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La nostra Inflight call con Samantha Cristoforetti

Esperimenti scientifici e risposte sulla vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale

Dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e su tutti i nostri canali in streaming, abbiamo appena conclusa una chiamata speciale. Unica. Spaziale. Infatti abbiamo avuto l’onore di parlare con Samantha Cristoforetti durante una Inflight Call, durante la quale studenti dall’Italia, Portogallo e Lussemburgo hanno chiesto all’astronauta com’è la vita sulla Stazione Spaziale Internazionale. E le hanno anche chiesto di provare qualche esperimento in microgravità, che ha portato a scoperte davvero interessanti.

Come è andata la nostra Inflight Call con Samantha Cristoforetti

Prima di collegarci con la ISS (International Space Station), abbiamo parlato di spazio con alcuni esperti. La nostra Fjona Cakalli ha salutato i quattrocento ospiti del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Fra i quali c’erano anche molti studenti, alcuni dei quali in tensione in prospettiva delle domande da porgere ad Astro Samantha.

Una Inflight Call resa possibile anche per l’intervento dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che hanno coordinato l’evento come parte del progetto ESERO. Un progetto che utilizza la tematica sempre affascinante dello spazio per insegnare agli studenti le discipline STEM. In modo che armati di conoscenze sulla fisica, l’ingegneria e le altre materie scientifiche possano un giorno aspirare a trovarsi in orbita al posto di Samantha Cristoforetti. O magari sulla Luna o su Marte.

Il fascino della scienza

Il direttore del Museo Fiorenzo Galli ha parlato della splendida esposizione dedicata allo spazio del Museo Leonardo Da Vinci, fra cui c’è anche la tuta spaziale che Cristoforetti ha usato nella scorsa Missione Futura.

Cristoforetti

Fjona ha poi invitato sul palco tre esperti di spazio. Luca Reduzzi, curatore della sezione Astronomia e Spazio del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. La professoressa Michèle Lavagna, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano. E L’Ingegnere Marino Crisconio, dell’Unità di Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Sollecitati dalle domande della nostra Fjona, gli esperti hanno spiegato come funzionano le missioni sulla ISS. E a giudicare dal clima in sala, gli studenti presenti erano felicissimi di poter apprendere: il fascino dello spazio aiuta l’educazione. Un concetto alla base del progetto ESERO, come spiega Reduzzi, che coinvolge diverse realtà in tutta Italia. Oltre al museo milanese ci sono infatti Fondazione Idis-Città della Scienza di NapoliInfini.To Planetario di Torino, il MUSE di Trento, il Museo del Balì di Saltara (PU) e Psiquadro scarl di Perugia.

L’ingegner Crisconio ci ha poi spiegato come ci siano voluti decine e decine di voli per costruire la Stazione Spaziale Internazionale in orbita. Infatti è grande come un campo da calcio, troppo per essere costruita a terra per essere lanciata in orbita. E la professoressa Lavagna ha spiegato come il progetto ISS, realizzato fra il ’98 e il 2011 (anche se il primo equipaggio arrivò a bordo nel 2000), abbia una storia ancora più antica. Le prime collaborazioni spaziale fra NASA e l’agenzia spaziale dell’URSS iniziarono ancora in piena Guerra Fredda.

Le domande hanno rapito noi quanto il pubblico in sala. Dagli oggetti dell’ISS presenti al Museo fino a come ci si prepara per stare in orbita. Ma il tempo stringe sempre, specie quando si aspetta una chiamata da 400 km nel cielo.

Pronti per la Inflight Call con Samantha Cristoforetti

La nostra Fjona è passata all’inglese per parlare con il moderatore ESA David, che ha gestito la chiamata con i vari centri collegati. Infatti anche gli studenti del Lussemburgo e del Portogallo si sono preparati delle domande e degli esperimenti da far fare ad Astro Samantha. Tutti che parlavano di microgravità. Dopo un giro di saluti e ringraziamenti dai vari Paesi, (in cui Fjona ha spoilerato che il nostro esperimento avrebbe avuto a che fare con uno yo-yo), abbiamo visto alcuni video introduttivi su Cristoforetti e sulla Missione Minerva. Che per Cristoforetti diventa un acronimo: “M per Marvel, I per Inspiration, N per Nourishment, E per Exploration, R per Research, V per Voyage e infine la A per Adventure“. Nel frattempo, la regia si coordinava con la NASA per chiamare l’ISS.

A un certo punto abbiamo sentito “Houston to Station, do you hear us Sam?che ci ha fatto venire la pelle d’oca. Poi è apparsa Samantha Cristoforetti, pronta per la Inflight Call mentre viaggia sopra la nostra testa a 27 mila chilometri all’ora.

Quando Samantha ha dato il benvenuto a tutti sulla Stazione Spaziale Internazionale, l’emozione ha quasi fatto fluttuare anche noi da Terra. Astro Samantha ha salutato tutti gli studenti nelle varie nazioni, che in religioso silenzio guardavano l’astronauta che galleggiava nell’aria.

Samantha Cristoforetti 1

Le domande e gli esperimenti in microgravità

La prima domanda di uno studente da Milano riguarda la microgravità. Samantha spiega che la Stazione Spaziale Internazionale è il posto perfetto per vedere come l‘assenza di peso influenzi diverse leggi scientifiche. Sia per esperimenti che non potrebbero farsi altro, come l’impatto della microgravità sui tessuti del corpo umano. Sia per rimuovere una variabile (la gravità) e vedere come cambiando i risultati degli esperimenti.

Olio e acqua

Qualcosa che abbiamo potuto vedere subito con l’esperimento richiesto dal Portogallo. Sulla Terra olio e acqua non si mischiano: cosa succede in microgravità? Samantha ha fatto sapere che nemmeno lei aveva mai provato questa esperienza, quindi era contenta di rinunciare a una razione d’olio d’oliva per fare l’esperimento. Nella busta d’acqua in cui lo ha iniettato, l’olio si è mischiato creando una ‘galassia’ di venature. Anche dopo tempo (a fine Inflight Call), Samantha Cristoforetti ci ha mostrato che in microgravità il galleggiamento dell’olio sopra l’acqua non si verifica.

Il Lussemburgo ha chiesto del funzionamento di strumenti come un martello nello spazio. Samantha ha ammesso di non averne mai usato uno sulla ISS, ma ha spiegato che un suo collega russo aveva un martello con un peso mobile all’interno, per assicurare che non tornasse indietro troppo velocemente dopo l’urto. Inoltre tutti gli strumenti sono più grandi perché i guanti della tuta sono enormi.

Samantha Cristoforetti spazio

Yo-yo in microgravità

L’Italia ha quindi proposto un esperimento con uno yo-yo, che in microgravità torna indietro senza bisogno di applicare nessun’altra forza. Samantha ha anche mostrato come un giroscopio (una trottola) può essere spostata ma non cambia mai l’asse di rotazione in microgravità.

Uno studente del Portogallo ha quindi chiesto a Samantha come sente il suo stomaco sulla ISS: è come sulle montagne russe? Cristoforetti ha spiegato che il nostro apparato digerente funziona bene anche in microgravità, anche se alcuni suoi colleghi hanno avuto problemi di stomaco appena arrivati, come se avessero il mal di mare. Ma dura solo pochi giorni.

La tensione superficiale dell’acqua

Il Lussemburgo ha chiesto quindi cosa succede strizzando un panno intriso d’acqua. Sulla Terra l’acqua cade verso il basso. Ma come ha mostrato Samantha, in assenza di peso la tensione superficiale dell’acqua crea una specie di bolla attorno al panno e alle mani dell’astronauta.

Ultima domanda dall’Italia. Ed è una domanda da veri italiani: si può bere un caffè in orbita? Samantha ha spiegato che al momento utilizzano del caffè liofilizzato, ma in passato sulla ISS hanno utilizzato una macchina per l’espresso. Degli ingegneri aveva persino creato delle tazzine per far uscire il caffè sfruttando la capillarità: con una tazzina normale, il liquido avrebbe solo fluttuato a mezz’aria.

Dopo quest’ultima domanda, che ha dimostrato il lavoro ingegneristico e scientifico dietro anche la più semplice delle mansioni come bere un caffè, Samantha ha salutato tutti noi in collegamento. Ma soprattutto a ringraziato gli studenti, sperando che questa esperienza li convinca a studiare le materie STEM.

Forse un giorno potrò accogliere uno di voi come collega!ha detto l’astronauta. A giudicare dagli applausi ricevuti, qualcuno ci proverà.

Noi di certo ci siamo emozionati moltissimo nel poter guardare in streaming in esclusiva questa Inflight Call con Samantha Cristoforetti. Pensare alla cooperazione internazionale e al lavoro immane che serve per mandare scienziati come lei in orbita, a portare avanti il sapere collettivo dell’umanità, fa venire la pelle d’oca. Se volete recuperare questa esperienza davvero entusiasmante, potete farle sul nostro canale YouTube o su quello Twitch.

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  • Cristoforetti, Samantha (Autore)

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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