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Perché Starlink Premium non è la mossa giusta

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Lo scorso anno SpaceX ha lanciato ufficialmente Starlink. Oggi la connessione satellitare di Elon Musk si evolve. E lo fa proponendo ai consumatori Starlink Premium, un nuovo piano di abbonamento che costa ben 500 dollari al mese. Cinque volte il costo della sottoscrizione standard.
Ma è davvero la mossa giusta? Oppure questa volta il signor Musk ha fatto un errore di valutazione?

Starlink Premium: cosa offre?

L’abbonamento base di Starlink prevede:

Starlink Premium invece include:

Sì, avete letto bene.
Nuova parabola“.
Starlink abbandona il grande piatto circolare che ha fatto innamorare i gatti di mezzo mondo a favore di un design squadrato e di misure più compatte. L’estetica però non è l’unica cosa che cambia. La parabola Premium ha il doppio della capacità per consentire di raggiungere i 500 Mbps in download promessi da Musk e potrà inoltre servire un numero maggiore di dispositivi.

Cambia poi anche il modem incluso nel kit. Una modifica indispensabile a reggere sia le connessioni multiple sia la velocità garantita dal servizio.

Infine Starlink promette ai clienti Premium l’assistenza tecnica prioritaria, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Starlink Premium è la mossa giusta?

Starlink Premium sembra essere il frutto dei feedback ricevuti dai clienti nel corso di questi mesi. La critica maggiore infatti pare fosse legata al numero di utenti che potevano collegarsi da un singola postazione. Essendo limitato, Starlink non si prestava all’utilizzo aziendale mentre il piano Premium dovrebbe adattarsi a queste necessità.
In più la nuova parabola sembra essere più resistente alle condizioni atmosferiche estreme, il che potrebbe renderla adatta anche a luoghi estremamente sperduti e con un clima poco clemente.

Quello che però ci lascia perplessi è la tempistica.
Stiamo usando Starlink da oltre 2 mesi. Abbiamo apprezzato la facilità con cui avviene l’installazione e la velocità che può raggiungere (anche 200 Mbps), senza contare che è un grande aiuto per chi non viene raggiunto dalla fibra o, ancora peggio, da una normale ADSL.
Il servizio però non è costante. Non ci sono down effettivi ma la sensibilità della parabola e il numero ancora insufficiente di satelliti causa brevi ma continue disconnessioni. Non è un problema per lo streaming video – dove c’è sempre un po’ di cache che aiuta – ma rende l’uso dei videogiochi online e le videochiamate davvero difficoltose.
Avremmo quindi preferito vedere Starlink concentrata sulla risoluzione degli attuali problemi così da rendere la connessione satellitare più fruibile per tutti coloro che hanno già deciso di fare fiducia al servizio piuttosto che proporre una variante più veloce e costose che comunque subirà le stesse disconnessioni della versione base.

Tenete inoltre presente che per il 2022 sono previste 52 missioni SpaceX che serviranno anche a portare nuovi satelliti in orbita.

Forse sarebbe stato meglio attendere la fine dell’anno per il lancio di Starlink Premium, preoccupandosi prima di garantire agli utenti un servizio costante e stabile invece di monetizzare con una variante ancora più costosa che, per giunta, propone un’altra parabola, più performante di quella già acquistata da migliaia di utenti.

Ricordiamo infine che Elon Musk dovrà risolvere anche il problema dell’inquinamento luminoso dei suoi satelliti e quello dell’affollamento della volta celeste. I satelliti di Starlink infatti impediscono ad astronomi e astrofisici di svolgere al meglio il proprio lavoro, senza contare che aumentare il numero di satelliti permetterà sicuramente di migliorare il servizio ma, ad un certo punto, sarà necessario regolamentare tutto questo. Il piano iniziale di SpaceX prevedeva 12.000 satelliti. Siamo davvero sicuri di poterci permettere di averne così tanti?

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