Secondo un documento di AgID la Posta Elettronica Certificata (PEC) è pronta per essere implementata negli standard Europei. Sono quindi ufficializzati i criteri per implementare l’eDelivery nei sistemi di comunicazione ufficiali e riconosciuti dall’UE.
La Posta Elettronica Certificata è pronta per l’Europa
Il documento di AgID, dunque, ufficializza i criteri per l’adozione del primo schema interoperabile di eDelivery qualificato. L’obiettivo è quello di rendere la Posta Elettronica Certificata (PEC) conforme al regolamento eIDAS ed interoperabile a livello europeo. Un sistema quindi in grado di rispondere ai criteri definiti dall’ETSI (European Telecommunications Standards Institute). Questo è l’organismo internazionale che si occupa di stabilire gli standard tecnici nel settore delle telecomunicazioni.
“Siamo in dirittura d’arrivo” spiega Marco Mangiulli, CIO & Head of Software Development di Aruba. ” Il documento pubblicato da AgID è un ulteriore importantissimo tassello nel passaggio dalla PEC al recapito certificato qualificato conforme ad eIDAS, e quindi interoperabile a livello europeo.”
In corso la fase di test per definire gli standard
Al momento sono in corso i REM Remote Plugtests, i test di interoperabilità sullo standard REM organizzati da ETSI. Questi sono promossi e organizzati sotto la spinta di AgID, AssoCertificatori (Associazione dei Certificatori di Firma Digitale e dei Gestori di Posta Elettronica Certificata, di cui Aruba fa parte) ed Uninfo. I test stanno avendo un riscontro molto importante, coinvolgendo 40 soggetti, 15 paesi europei, 4 paesi dal resto del mondo e 5 istituzioni governative.
Al termine dei test di interoperabilità si attenderà la pubblicazione della versione definitiva degli standard ETSI. Questo passaggio consentirà finalmente di avere un dialogo sicuro per uno scambio telematico tra cittadini e imprese di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea. Con particolare orgoglio si può dire che, in questo percorso di approvazione del nuovo standard, è stato essenziale il contributo dell’Italia. Difatti l’esperienza acquisita è stata frutto grazie del grande successo della Posta Elettronica Certificata, nata proprio nel Bel Paese ormai 16 anni fa.
“La PEC diventerà presto un sistema di recapito certificato qualificato utilizzabile in Europa – conclude Marco Mangiulli. Questo traguardo consentirà a tutti gli utenti di utilizzare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata nelle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione o per quelle verso utenti, enti ed imprese europee. Il tutto senza rinunciare al valore legale e alla sicurezza che da sempre contraddistinguono lo strumento PEC.”
Tutti i numeri della Posta Elettronica Certificata
Ecco i numeri della PEC secondo il report di IDC, promosso da Aruba, InfoCert e Trust Technologies:
- In Italia i benefici netti complessivi della PEC si attestano su un valore medio di circa 2,2 miliardi di euro, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2019. Valore che cresce ulteriormente di 1,8 miliardi di euro nella proiezione compresa tra il 2020 e il 2022;
- La PEC ha consentito un risparmio di 78.000 tonnellate di CO2 nel 2019, che saliranno a 120.000 tonnellate nel 2022;
- La a PEC ha fatto risparmiare 253 milioni di km nel 2019. Questo perché il sistema evita gli spostamenti dal domicilio del cittadino o dalla sede del professionista per raggiungere fisicamente l’ufficio postale. La previsione è che il risparmio è destinato a crescere fino a 391 milioni di km nel 2022;
- L’archiviazione digitale della corrispondenza ha consentito di liberare oltre 1,3 milioni di m2 di spazi di archiviazione nel 2019. Numeri che valgono sia per lo spazio di giacenza che di conservazione, che si prevede raggiungano la cifra di 1,6 milioni di m2 nel 2022;
- La PEC si elimina virtualmente i tempi di attesa fisica presso gli uffici postali, stimati.
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