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Lo smartworking si evolve e diventa workation

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Lo smart working si trasforma sempre di più in workation. Con la pandemia, infatti, il lavoro da remoto è diventato sempre più diffuso e anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria molte aziende continueranno a seguire queste modalità di lavoro. Nasce così il fenomeno della workation, ovvero poter lavorare da un luogo di vacanza. Sulla questione interviene la recente indagine di Campeggi.com.

La workation diventa un riferimento per il futuro

Il termine workation nasce dall’unione delle parole inglesi work e vacation. Questo termine indica la possibilità di svolgere il proprio lavoro in un luogo di vacanza. Campeggi e villaggi turistici sono le mete ideali per la workation, potendo offrire una connessione Wi-Fi stabile e performante anche in mezzo alla natura.

Campeggi.com ha evidenziato alcuni esempi di strutture che già puntano sulla workation. È il caso, ad esempio, delle strutture del Club del Sole che hanno messo a punto la formula “Smart Working Village”. C’è poi il caso del Camping Village Eurcamping a Roseto degli Abruzzi (TE) che ha predisposto aree ad hoc per gli smart worker e potenziato la linea Wi-Fi. Il Camping Europa Silvella di San Felice del Benaco (BS) ha predisposto alcuni alloggi in modo specifico per il lavoro agile.

Il commento di Campeggi.com

Cristian Capizzi, fondatore di KoobCamp S.r.l. e Campeggi.com, dichiara: “sono contento del fatto che sempre più turisti scelgono di approfittare della possibilità offerta da molti camping village di lavorare all’interno delle strutture stesse. Questa modalità di smart working permette di coniugare la sana vita all’aria aperta con le esigenze lavorative di molte persone che, così facendo, riescono anche a trascorrere più tempo con le rispettive famiglie, in un ambiente riservato, sanificato e che garantisce l’indipendenza e la privacy degli ospiti”.

 

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