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La recensione di Vatican Girl: com’è la docuserie Netflix sul mistero Orlandi

Sono passati quasi 40 anni da quel 22 giugno 1983, quando una quindicenne cittadina vaticana spariva nel nulla, portando così l’intera famiglia Orlandi in un fitto mistero, mai risoltosi realmente. Ben 39 anni dopo arriva Netflix a mettere ordine, con Vatican Girl, oggetto di questa nostra recensione. Una miniserie documentario, diretta dal regista britannico Mark Lewis (Giù le mani dai gatti) composta da quattro episodi da circa 60 minuti l’uno. Saranno abbastanza per far luce su un mistero durato 40 anni e non ancora ufficialmente risolto?

Accade così che l’inconfondibile manifesto con sfondo blu e la foto in bianco e nero della giovanissima Emanuela Orlandi, che nell’estate del 1983 era onnipresente sui muri di Roma, arrivi anche sulla più diffusa delle piattaforme streaming. Una storia vaticana, inesorabilmente diventata storia italiana, che diventa ora mistero globale. Già perchè le forze in gioco sono tante, tra intrighi internazionali e misteri che il Vaticano preferirebbe tenere celati tra le sue mura.

In effetti la vera problematica del mistero Orlandi, rivisto da lontano, è proprio la quantità spropositata di pezzi che compongono il puzzle. Pezzi che sembrano assolutamente non combaciare, con teorie che e prove si contraddicono a vicenda. Vatican Girl riesce però a riordinare tutto, per restituirci un quadro completo e coerente, mettendo in risalto quel filo rosso che unisce le diverse versioni, tra depistaggi e scandali celati.

La recensione di Vatican Girl: quattro episodi per quattro versioni

Senza mai mancare di empatia, Vatican Girl ci propone quattro episodi che sviscerano quattro piste che, a turno nel corso di 40 anni, sono state accreditate come le più plausibili per spiegare che fine ha fatto Emanuela Orlandi. Quattro versioni diverse, approfondite attraverso lo sguardo di giornalisti come Andrea Purgatori – che si è occupato del caso fin dal 1983 – e della famiglia di Emanuela Orlandi, come il fratello Pietro, mai arresosi davanti al muro di silenzio del Vaticano sulla vicenda. Ci sono però anche i carnefici, o quelli che in qualche modo hanno contribuito in qualche modo alla sparizione di Emanuela Orlandi.

Partendo da una narrazione minuziosa e giornalistica della giornata della sparizione, la serie prosegue attraverso le quattro piste: quella del rapimento per la richiesta di riscatto, la pista internazionale (con tanto di coinvolgimento del KGB russo e dei Lupi Grigi turchi), le presunte implicazioni della Banda della Magliana e della malavita e, infine, la pedofilia interna alle mura vaticane.

Le quattro ipotesi sono sviscerate attraverso interviste, filmati di archivio, riproduzioni delle vicende e, soprattutto, testimonianze. Sabrina Mainardi, ad esempio, ex compagna di Enrico ‘Renatino’ De Pedis, boss della Banda della Magliana, che affermerà di aver conosciuto personalmente Emanuela Orlandi. E poi i personaggi come Marco Accetti, che si spaccerà per il presunto “Americano”. Il quadro prenderà via via sempre più forma, fino ad alcune sconvolgenti rivelazioni.

Singolare è il fatto che negli episodi manchi un vero e proprio narratore esterno. Come a voler rimarcare che ciò che vediamo è la verità solo ed esclusivamente di chi sta parlando in quel momento.

Una docuserie americana

Nonostante l’ottimo lavoro documentaristico di Netflix, ribadito a più riprese in questa nostra recensione di Vatican Girl, la serie sembra voler imporci una narrazione forzatamente estera sulla vicenda. Lo capiamo, è una produzione internazionale, ma alcune scelte ci sono sembrate assolutamente incomprensibili. Andrea Purgatori, ad esempio, narra la vicenda in inglese per poi essere ridoppiato (da sé stesso) in italiano.

Una scelta che sembra voler rimarcare che l’inglese fornisce maggiore dignità ad una storia che, in realtà, ne ha già di suo. La dinamica ritorna spesso nella produzione. I filmati di archivio dei telegiornali, ad esempio, riprendono la vicenda da notiziari americani e britannici. Una scelta abbastanza insensata, dato che la sparizione di Emanuela Orlandi, soprattutto prima che si aprissero le ipotesi internazionali, non era assolutamente una notizia di rilievo al di fuori dell’Italia.

Tralasciando questo piccolo particolare, Vatican Girl riesce nell’incredibile impresa di mettere finalmente ordine ad una vicenda fin troppo intricata. La serie non ha la pretesa di svelare la verità; ha però volontà, pienamente raggiunta, di raccontare un mistero a 360°, non dando nulla per scontato, riuscendo a presentare un prodotto adatto a tutti: tanto a coloro che hanno negli anni hanno seguito la vicenda Orlandi, tanto a chi non ne ha mai sentito parlare.

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Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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