Sì, abbiamo letto per voi Spare del principe Harry, il libro che sta dividendo in due la popolazione mondiale, secondo la dicotomia chi lo legge è dozzinale/chi non lo legge è presuntuoso.
Ma la verità è ancora più brutale: i milioni di lettori di Spare si dividono in due categorie.
Partiamo dalla prima. Ovvero da quelli che sono corsi a comprare il libro perché avevano letto Open, la (presunta) autobiografia di Andre Agassi, e si erano invaghiti della capacità del premio Pulitzer J.R. Moehringer di narrare un’esistenza a suo modo straordinaria.
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Sì, perché come Open porta la firma di Agassi ma è stato scritto da Moehringer, lo stesso è capitato per Spare, uscito a nome del principe Harry ma vergato dal bravo (anche se forse fin troppo osannato) giornalista e scrittore statunitense.
La seconda categoria di lettori del volume, va da sé, è rappresentata dagli appassionati e dai curiosi delle cose di corte.
Un successo annunciatissimo
La campagna mediatica intorno al libro è stata mastodontica. Come se non fosse bastato l’annuncio di un’autobiografia del chiacchieratissimo e controverso duca di Sussex, non sono mancate (e imperversano ancora) le trovate promozionali su scala globale.
Come quella della libreria spagnola che avrebbe erroneamente (?) messo in commercio il titolo prima del lancio ufficiale.
O come la presunta maledizione che aleggerebbe sulla Penguin, la casa editrice che ha pubblicato l’opera negli Stati Uniti.
E insomma: il principe “di scorta” (spare in inglese significa proprio ruota di scorta, riserva) che si leva più di un sassolino dalla scarpa, un signor ghostwriter e una campagna mediatica sontuosa: non c’è da stupirsi se, solo dopo una settimana dall’uscita (avvenuta lo scorso 10 gennaio), Spare del principe Harry ha venduto un’enormità. Ovvero oltre 3,2 milioni di copie nel mondo, nelle sedici lingue in cui finora è stato tradotto, di cui più di 200.000 in Italia. Dove è uscito per Mondadori nella traduzione di Sara Crimi, Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso.
Ma al di là dei numeri, il libro com’è?
Harry il minore
Il libro, in fondo, è tutto giocato su una doppia subalternità del principe Harry.
La prima è appunto quella data dalla nascita: il duca di Sussex è il minore, la riserva, il fratello (minore, appunto) dell’erede designato al trono. Mentre la seconda e ulteriore subalternità, stavolta psicologica, è intervenuta a partire da quel 31 agosto 1997, nel quale ha perso la vita la madre di Harry, la principessa Diana. Un trauma rimasto ben vivido per anni nel giovane.
Una personalità fragile e complessa
Il punto di forza dell’opera, messo bene in luce dalla capacità di Moehringer di tenersi in un persuasivo punto di equilibrio tra drammatico e melodrammatico (il rischio di cadere dal primo al secondo è sempre lì, a un passo), è proprio questo. Ovvero la restituzione di una personalità fragile e complessa, quasi inevitabile per chi si sente sempre irrimediabilmente il secondo, e forse come tale è sempre stato trattato.
In Spare il principe Harry racconta tutti gli errori e le ingenuità commesse, dal rapporto piuttosto disastroso con i pubblici interventi ad alcuni scivoloni pagati cari (tra i più clamorosi, la sua comparsa a un party nel 2005 travestito da nazista, cosa non sfuggita ai paparazzi).
E poi le crisi di panico, l’inguaribile senso di solitudine, i rifugi nell’alcol e nelle droghe. La sensazione è quella di un’esistenza per certi versi non troppo dissimile da quella della madre Diana: la vita dei reali è una favola se al protocollo si aderisce emotivamente, o una prigione dorata se in qualche modo ci si sente, o si viene reputati, estranei.
Uno scandalo controllato
A convincere meno è invece la presunta carica eversiva del libro.
In Spare, il principe Harry riporta svariati momenti di tensione vissuti con i familiari (più col fratello Willy che col padre Carlo, che qui appare come una figura mite e un po’ eterea). Ma chi si attendeva, forse ingenuamente, di trovare nell’opera chissà quali scoop che avrebbero gettato scandalo sulla famiglia reale britannica, rimarrà deluso.
Spare è il prodotto di un professionista della scrittura, che ha approntato un volume algido, confezionato per diventare best-seller. Inoltre, dubitiamo che il libro sia stato dato alle stampe senza una supervisione da parte di qualcuno vicino alla corona.
- Editore: Mondadori
- Autore: Prince Harry , Sara Crimi , Laura Tasso , Manuela Faimali , Valeria Gorla
- Collana: Vivavoce
Da Open a Spare
In Open la storia da raccontare era quella di un campione sportivo (peraltro con una biografia non comune). Ne è uscita un’opera splendida, commovente e ironica, appassionata e appassionante.
Qui, nonostante tutta la buona volontà di Moehringer, siamo di fronte a tutt’altra vicenda.
D’accordo, il premio Pulitzer ha dilatato al massimo l’esperienza di Harry come militare, dandogli le fattezze di un eroe di guerra (e facendoci per questo storcere il naso). E ha ammantato di eroismo la scelta del duca di Sussex e della moglie Meghan Markle di rinunciare agli incarichi pubblici della famiglia reale e relative retribuzioni (anche se confidiamo nel fatto che i due avranno di che campare).
Ma la vita raccontata in Spare resta quella di un membro di una famiglia reale. Che tutto sommato – pur tra difficoltà psicologiche, fraintendimenti e sottovalutazioni – ha sempre potuto fare ciò che ha voluto. Non prendertela, Harry.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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