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La stazione spaziale cinese Tiangong 3 è quasi pronta

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Mancano ormai pochissimi mesi al varo ufficiale della stazione spaziale cinese Tiangong 3. Si tratterà della primo laboratorio orbitale a lungo termine della Cina, e una volta a regime sarà la seconda stazione orbitale attiva oltre alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Proviamo a capire cosa aspettarci da questo nuovo avamposto e perché è importante, scientificamente e politicamente.

Verso la stazione spaziale cinese Tiangong 3

Con l’arrivo a inizio giugno, tramite la missione Shenzhou 14, di tre astronauti a bordo del modulo Tianhe è iniziato il contro alla rovesca prima dell’apertura ufficiale della stazione entro la fine dell’anno.

Gli astronauti, oltre a portare avanti delle missioni scientifiche, avranno il compito di sistemare tutti gli strumenti di bordo e completare l’assemblaggio di altri due moduli, Wentian e Mengtian, in arrivo nei prossimi mesi. Con la missione Shengzu 15 arriveranno poi altri tre astronauti a sostituire quelli a bordo e a dare il via alle operazioni.

Un telescopio spaziale

A regime la stazione spaziale sarà affiancata dal telescopio spaziale Xuntian, il primo per la Cina. Sarà lanciato nel 2023 e seguirà un’orbita simile a quella del laboratorio. In determinate occasioni avrà addirittura la possibilità di attraccarsi alla stazione per ricevere manutenzione e riparazioni.

Xuntian può essere paragonato nelle dimensioni e nella risoluzione delle immagini ad Hubble, ma avrà un campo visivo circa 300 volte più ampio di quest’ultimo. Non potrà competere con l’appena lanciato James Webb Space Telescope della NASA, che supera le prestazioni di Hubble di diversi ordini di grandezza, ma sarà comunque un traguardo importante per la Cina.

Una questione politica

La componente con equipaggio del programma spaziale cinese e la creazione di questa e altre stazioni spaziali sono segnate da un fatto importante: il divieto della NASA di collaborare con la Cina in ambito aerospaziale. Questo si traduce nell’impossibilità, per gli astronauti cinesi, di operare sulla già esistente ISS, che per altri fronti è altrimenti una collaborazione altamente internazionale che ha visto astronauti da quasi ogni altra parte del mondo.

Sotto molti punti di vista, la Tiangong 3 ha molti punti di contatto con l’ISS. Viaggia infatti ad un’altitudine molto simile, 389 chilometri da terra, poco sotto la quota dell’ISS. Come quest’ultima, basa la sua alimentazione sull’energia solare fornita da appositi pannelli.

Le dimensioni saranno, all’innaugurazione, molto diverse: la stazione internazionale pesa infatti cinque volte quella cinese. C’è però anche da considerare che entrambe le stazioni sono modulari, e che all’inizio della sua missione anche l’ISS era composta da un paio di moduli. La stazione cinese in futuro potrebbe quindi espandersi ulteriormente. Anche con le dimensioni attuali, la Tiangong è progettata per supportare fino a 12 astronauti, contro il record di 9 raggiunto fino ad ora sull’ISS.

Nei prossimi mesi vedremo quindi la finalizzazione di questa stazione. E presto, guardando in alto, sapremo che ci saranno ben due avamposti spaziali ai confini del nostro mondo.

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