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La storia di Nvidia: come diventare i più ricchi al mondo (e poi perdere 500 miliardi)

Come si diventa la società con più alta capitalizzazione al mondo? Come si compete per questo titolo con società come Apple e Microsoft, quando per lavoro si producono chip e schede grafiche? Il successo di Nvidia ha subito un’accelerazione impressionante con l’intelligenza artificiale, ma la sua storia ha radici nel secolo scorso. Una startup fondata in un diner della Silicon Valley, con l’obiettivo di creare una società capace di portare il gaming nell’era del 3D.

Ed oggi, dopo che i suoi processori grafici si sono dimostrati perfetti per i calcoli dell’AI generativa, ha toccato il vertice diventando la più ricca società al mondo. Anche se la luna di miele con Wall Street sembra già finita: la società ha perso oltre 500 miliardi di dollari di capitalizzazione nell’ultima settimana.

Cosa ha reso Nvidia una società capace di guadagnare (e poi perdere) così tanto, così in fretta?

La storia di Nvidia: da un diner al vertice della Borsa (anche se per poco)

Ogni giocatore su PC al mondo conosceva Nvidia da anni. Ma da quando la Silicon Valley ha scoperto che i processori grafici per i giochi 3D sono i più efficienti per addestrare l’intelligenza artificiale, tutti hanno dovuto imparare questo nome. Non solo chi produce soluzioni AI come OpenAI, Microsoft, Amazon e Google. Ma anche gli esperti di geopolitica, visto che il governo americano ha chiesto di limitare l’export dei chip per l’AI della società californiana.

Il risultato? In un anno il valore di Nvidia è quasi triplicato, toccando settimana scorsa la vetta della più alta capitolazione societaria al mondo. Anche sopra giganti come Apple e Microsoft. Qualcosa che, forse, il CEO Jensen Huang non si aspettava nemmeno trent’anni fa, in un diner della Silicon Valley.

La storia di Nvidia, infatti, inizia in modo insospettabile in un diner Denny’s di San Jose, California, nel lontano 1993. È qui che i tre fondatori – Jensen Huang, Chris Malachowsky e Curtis Priem – si incontrano per discutere l’idea di creare una GPU (Graphics Processing Unit) dedicata al gaming 3D. Huang dirà in seguito che “francamente non avevo idea di come fare, e nemmeno loro. Nessuno di noi sapeva niente“, come ricorda il Corriere della Sera.

Huang, laureato a Stanford e già designer di chip per AMD e LSI Logic, aveva capito che il futuro erano le schede grafiche che avrebbero abilitato il gaming tridimensionale. Insieme ai suoi ex-colleghi Malachowsky e Priem, ingegneri di Sun Microsystems, decide di fondare Nvidia. Il nome deriva da “invidia” in latino, senza la “i” iniziale, ma inizia invece con NV, che stanno per “Next Vision”. Volevo fare chip in maniera diversa, volevano puntare sul futuro.

Nvidia storia società

Malachowsky ricorda a Business Insider che loro tre passano ore a discutere il progetto nel diner, ordinando Grand Slam breakfast e litri di caffè. “Eravamo clienti terribili, occupavamo il tavolo per ore ordinando solo caffè”, ricorda Malachowsky. Ma ne è valsa la pena, tanto che l’anno scorso il diner ha aggiunto una targa commemorativa di quei primi incontri.

I primi successi con le GPU per il gaming

Dopo aver raccolto 10 milioni di dollari da alcuni venture capital, nel 1995 Nvidia lancia la sua prima GPU, la NV1. Non è un successo, ma il chip successivo RIVA 128 del 1997 fa conoscere questo nuovo nome. Nel 1999 arriva la svolta: Nvidia inventa la GPU GeForce 256, la prima in grado di accelerare davvero la grafica 3D. Non è un caso che proprio sulla soglia del nuovo millennio Nvidia entra in Borsa, forte di questo primo successo.

Negli anni 2000 Nvidia diventa leader nelle schede grafiche per PC e console, stringendo partnership con Microsoft per la Xbox e acquisendo nel 2000 la rivale 3dfx per 112 milioni di dollari. Le GPU GeForce diventano lo standard de facto per il gaming, con continue innovazioni come shader programmabili e ray tracing in tempo reale.

Nvidia schede grafiche

Le varie serie GeForce conquistano il mercato, consolidandosi soprattutto negli ultimi dieci anni come il punto di riferimento per tutti i videogiocatori. Sia quelli che le usano all’interno dei propri PC da assemblare, sia chi acquista le console con le GPU dedicate già all’interno.

Nel 2020 l’azienda vuole puntare anche sui chip mobile e per laptop, con l’acquisizione per 40 milioni di dollari di ARM. Ma dopo due anni di discussioni con l’Anti-Trust, Nvidia ha dovuto rinunciare a quell’acquisto di una società in grande espansione. Ma presto si sarebbe consolata.

La scommessa sull’intelligenza artificiale

Ma la vera svolta per Nvidia arriva nel 2010, quando Huang intuisce che le GPU, grazie alla loro architettura parallela, sono perfette per accelerare gli algoritmi di deep learning alla base dell’intelligenza artificiale. Nvidia inizia così a sviluppare chip e software dedicati all’IA, come la piattaforma CUDA che permette di sfruttare le GPU per il calcolo generale.

È una scommessa visionaria: all’epoca il mercato dell’AI è ancora agli inizi, ma Huang ci crede e investe con convinzione. “Ci siamo preparati per un’opportunità che non esisteva ancora”, dirà poi al Wall Street Journal. Quando nel 2012 la svolta del deep learning innesca il boom dell’AI, Nvidia è già pronta. E ora che l’AI generativa alza le azioni di tutte le società tech, la società di Huang rappresenta le fondamenta di un intero sistema economico.

I suoi processori A100 e H100 diventano fondamentali. Senza le GPU di Nvidia, chatbot come ChatGPT e Gemini non potrebbero fare calcoli altrettanto rapidi. Quindi le azioni di Nvidia salgono del 160%, portando la capitalizzazione oltre i 1000 miliardi di dollari, come poche altre società hanno fatto nella storia. E quest’anno sono cresciute del 180% fino a quasi triplicare il già enorme valore.

Il crollo in Borsa: come continuerà la storia di Nvidia

Il gaming 3D ha portato Nvidia in Borsa, l’intelligenza artificiale l’ha portata a diventare (per poco) la società più ricca al mondo. Ma, in questi ultimi giorni, cosa sta portando Nvidia a perdere 500 miliardi di dollari?

Secondo il Corriere della Sera, uno dei problemi potrebbe essere la scelta del CEO Jensen Huang di vendere azioni per circa 95 milioni di dollari. Una scelta che potrebbe aver spinto qualche investitore a pensare che anche lui, che ha fondato la società, ha pensato che le azioni di Nvidia non potranno più salire.

Ma il rischio, con tutto il settore dei semiconduttori che perde quote fino al 7%, potrebbe essere quello di una possibile bolla speculativa. Tutti hanno investito sull’AI generativa, ma ad oggi sono poche le aziende che hanno portato a terra progetti che aumentano i ricavi. Nvidia potrebbe pagare lo scotto di queste promesse non (ancora) mantenute. Al momento, tuttavia, fare previsioni di così lungo termine sembra prematuro: Nvidia ha ancora un valore sopra i tremila miliardi. Insomma, ora potrebbero permettersi di pagare qualcosa in più del caffè in un diner.

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Corriere della Sera
Source
Wikipedia

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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