Le bufale permettono a chi le crea e diffonde di sprigionare tutta la fantasia e l’inventiva di cui dispone.
L’intelligenza artificiale generativa, poi, è in grado di creare pressoché qualunque immagine, dando forma quasi a ogni nostro pensiero, realizzabile o meno che sia. Questo significa che la rete è sempre più popolata di fake news con diversi gradi di attendibilità.
Nel novembre del 2023, ad esempio, vi avevamo raccontato di un’immagine circolata sui social che, pur con tutta la credulità possibile, sarebbe stato davvero difficile prendere per vera. Si trattava della foto di un’anziana signora che, dal letto di un ospedale, festeggiava (con tanto di torta) il suo trecentesimo compleanno.
Altre bufale, invece, per diversi motivi sono assai più difficili da sbugiardare. Emblematica in questo senso quella circolata nei giorni scorsi, secondo cui il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini avrebbe messo le catene alla sua Tesla, ma alle ruote sbagliate.
Il video di Matteo Salvini che mette le catene sbagliate alla Tesla
Siamo ben consci del video di cui parleremo (e delle reazioni che avrà potuto suscitare in molti) perché è arrivato anche a noi.
Nel filmato, della durata di 55 secondi, si vede il presunto ministro Matteo Salvini (in compagnia di un’altra persona) che sta terminando di montare le catene. La via è innevata e Salvini sta mettendo le catene alla propria Tesla, benissimo. Ma alle ruote sbagliate, come fa notare chi sta filmando (mentre altre voci sghignazzano). L’ignoto commentatore, con marcato accento campano, appellando più volte la persona del video come “fenomeno”, spiega infatti che la Tesla in questione ha la trazione posteriore, mentre il presunto Salvini sta montando le catene alle ruote anteriori.
Nei secondi finali, mentre lo pseudo Salvini sale in auto cercando invano di farla partire, il commentatore alza la voce e si rivolge all’altra persona del video, spiegandogli l’errore che è stato commesso.
Salvini, le catene alla Tesla e i primi dubbi
Nonostante ciò che diremo tra poco, i primi dubbi sull’identità della persona del video provengono dal fatto che nessuno, né il commentatore né le persone a lui vicine (si sentono diversi amici ridere) parlano di Matteo Salvini, ma solo di un presunto “fenomeno”.
Non è nemmeno da escludere che il commento audio sia stato aggiunto in un secondo momento.
Il video fake
Al di là di ciò, il video di Matteo Salvini che monta le catene sbagliate alla Tesla è un falso, per più di un motivo.
Intanto, c’è la logica: sarebbe curioso, e rischioso, che un personaggio politico così attento ai prodotti Made in Italy viaggi sulla vettura di un’azienda statunitense.
Ingrandendo l’immagine, poi, si può notare che le fattezze del volto del guidatore sono quelle di un uomo indubbiamente più giovane e meno in carne del ministro Salvini. Che, avvisato del fake circolante, lo ha condiviso in un post su Instagram. Commentando così: “Si inventano pure un video-fake pur di attaccare me e la Lega. Tra l’altro, non ho mai avuto o guidato una Tesla. Quanta paura facciamo a certa gente??? Avanti tutta, Amici!”
Come sempre accade in questi contesti, l’attacco è stato rigirato a proprio favore con tono vittimistico. Al punto che non è esclusa la possibilità di un’azione studiata a tavolino per darsi la possibilità di controbattere (non stipiamoci: non sarebbe certo la prima volta).
Ma al di là di questo, il video fake di Salvini che mette le catene alle ruote sbagliate della Tesla impone una riflessione in più.
Il video di Salvini e la nostra emotività
Come dicevamo, il video fake è arrivato anche all’estensore di queste righe. Che, ammettiamolo con candore, stava prendendolo per vero, e si è fermato l’attimo prima di inviarlo ad alcuni suoi contatti.
Salvini, a prescindere dal giudizio politico e umano che se ne possa dare, è di certo un personaggio politico divisivo. Dunque, un video che mostra una sua magra figura (acuita dal fatto che stiamo parlando di un ministro dei trasporti) avrà mandato in sollucchero i suoi detrattori. Che, in moltissimi casi, non avranno impiegato un istante a divulgarlo soddisfatti. Sentendosi, anzi, alfieri di una giusta causa: è grazie anche a noi se tutto il mondo saprà dell’incompetenza del ministro.
Peccato, lo ripetiamo, che si tratti di un falso. E dell’ennesima dimostrazione che una bufala ha tanto più la possibilità di diffondersi quanto più accende la nostra emotività. Spegnendo, contemporaneamente, la nostra razionalità e capacità di analisi.
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