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Uber sotto attacco, violati i sistemi informatici

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Uber ha subito un attacco hacker, di cui risulta ancora difficile determinare l’entità: ma il servizio ha messo online diversi server interni per limitare i danni. I sistemi informatici sono sotto attacco e ora gli esperti di cybersecurity del servizio di sharing stanno provando ad arginare l’avanzata dei criminali digitali.

Uber sotto attacco hacker, ignota l’entità del danno

In questo momento Uber si limita a dire che “sta attivamente rispondendo a un incidente di cybersecurity”, senza elargire ulteriori dettagli. E questo fa preoccupare: di solito le aziende tech tengono da subito a specificare di aver arrestato l’avanza degli hacker. Ma sembra che questo non sia ancora avvenuto per Uber.

Il New York Times riporta che il servizio di ride sharing ha messo offline diversi sistemi interni durante la giornata di ieri, giovedì 15 settembre. E si riporta che la compagnia ha chiesto ai dipendenti di non utilizzare lo Slack aziendale e di disabilitare alcuni dei sistemi interni.

L’autodenuncia degli hacker

Al momento non è nemmeno chiaro quanto a lungo i computer di Uber siano stati compromessi. Infatti l’azienda ha riscontrato la breccia nella propria sicurezza informatica solamente nel pomeriggio di ieri (la tarda serata italiana) dopo che alcuni dipendenti sono stati notificati dagli stessi hacker. Se non l’avessero fatto, forse non l’avrebbero ancora scoperto.

L’hacker ha scritto: “Annuncio di essere un hacker e che Uber ha sofferto un data breach”. Un messaggio chiaro e univoco sull’account compromesso di Slack dell’azienda. Nel messaggio inoltre c’era un elenco dei database interni che avrebbero colpito, oltre a delle fotografie esplicite di alcuni dipendenti recuperate dalle loro pagine private.

Un nuovo attacco

Uber aveva già subito nel 2016 un attacco di alto profilo che aveva colpito ben 57 milioni di persone in tutto il mondo. All’epoca, invece di comunicare direttamente con gli utenti di questo problema, Uber aveva pagato 100 mila dollari agli hacker per cancellare i dati compromessi. Il capo della sicurezza dell’epoca Joe Sullivan fu licenziato e ora sa affrontando un processo riguardo la questione.

La speranza è questo attacco non sia di quella stessa entità e che sia possibile proteggere i dati degli utenti e dei dipendenti. Ma al momento non abbiamo ulteriori informazioni, vi terremo aggiornati.

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