre, il Pentagono vuole far cadere in disuso l’acronimo Ufo. Sostituendolo con Uap, ossia Unidentified aerial phenomenon (fenomeno aereo non identificato).
Ma cosa è successo, e soprattutto cosa è stato detto, nella recente audizione al Congresso?
Il Pentagono e gli Ufo: l’audizione pubblica
Per la prima volta nella storia degli USA, martedì 17 maggio si è tenuta un’audizione pubblica al Congresso degli Stati Uniti. Nella quale alcuni membri del Pentagono hanno parlato di Ufo, o Uap che dir si voglia.
Il membro del Congresso André Carsona ha presieduto la sottocommissione contro il terrorismo, il controspionaggio e la controproliferazione della Camera (House Intelligence Committee’s Counterterrorism, Counterintelligence, and Counterproliferation subcommittee). Hanno partecipato alla riunione anche Ronald Moultrie, sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence e la Sicurezza, e Scott Bray, vicedirettore dell’Intelligence Navale.
L’argomento di discussione
Nell’audizione pubblica si è parlato di un programma con cui il Pentagono, dal 2021, si sta impegnando a studiare 144 oggetti volanti non identificati, avvistati da piloti dell’aeronautica americana dal 2004 a oggi.
Il programma, di cui ci siamo occupati in diversi articoli, era giunto a due provvisori esiti. Che, se vogliamo, portano a una risposta parziale, o comunque lasciano aperta la questione.
Si era infatti stabilito che nessuno dei fenomeni osservati proviene dalla tecnologia statunitense. Ma allo stesso tempo, nessuno di questi 144 avvistamenti può essere riconducibile con certezza alla tecnologia extraterrestre. Naturalmente, non poter affermare con certezza non significa poter escludere con altrettanta certezza.
Il programma del Pentagono: i casi ancora inspiegabili
In questi mesi, dei 144 fenomeni analizzati solo uno è stato spiegato senza margini di dubbio. Su quelli ancora maggiormente misteriosi si è espresso Scott Bray: “Ci sono caratteristiche del volo che non possiamo spiegare con i dati a nostra disposizione. E ovviamente sono proprio questi quelli che sono di maggior interesse per noi”.
Dopo l’udienza pubblica, la commissione ha proseguito privatamente, discutendo argomenti coperti da segreto militare.
Una minaccia alla sicurezza
Prima della riunione privata, però, è intervenuto Ronald Moultrie. Il sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence e la Sicurezza ha detto: “Questi oggetti non identificati sono reali, sono oggetti fisici, ma in alcuni casi non sappiamo ancora cosa siano. Dobbiamo continuare a investigare, anche perché potrebbero rappresentare una possibile minaccia alla sicurezza nazionale”.
André Carson ribadisce il concetto: “Per troppo tempo il marchio d’infamia degli Uap ha impedito analisi serie: i piloti che li riportavano venivano sfottuti. Ma sono una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale e come tali vanno trattati”.
Tra tecnologia e suggestione
Certo, le parole pronunciate da Moultrie e Carson possono anche far pensare a droni o armi ipersoniche utilizzate magari da Russia e Cina. O comunque a un ambito di interesse prettamente militare, in cui poco c’entrano le civiltà aliene.
Ma la fascinazione per oggetti di provenienza extraterrestre è ben salda, e non riguarda soltanto dilettanti appassionati di ufologia.
Ha fatto ad esempio scalpore la dichiarazione rilasciata da Bill Nelson. Il 20 giugno del 2021 Nelson, nientemeno che amministratore della NASA, aveva detto: “La mia sensazione è che ci sia chiaramente qualcosa lì. Potrebbe non essere necessariamente extraterrestre, ma se è una tecnologia che hanno alcuni dei nostri avversari, allora è meglio che ci preoccupiamo”.
E ancora: “Siamo soli? Personalmente non credo che lo siamo. L’universo è così grande. Sono passati 13 miliardi e mezzo di anni fa quando è iniziato l’universo. Le persone sono affamate di questo tipo di informazioni e continueranno a cercare”.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API