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Sensori hi-tech installati in Piemonte per fronteggiare siccità e valanghe

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Lago Serru e lago Agnel min

I raggi cosmici sono particelle che provengono dallo spazio e che colpiscono di continuo la superficie terrestre. Una startup, fondata da tre ricercatori dell’università di Padova, Finapp, ha trovato un nuovo modo per utilizzarli per valutare l’umidità del terreno, attraverso delle sonde capaci di analizzare la quantità di neutroni rilasciati da questi raggi durante l’impatto con il suolo. Queste sonde CRNS (cosmic ray neutrons sensing) permettono di contare questi neutroni e quindi di determinare il contenuto d’acqua presente nel terreno, nella biomassa di campi e foreste, e valutare la massa dell’acqua presente nel manto nevoso. 

I sensori, che permettono anche di monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici, sono state installate in tre siti piemontesi e possono prevenire le valanghe tramite la misurazione della densità della neve. Questi rivoluzionari sensori aiutano quindi a prevenire siccità e valanghe, una tecnologia innovativa per rilevare la SWE, snow water equivalent, un dato che permette di rilevare la densità della neve. Una tecnologia interamente made in Italy che aiuta a gestire la quantità d’acqua nei bacini idrici: queste rilevazioni, effettuate sino ad ora da guide che eseguivano dei rilevamenti periodici, grazie ai sensori sono più complete e portate a termine senza rischio. 

Sensori hi-tech installati in Piemonte per fronteggiare siccità e valanghe

I nuovi sensori, oltre ad essere ecologici e a basso impatto ambientale, sono stati installati in tre siti piemontesi di cui due realizzati per conto del Gruppo Iren e uno per Arpa Piemonte. Il Piemonte è la seconda regione ad aver adottato questa tecnologia per il controllo della densità delle neve; anche in Lombardia ed Emilia Romagna sono stati installati i sensori all’interno di alcuni siti per rilievi in ambito agricolo e ambientale. Inoltre la sonda non entra in contatto con il suolo, essendo installata due metri al di sopra di esso, riuscendo a coprire un’area di 4-5 ettari. 

Le sonde Finapp, si legge sul sito ufficiale, “utilizzano materiali plastici e metallici molto facili da reperire, leggeri, compatti e meno costosi. La sonda Finapp misura l’attenuazione della radiazione cosmica naturale da parte del manto nevoso e fornisce misure dalla SWE in modo molto più accurato degli snow pillow o degli snowpack analyzer”. Per quanto riguarda le perdite d’acqua, “Finapp fornisce un modo nuovo e rivoluzionario per intervenire tempestivamente, grazie alle prestazioni nel conteggio dei neutroni, al design modulare, all’utilizzo di materiali plastici e metallici e al conteggio del total income dei raggi cosmici”.

I sensori permettono anche di monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici

Il progetto che sta portando avanti Finapp, fondata nel 2018 da Luca Stevanato con altri due ricercatori, Marcello Lunardon e Sandra Moretto, sta suscitando grande interesse, riscuotendo successo sui mercati italiani e mondiali e ottenendo diversi riconoscimenti: Finapp è considerata una delle migliori 60 start-up del mondo agritech. Come descritto a Adnkronos, “l’intenzione di Finapp è di crescere nel 2021 e realizzare un sito produttivo italiano, considerato che l’unica azienda in grado di realizzare alcune delle schede necessarie per completare l’apparato è infatti statunitense”. 

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