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La recensione di Star Wars Outlaws: un gioco per i fan di Guerre Stellari

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Per i primi 10 minuti abbiamo pensato “Oddio no, non sarà tutto così, vero?“.
Perché all’inizio Star Wars Outlaws ti butta nella mischia chiedendoti di recuperare soldi e senza dirti come.
Insomma, dove vado? Cosa faccio? Dove caspita sono? E qual è il mio vero scopo?
E così, pieni di domande senza risposta, e in compagnia del nostro fido Nix, iniziamo ad aggirarci per le strade di Canto Bight senza troppa convinzione. Troviamo qualche credito abbandonato, qualche materiale da rivendere, un amico per cui fare (e perdere) una scommessa. Alla fine abbiamo il denaro che ci serve.
Torniamo quindi a farci riparare un piccolo strumento che, subito dopo, scopriremo essere molto utile per aprire porte, casse e condotti dell’aria che ci sbarrano la strada verso il nostro grande obiettivo: andarcene.

A quel punto però le cose precipitano e finalmente la sensazione iniziale di noia e lentezza lascia spazio ad una serie di imprevisti che ci spingono ad andare avanti e scoprire cos’altro ha da dire l’ultimo gioco sviluppato da Massive Entertainment e pubblicato da Ubisoft.

Una donna, il suo “gatto (o cane) spaziale” e la ricerca di un futuro migliore | Recensione Star Wars Outlaws

Star Wars Outlaws trama

La protagonista di questo lento e poi improvvisamente rocambolesco inizio è Kay Vess, una piccola criminale accompagnata dal suo compagno Nix, l’equivalente alieno di un animale domestico molto intelligente, molto utile e indubbiamente molto carino.
Kay ha un sogno: andarsene da Cantonica, il suo pianeta natale, con l’obiettivo di conquistarsi una vita migliore. Migliore dei piccoli furtarelli, migliore di una piccola stanza al piano di sopra di una taverna, migliore di una città polverosa ma famosa per i suoi casinò – e se questo ti suona come “Las Vegas” è perché il richiamo è abbastanza evidente.

Non ci sono però palazzi enormi a Canto Bight. Solo case piccole e sufficientemente unite tra loro da consentire fughe strategiche sui tetti.
Ci sono però grandi criminali e Kay viene ingaggiata per derubare quello più temibile di tutti: Sliro.
La nostra protagonista si trova così a fare i conti con le guardie del leader degli Zerek Besh, conquistandosi con astuzia l’ingresso nella sua dimora, dritta dritta fino al posto indicato dai suoi complici.

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Inutile dire che le cose vanno storte e Kay, senza un soldo, dovrà trovare il mondo di farsi strada nel mondo della criminalità.

Se l’inizio vi pare promettente, seppur non troppo originale, sappiate che questo è il leitmotiv di Star Wars Outlaws, costellato da spunti interessanti seppur già visti.
“Spunti” perché spesso la sensazione è che si potrebbe fare di più, approfondire di più, ma la narrativa non eccelle per estrosità e i personaggi non sono mai eccessivamente approfonditi.
Tuttavia ci sono una buona dose di imprevisti che renderanno divertenti le circa 20 ore necessarie al completamento del gioco.

L’ambientazione è la vera ragione per giocarlo

Star Wars Outlaws ambientazione

Se non siete amanti di Star Wars, probabilmente troverete l’ultima fatica di Massive Entertainment nella media. Un gioco piuttosto ben fatto ma incapace di distinguersi troppo da altri titoli, soprattutto della medesima software house.
Se però siete un fan della saga, avrete pane per i vostri denti.
Qui la differenza la fa l’ambientazione.
Si respira Star Wars ad ogni angolo.
Le lande deserte, gli speeder da guidare spericolatamente, le cantine piene di vita, il sottobosco criminale, i banchetti dello street food e gli incontri con i ribelli valgono il prezzo del biglietto.
Tutto è stato studiato per riuscire ad immergervi nell’universo di George Lucas e portarvi nuovamente a vivere le Guerre Stellari.

Un po’ di questo e un po’ di quello | Recensione Star Wars Outlaws

Kay Vess si infiltra con il suo rampino di fiducia

Star Wars Outlaws è in qualche modo un gioco di Ubisoft.
Lo notate nel muoversi furtivo di Kay, nel suo arrampicarsi e saltare da una parte all’altra, nel suo sfruttare Nix per fare cose a distanza come aprire porte e bloccare pale della ventilazione.
Un po’ Assassin’s Creed, un po’ Watch Dogs.
E un po’ The Crew appena vi sedete sullo speeder.

Non è un male. In realtà per molti il gameplay sarà familiare.
Alla nostra protagonista viene spesso chiesto di accedere a rubare, infiltrarsi, sabotare, recuperare oggetti e riscuotere taglie, compiti che porterete spesso a termine cercando di passare inosservata il più possibile. E quando le cose si faranno difficili avrete con voi il vostro blaster di fiducia, modificabile e potenziabile nel corso dell’avventura. Non potrete però sostituirlo con un’arma a piacere visto che solo occasionalmente potrete recuperare le armi abbandonate dai nemici e sfruttarle per un breve lasso di tempo. Una scelta tutto sommato comprensibile e nemmeno troppo insolita: il blaster è l’arma che Kay sa usare, sa potenziare, sa trasportare agilmente. Il resto, per una che deve muoversi nel buio e nel silenzio spesso e volentieri, sarebbe solo un peso.

Quando si arriverà alle mani però la nostra anti-eroina saprà difendersi: le sparatorie non sono eccessivamente complicate, sono divertenti e nemici ci sono parsi intelligenti il giusto.

Star Wars outlaws recensione gameplay

A volte però non avrete bisogno né di infiltrarvi né di sparare.
Star Wars Outlaws infatti è stato ideato con alla base una meccanica basata sulla reputazione: ci sono quattro fazioni e più ne compiacerete una più potrete ottenere accessi e oggetti con facilità. Dovrete però fare attenzione agli equilibri: essere apprezzati da un nemico significa rischiare di indispettirne un altro o, peggio ancora, diventare bersagli viventi quando mettete piede nel territorio sbagliato.
Questo gioco di equilibri vi porterà a fare delle scelte che non influiranno sul corso della storia ma potranno rendervi la vita più o meno facile nella strada che porta al vostro obiettivo finale.

Star Wars outlaws recensione fazione

Non mancano ovviamente abilità da sviluppare, equipaggiamenti da trovare e potenziamenti ma non aspettatevi evoluzioni incredibili. Niente batterà per utilità l’Adrenaline Rush, un’abilità che vi consente di rallentare il tempo, marcare più bersagli e abbatterli rapidamente, ribaltando a volte le sorti di scontri in cui vi troverete in netto svantaggio numerico.
Se invece siete più propensi al corpo a corpo, sappiate che la protagonista non se la cava affatto male.

Alle missioni su una manciata di pianete sarà possibile alternare anche qualche momento sulla vostra astronave, la Trailblazer, con sparatorie nello spazio e detriti da recuperare. Il sistema di guida e gli armamenti fortunatamente non sono complessi da usare; al contrario, risulteranno intuitivi e divertenti. Un’apprezzata pausa da doveri e rischi terreni.

La Trailblazer

Di fatto quindi Star Wars Outlaws ci ha divertito nelle sue meccaniche, fatta probabilmente eccezione per la violazione di porte, condotti e affini che richiedono la pressione ritmica di un tasto per un tempo che spesso pare inutilmente lungo.

Si poteva fare di più

Star Wars Outlaws: la grafica

Si poteva fare di piùè un commento che potremmo dedicare anche alla narrativa e al gameplay ma è il lato tecnico quello che se la merita più di tutti.
La sensazione, quantomeno su PlayStation 5, è che manca qualcosa in termini di animazioni, definizione delle texture e framerate.

Maggior attenzione invece è stata riservata all’audio, con una colonna sonora ispirata che prende i temi classici della saga e li elabora per dar vita a qualcosa di nuovo.
Il doppiaggio poi è ben fatto ma solo in inglese, con i sottotitoli in italiano a vostra disposizione.

La recensione di Star Wars Outlaws in breve

Star Wars Outlaws poteva essere tanto di più.
Ma Massive Entertainment ha fatto scelte diverse e il risultato è un gioco discreto.
Discreto non è male, non è un brutto voto. E’ il voto di chi ha fatto i compiti bene ma senza esagerare, senza originalità, senza metterci davvero del suo.
I fan di Guerre Stellari lo apprezzeranno lo stesso perché in fondo basta calarsi nell’atmosfera per riuscire a divertirsi davvero mentre tutti gli altri potrebbero trovarlo meno appagante, proprio in virtù di qualche svista e mancanza.

Chissà che non sia solo una base di partenza per un sequel più succoso.

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Autore

  • Erika Gherardi

    Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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