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Ritornare sulla Luna dopo 50 anni: la sfida di Artemis

Lunedì 29 agosto 2022 Artemis I dovrebbe partire dalla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center

20 luglio 1969.
Alle 20:17:40 UTC (Coordinate Universal Time) il modulo lunare Eagle atterra sulla Luna, nel Mare della Tranquillità.
Il giorno successivo, alle ore 02:56 UTC, Neil Amstrong diventa il primo uomo a mettere piede sulla Luna.

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità.

Questa frase, questo momento, sono impressi nelle mente di tutti noi, abitanti della Terra.
In fondo, come dimenticare che un tempo abbiamo avuto la forza, il coraggio, la sfrontatezza e l’intelligenza per portare delle persone sulla Luna?

Quello dell’Apollo 11 però non è stato l’unico allunaggio. È stato il primo. L’ultimo invece è datato 14 dicembre 1972, con Eugene Cernan che, a sua insaputo, diventò l’ultimo essere umano a mettere piede sul nostro satellite, prima di tornare a casa a bordo dell’Apollo 17.

Eugene Cernan ultimo uomo sulla Luna
Eugene Cernan durante l’ultima missione sulla Luna – Credits: Harrison H. Schmitt/NASA

Da quel momento sono passati 50 anni.
50 anni in cui abbiamo abbandonato la Luna. 50 anni riempiti dai voli dello Shuttle americano e della Sojuz russa. 50 anni durante i quali abbiamo lanciato satelliti, costruito la Stazione Spaziale Internazionale, fatto esperimenti e sognato di raggiungere Marte usando i veicoli di Elon Musk.
50 anni di sogni che ci hanno portati qua, a pochi giorni dall’esordio del nuovo programma spaziale della NASA: Artemis.
Che non è un nome casuale.
Artemis (o Artemide) è la sorella gemella di Apollo. Ed è una promessa. La promessa di portare le donne sulla Luna dopo averle scartate per le prime missioni spaziali, ritenendole non idonee al volo. La chiusura di Mercury 13, il programma nato grazie al ricercatore William Randolph Lovelace II all’inizio degli anni ’60 e pensato per selezionare le prime astronaute, è considerato ancora oggi uno dei più grandi fallimenti nella storia dell’agenzia spaziale americana.

Ora però le cose sono cambiate.
Lunedì 29 agosto 2022 Artemis I dovrebbe partire dalla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center, in Florida.
Destinazione: la Luna. O meglio, 64.000 chilometri oltre la Luna.

La missione Artemis I

Artemis I
Lo Space Launch System con Orion – Credits: NASA/Joel Kowsky

A bordo non ci sarà nessun essere umano, solo qualche manichino e un pecora di pezza.
Artemis I è un volo sperimentale, un test. Uno di quelli importanti visto che servirà a stabilire se questo vettore ha tutte le caratteristiche necessarie a portare sulla Luna dei veri astronauti, con i primi due lanci previsti nel 2024, con Artemis II, e nel 2025, con Artemis III.

La missione dovrebbe durare 42 giorni, con la navicella spaziale Orion che seguirà la stessa traiattoia prevista per il 2024, andando 64.000 km oltre la luna, battendo così il record stabilito dall’Apollo 13 che aveva raggiunto i 48.000 km.

La distanza però non è l’unico elemento che differenzia Apollo e Artemis.
Prima di tutto cambia il razzo.
La NASA ha sviluppato lo Space Launch System, un sistema di lancio orbitale pesante non riutibilizzabile. Il più potente razzo al mondo. E sì, tutta questa potenza è necessaria visto che dovrà portare Orion molto oltre l’orbita bassa della Stazione Spaziale Internazionale, con un’accelerazione pari a 36.370 km/h.

La navicella Orion

In cima, sulla punta delle SLS, c’è Orion, che avrà il compito di accompagnare l’equipaggio nello spazio profondo e riportarlo poi a casa.
Orion è composta da un modulo dedicato agli astronauti, un modulo di servizio e un sistema di salvataggio da utilizzare in caso di problemi durante il lancio o l’ascesa.

Sotto Orion c’è il modulo di servizio europeo: “È il punto del veicolo in cui troviamo i sistemi di propulsione primaria, l’alimentazione e le risorse per il supporto vitale di cui abbiamo bisogno durante la missione Artemis I“, ha spiegato Howard Hu, Orion program manager al Johnson Space Center di Houston.

Tra le novità troviamo anche lo scudo termico, uno degli elementi fondamentali di queste nuove missioni.
Orion tornerà sulla Terra e il suo ritorno non sarà esattamente indolore. Raggiungerà infatti una temperatura simile a quella della superficie del Sole, entrando nell’atmosfera a 40.200 km/h o, se preferite, a Mach 32. Che significa 32 volte la velocità del suono.
Per darvi un termine di paragone: lo Shuttle arrivava a Mach 25, cioè 28.160 km/h.
Quello dello scudo termico è uno dei test più importanti perché è l’unica prova che le simulazioni computerizzate non possono replicare al 100%.

Ritornare sulla Luna: Artemis I è solo il primo passo

ritornare sulla luna con le missioni artemis

Artemis I è il primo passo. Un passo che, salvo imprevisti, la NASA farà il 29 agosto 2022, tra le 8.33 e le 10.33 del mattino, orario locale.
Se tutto andrà come previsto, questo volo getterà le basi per il ritorno dell’uomo sulla Luna.
Questa volta però le cose potrebbero essere diverse.
Non si tratta di essere i primi a sbarcare. E nemmeno di dimostrare agli altri Paesi che gli Stati Uniti possono ancora essere un leader nell’esplorazione spaziale. Anche perché è sì gestita dalla NASA ma questa missione è frutto degli sforzi congiunti (anche economici) di una marea di Paesi, da quelli europei al Sudafrica passando per il Brasile e molti altri ancora.
In realtà l’umanità sta pensando al futuro, un futuro dove non solo calpesteremo la superficie del nostro satellite ma saremo in grado di costruire un piccolo avamposto lunare che, a sua volta, ci aiuterà a progettare la prima missione verso Marte.

“Artemis I è la dimostrazione che possiamo fare grandi cose che uniscono le persone, di cui beneficia tutta l’umanità, cose come le missioni Apollo che possono ispirare il mondo – ha dichiarato Bill Nelson, Amministratore della NASA – E per tutti quelli tra noi che guardano la Luna e sognano di tornarci: gente, siamo qui, stiamo tornando e il viaggio, il nostro viaggio, inizia con Artemis I.”

LEGO Creator 10266 NASA Apollo 11 - Bastone per campana di...
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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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