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Recensioni false (su Amazon e altrove): come riconoscerle

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La notizia è delle scorse ore: Amazon ha presentato la prima denuncia penale europea (e lo ha fatto in Italia) contro le recensioni false.

Nel mirino è finito un broker che, in cambio di recensioni con in massimo dei voti (5 stelle), garantiva il rimborso del prodotto acquistato.

Altrove, i falsi recensori vengono pagati in denaro o con altre tipologie di beni.

L’azione di Amazon è ad ampio raggio, e oltre all’azione civile in Italia comprende anche un’azione civile in Spagna, dieci azioni legali negli Stati Uniti e lettere di diffida a cinque siti web con sede in Germania. Siti che hanno immediatamente cessato ogni attività.

L’azienda vuole evidentemente dare un giro di vite a un fenomeno quanto mai esteso e, naturalmente, lesivo dell’immagine del colosso dell’e-commerce.

Il mercato delle recensioni false

I numeri del giro delle recensioni false sono effettivamente inquietanti.

Lo scorso luglio, Amazon ha avviato una maxi azione legale in sette Paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna e Giappone.

L’azione ha contrastato gli amministratori di oltre 10.000 gruppi Facebook che procacciavano recensioni false in cambio di denaro o beni.

Per l’occasione, è stata la stessa società a fornire qualche dato: nel corso del 2020, Amazon ha segnalato a Meta più di 10.000 gruppi di recensioni false.

Ha inoltre fatto sapere che il personale impiegato a “proteggere i clienti, i marchi, i partner di vendita e dello store da contraffazioni, frodi e altre forme di abuso, comprese le recensioni false” a livello globale è di circa 12.000 persone.

Chi ci guadagna, chi ci perde

A guadagnare dalle recensioni false sono, va da sé, gli stessi recensori, pagati o rimborsati, i produttori, e gli amministratori di questi diffusissimi siti o gruppi truffaldini.

Viceversa, oltre ad Amazon e agli altri e-commerce, i danneggiati sono naturalmente i clienti.

Ormai le recensioni sono uno strumento fondamentale che precede l’acquisto: basti pensare che più del 92% dei consumatori europei le legge prima di acquistare un prodotto.

Inutile aggiungere quanto sia seccante ritrovarsi poi con un bene che non corrisponde in parte o per niente a quanto raccontato da altri precedenti acquirenti.

Torna quindi in auge una domanda: come riconoscere le false recensioni e distinguerle da quelle autentiche?

Proviamo a vedere alcuni aspetti che spesso le caratterizzano.

Come riconoscere le recensioni false

Premesso che nel… peggiore dei mondi possibili, il falso recensore dovrebbe essere abile a dissimulare, e quindi a valutare con il massimo punteggio un prodotto in modo da rendere credibile il suo commento e non destare sospetti.

Tuttavia, dal momento che anche il crimine ha i suoi limiti, possiamo notare che nelle recensioni false tornano con una certa frequenza una o più delle seguenti caratteristiche.

Troppi voti troppo alti

Una percentuale eccessivamente elevata di voti massimi, specie a fronte di un prodotto magari di una marca sconosciuta ed estremamente economico, non può non ingenerare più di un dubbio.

Perché se quell’azienda non è una big, e quel prodotto costa un terzo rispetto a quello analogo dei competitor, i consumatori si sono scatenati a recensirlo come il migliore sul mercato?

Troppo entusiasmo

Questo è il tranello in cui sovente cade il falso recensore, convinto che più le lodi di un prodotto sono sperticate e più il suo compito è stato svolto in modo impeccabile.

Siccome, a voler essere pignoli, un difettuccio lo si può sempre rinvenire, un giudizio eccessivamente lusinghiero (e ancor peggio una sfilza di recensioni simili) difficilmente è onesto.

I profili dei recensori

Se uno o più giudizi, dicevamo, somigliano a una standing ovation, si può sempre verificare il profilo dell’estensore.

Se costui e costei si è altrove mostrato critico verso altri prodotti, potremmo essere davvero al cospetto di una folgorazione. Viceversa, c’è da subodorare la presenza di una falsa recensione.

Le recensioni a pioggia

Troppe recensioni con il massimo dei voti concentrate in un breve tempo possono essere state generate da una campagna ad hoc di un produttore. Che per necessità di sollevare la valutazione di un prodotto si è affidato alle false recensioni.

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La lunghezza (e il taglio) delle recensioni

Attenzione infine alla lunghezza delle recensioni. Perché i broker di recensioni false chiedono un numero minimo di caratteri per pagare o rimborsare.

Storciamo anche il naso, come ricorda Altroconsumo, di fronte a “recensioni scritte con un linguaggio omologato, simili le une alle altre o nelle quali sono inseriti moltissimi dati tecnici (copiati direttamente dalla descrizione del prodotto) e ben poche esperienze veritiere”.

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