B1NARY – Episodio 22: Message in a bottle

Caro Stefano,
le ragioni possono essere tantissime: magari non hanno più aperto Tinder, magari hanno trovato qualcun’altro, magari sono occupate con il lavoro, o il cane gli ha mangiato il telefono, la gazza ladra gliel’ha portato su un’isola deserta, si sono trasferite in mezzo alla giungla per disintossicarsi dalla tecnologia…

Ma la verità è una sola: 100-10-1. Cos’è, il pin del nostro bancomat? No, è la proporzione aurea che fin dall’alba dei tempi gestisce le interazioni di Tinder, ovvero: per ogni 100 match avrai 10 conversazioni, di cui solo una si tradurrà in un incontro.

Lo sappiamo, è sconfortante: affidarsi ai grandi numeri è sempre un esercizio di pazienza, più che di speranza.

Ma devi prendere in considerazione le modalità di interazione fin troppo semplificate che questa piattaforma ci offre: siamo convinti che anche tu, scorrendo decine di profili comodamente vestito in pigiama, o seduto sul water, o stravaccato sul divano dopo una serata alcolica, hai preso seriamente in considerazione l’idea di farti una doccia, vestirti ammodo, e investire tempo e denaro per un incontro al buio con una fascinosa sconosciuta. Ma al volgere della sera, o al sorgere del sole, siamo altrettanto convinti che raramente troveresti la voglia o la determinazione di procedere con uno qualsiasi dei passaggi sopra menzionati. Questo perché Tinder è fin troppo spesso lo spazio dell’immaginazione a breve termine, e quasi mai della progettualità di lungo respiro.

Considera poi che Tinder non fa che amplificare un fenomeno già noto agli scienziati: l’oblio del giorno dopo.
Nell’antichità andavamo in discoteca o nei pub e, annebbiati da sostanze liquide e meno liquide, ci provavamo con un più esseri umani possibili nel tentativo di concludere la serata in coppia.
Ora, nelle turbolente serate con gli amici, prendiamo Tinder e swippiamo selvaggiamente con lo stesso intento, salvo poi tornare in noi il giorno dopo e renderci conto che abbiamo matchato con qualcuno che, in realtà, non ci interessa.

Devi inoltre tenere sempre in considerazione il rapporto tra domanda e offerta che mediamente caratterizza il profilo Tinder di una donna eterosessuale: al centoventinovesimo come stai, al quattrocentotredicesimo buongiorno, alle settecentoventesima pick up line (dagli esiti sempre incerti e dall’umorismo spesso discutibile), forse anche a noi passerebbe la voglia di rispondere.

Una donna che risponde a tutti i messaggi che le arrivano su Tinder è una specialista di smistamento postale: a lei va la nostra imperitura stima, ma non ci sentiamo di condannare chi non lo fa.

Non ti resta che continuare a inviare i tuoi messaggi in bottiglia, nella speranza che le onde li facciano approdare sulle sponde giuste, dove saranno raccolti da una postina volenterosa. Abbi fede, prima o poi succederà. Buona fortuna

Perciò, la verità è che, probabilmente intimorito dalla tua personalità e dalla tua avvenenza, il nostro bel tenebroso abbia preferito una mesta ritirata, e si limiterà, da qui alla fine dei giorni, a domandarsi cosa sarebbe potuto succedere, se non fosse stato così pigro, timido, pauroso – insomma, così smaccatamente inadatto e inetto.

Va bene così, pace, adios. Puoi tornare in campo più carica che mai e senza pensarci troppo. 

E tienici aggiornati che ci stiamo appassionando!

La regola d’oro è: se nessuno chiede l’esclusiva, allora tana libera tutti.
A maggior ragione se entrambi vi sentiti liberi di raccontare anche appuntamenti ed esperienze con altre persone.

Niente però chiarisce ogni dubbio come il confronto quindi PARLATE, che è sempre un bene!
Magari alla prima occasione, con un sorriso sulle labbra e il tono più cordiale del mondo, parla a cuore aperto di questi piccoli dubbi, che sono in fondo anche un attestato di premura e considerazione, anche affinché possiate entrambi esplicitare le vostre rispettive aspettative, speranze e volontà:
patti chiari, scopamicizia lunga!