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TikTok verso il ban negli Stati Uniti. Cosa succederà adesso?

Dopo l’ok della Camera alla legge che potrebbe bloccare il social

Tra gli Stati Uniti e TikTok non si può dire che i rapporti siano idilliaci.

Più in generale, sono molti i governi e le istituzioni occidentali che hanno proibito l’utilizzo dei social ai propri dipendenti. Sino ad arrivare al caso del Montana, risalente al maggio del 2023, quando il governatore Greg Gianforte ha vietato l’utilizzo della piattaforma a tutta la popolazione.

Ma ora gli USA hanno fatto di più. Come vi abbiamo raccontato in un articolo, nella giornata di mercoledì 13 marzo 2024 la Camera dei Rappresentanti  ha votato a favore di un disegno di legge che in qualche modo mette alle corde ByteDance, proprietaria di TikTok. L’azienda cinese può decidere se vendere la piattaforma social, o essere bandita dall’intero territorio degli Stati Uniti.

Andiamo con ordine, spiegando prima cos’è accaduto, ripercorrendo poi il burrascoso rapporto tra gli Stati Uniti e TikTok, e illustrando infine cosa potrebbe succedere adesso.

stati uniti tiktok

La Camera USA contro TikTok: ban più vicino

Il 13 marzo, dicevamo, la Camera USA ha votato una legge che potremmo definire capestro per ByteDance.

Il verdetto è stato lapidario: 352 sono stati i voti a favore e appena 65 quelli contrari.

Si tratta del Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications Act. Cioè, senza troppi giri di parole, la legge che protegge gli americani dalle applicazioni controllate da avversari stranieri.

Se approvata anche al Senato e poi in vigore, la legge impone a ByteDance di vendere TikTok entro 180 giorni a una società americana. Viceversa, il social sarà bandito dagli app store e dai server americani.

La diatriba Stati Uniti-Tik Tok

Dai tempi dell’amministrazione Trump, TikTok è stata vista come una pericolosa propaggine del governo di Pechino.

Le accuse, mosse da diversi Paesi occidentali, sono che tramite il social ByteDance possa raccogliere dati sensibili degli utenti occidentali e girarli al governo. Clamorosa è stata in questo senso la dichiarazione di un ex dirigente di ByteDance, che lo scorso maggio avrebbe confermato tutti i peggiori sospetti sulla censura dei contenuti e sullo spionaggio. Arrivando addirittura ad affermare che la piattaforma sarebbe un “utile strumento di propaganda per il Partito Comunista Cinese.”

L’idea di scindere TikTok da ByteDance non è nuova. Nel marzo del 2023 l’amministrazione Biden aveva chiesto all’azienda cinese di slegare da sé il seguitissimo social. E secondo alcuni giornali (tra cui Bloomberg) l’ipotesi era stata presa in seria considerazione.

Cosa succede ora

La legge passa ora al Senato. Se approvata, dalla sua entrata in vigore darà 180 giorni di tempo a ByteDance per decidere se separarsi dal social che negli Usa vanta circa 170 milioni di utenti, vendendolo a un’azienda occidentale. L’alternativa è il ban del social dal territorio statunitense.

Ciò significherebbe che i principali store dovranno eliminare l’applicazione. Che non si potrà più scaricare né, per chi già la possedesse, aggiornare. Anche se non dovrebbe essere eccessivamente complicato continuare a utilizzare l’app (ad esempio scaricandola da store alternativi).

Joe Biden e TikTok

Vale la pena di ricordare l’ambigua posizione del presidente Joe Biden. Che si è detto pronto a firmare un’eventuale legge sulla messa al bando di TikTok negli Stati Uniti. Ma che all’inizio del 2024, in campagna elettorale per le prossime presidenziali, ha aperto proprio un account sul social più amato dai giovani, evidentemente per ravvivare la propria immagine dopo le insinuazioni sulla sua non verdissima età (e dopo qualche imbarazzante vuoto di memoria).

Le dichiarazioni

La tenzone politica tra Stati Uniti e TikTok, o dovremmo dire tra Stati Uniti e Cina, non poteva non proseguire dopo che la Camera ha dato l’ok alla legge.

Un portavoce della piattaforma di ByteDance ha commentato: “Questo processo è stato condotto in segreto e il disegno di legge è stato portato avanti per un’unica ragione: bannare TikTok. Ci auspichiamo che il Senato consideri i fatti, ascolti i propri elettori e comprenda l’impatto sull’economia, sulle 7 milioni di piccole imprese e sui 170 milioni di americani che utilizzano la nostra piattaforma.”

Alza il tiro lo speaker repubblicano Mike Johnson: “La Cina comunista è il più grande nemico geopolitico dell’America e sta usando la sua tecnologia per minare attivamente la sicurezza e l’economia dell’America”

Di parere opposto Alexandria Ocasio-Cortez, esponente di spicco della sinistra democratica: “Voterò no alla vendita forzata di TikTok, questa legge è stata affrettata in modo incredibile, dalla commissione al voto in quattro giorni, con pochissime spiegazioni. Ci sono in gioco questioni serie di antitrust e privacy e preoccupazioni di sicurezza nazionale che dovrebbero essere spiegate al pubblico prima del voto”.

Curiosamente, Ocasio-Cortez è sulla stessa lunghezza d’onda di Donald Trump, contrario al ban a TikTok, che favorirebbe i social di Meta. “E io non voglio veder crescere Facebook, che ha imbrogliato nello scorso ciclo elettorale: loro sono nemici del popolo.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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