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TikTok: multa dall’AGCM per pratica commerciale scorretta

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Non si può davvero dire che per TikTok le ultime ore siano state troppo favorevoli.

Mercoledì 13 marzo la Camera dei Rappresentanti USA ha firmato una legge che rischia di far bannare il social di ByteDance dall’intero territorio statunitense. Se anche il Senato approverà la legge, ByteDance (proprietaria della piattaforma) avrà 180 giorni di tempo per vendere TikTok a una società americana. In caso contrario, il social sarà bandito dagli app store e dai server statunitensi.

E l’indomani, giovedì 14 marzo, è arrivata la multa a TikTok dall’AGCM per pratica commerciale scorretta. Capiamo meglio perché la piattaforma cinese è stata sanzionata dal nostro Antitrust.

L’AGCM multa TikTok

L’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) multa TikTok, e lo fa sapere tramite un comunicato stampa pubblicato sul suo sito ufficiale giovedì 14 marzo.

Nella nota introduttiva leggiamo che “risultano inadeguati i controlli della società sui contenuti che circolano sulla piattaforma, in particolare quelli che possono minacciare la sicurezza di soggetti minori e vulnerabili. Inoltre questi contenuti vengono sistematicamente riproposti agli utenti a seguito della loro profilazione algoritmica, stimolando un uso sempre crescente del social network.”

Sanzione per pratica commerciale scorretta

Insomma, la multa a TikTok (o più precisamente a ByteDance) da parte dell’AGCM è stata comminata per pratica commerciale scorretta.

Più nel dettaglio, con l’attività istruttoria si è accertato che TikTok ha permesso la diffusione di contenuti “suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili.”

E viene portato l’esempio concreto della challenge denominata “Cicatrice francese”, un’assurda sfida che incentivava i giovani all’autolesionismo. E su cui, come abbiamo scritto a suo tempo, nel marzo del 2023 l’AGCM aveva già aperto un’istruttoria.

La mancata applicazione di misure, da parte del social, per evitare la diffusione di contenuti simili, è peraltro in aperto contrasto con le linee guida pubblicate sulla stessa piattaforma. E che, nonostante nelle promesse dovrebbero tutelare gli utenti più giovani, non tengono “in adeguato conto la specifica vulnerabilità degli adolescenti, caratterizzata da peculiari meccanismi cognitivi dai quali derivano, ad esempio, la difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione e la tendenza ad emulare comportamenti di gruppo.”

L’algoritmo sotto accusa

L’AGCM fa inoltre notare che TikTok non si limita a un certo lassismo nei confronti dei contenuti a rischio.

La profilazione algoritmica degli utenti seleziona di continuo video che mostra nelle sezioni Per Te e Seguiti. Con “l’obiettivo di aumentare le interazioni tra utenti e il tempo speso sulla piattaforma così da accrescere la redditività degli introiti pubblicitari. Ciò causa un indebito condizionamento degli utenti che vengono stimolati ad adoperare sempre di più la piattaforma.”

Multa a TikTok di 10 milioni di euro

Per queste pratiche commerciali scorrette, l’AGCOM ha valutato congrua una multa a TikTok di 10 milioni di euro.

La sanzione va “a tre società del gruppo Bytedance Ltd, ovvero l’irlandese TikTok Technology Limited, la britannica TikTok Information Technologies UK Limited e l’italiana TikTok Italy Srl.”

Nelle 44 pagine del provvedimento, a cui si può accedere tramite link in calce al comunicato stampa, leggiamo che le aziende hanno violato il “Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di pubblicità ingannevole e comparativa, pratiche commerciali scorrette, violazione dei diritti dei consumatori nei contratti, violazione del divieto di discriminazioni e clausole vessatorie”, adottato dall’Autorità con delibera del 1° aprile 2015, n. 25411.

La replica di TikTok

Subito dopo la multa dell’AGCM a TikTok, è arrivata la replica di un portavoce della piattaforma di ByteDance.

Che ha detto: “Siamo in disaccordo con questa decisione. Il contenuto legato alla cosiddetta ‘cicatrice francese’ registrava una media giornaliera di soltanto 100 ricerche al giorno in Italia prima che l’AGCM annunciasse l’avvio delle indagini l’anno scorso. Da tempo abbiamo ridotto la visibilità di tali contenuti agli utenti di età inferiore ai 18 anni, escludendoli anche dalla pagina dei Per Te”.

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