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Sistemi Biometrici: il futuro delle password, ma sono davvero sicuri?

Addio a codici numerici e parole, il futuro delle password sarà rappresentato da sistemi biometrici, ovvero sistemi informatici capaci di identificare una persona sulla base di una o più caratteristiche biologiche e/o comportamentali. Questi innovativi strumenti, però, sono davvero sicuri?

I sistemi biometrici

Il futuro della sicurezza appoggerà le proprie basi nei sistemi biometrici, ovvero dei sistemi informatici in grado di sfruttare una o più caratteristiche biologiche e/o comportamentali per identificare una persona, confrontando queste ultime con dati precedentemente acquisiti e presenti nel database di sistema.

Sistemi simili possono quindi prendere in considerazione caratteristiche fisiologiche come le impronte digitali o la fisionomia del volto, soggette soltanto a piccole variazioni nel corso del tempo, o comportamentali, come l’impronta vocale o la scrittura grafica, più tendenti al cambiamento e influenzate anche dalla situazione psicologica.

Le applicazioni biometriche possono anche essere integrate con altre tecnologie, come password, codici PIN o badge.

Un nuovo sistema 

Ad aggiungersi alla già ampia gamma di questi sistemi potrebbe presto essere Jetson, un sistema biometrico sviluppato dal Pentagono basato sul battito cardiaco.

Quest’ultimo sarebbe composto da un laser a infrarossi capace, tramite la rilevazione delle vibrazioni della pelle legate alla frequenza cardiaca, di identificare le persone da una distanza massima di 200 metri, tramite un confronto dei dati ottenuti con quelli già inseriti all’interno di un database.

Un sistema simile, unito al riconoscimento facciale, potrebbe essere facilmente sfruttato in ambito security, soprattutto vista la sua natura: il battito cardiaco non può infatti essere alterato e, quindi, rappresenterebbe un sistema sicuro al 95%.

Questi sistemi sono davvero sicuri?

La continua evoluzione dei sistemi biometrici ha portato le aziende e le organizzazioni ad interessarsi e approfondire anche il campo della sicurezza di questi ultimi.

Sistemi di questo tipo potrebbero infatti rappresentare una grande innovazione, ma a cui potrebbero anche essere connessi moltissimi rischi e violazioni.

In primo luogo, i dati biometrici possono essere ottenuti anche senza la consapevolezza o la partecipazione di un individuo, pratica che fornirebbe la possibilità di tracciare quest’ultimo in ogni istante, violando però il diritto alla riservatezza.

Dati di questo tipo non sarebbero inoltre diversificabili: il battito cardiaco potrebbe ad esempio diventare una password per moltissimi servizi diversi, e questo permetterebbe ad un malintenzionato di avere accesso a tutti questi ultimi soltanto ottenendo un singolo dato!

Nonostante questi potenziali timori, è comprensibile pensare ad una continua espansione, nei prossimi anni, dell’utilizzo di questi sistemi, considerati comunque molto più sicuri rispetto a normali password e codici d’accesso.

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