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La bufala della settimana: la Variante già nota

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Sul fatto che i no vax siano aggiornatissimi, non c’è il minimo dubbio.

Giusto il tempo di permettere all’Oms di classificare il nuovo ceppo B.1.1.529 del Coronavirus con il nome greco di Omicron, ed ecco che già si sono diffuse le prima fake news che lo riguardano.

Nonostante si stia ripetendo da giorni che la variante Omicron è stata osservata per la prima volta il 12 novembre a Hong Kong, su un viaggiatore di ritorno dal Sudafrica (ecco perché la si chiama anche variante sudafricana), i complottisti la retrodatano.

Chi a luglio e chi, addirittura, a maggio. Prendendo spunto da un articolo del World economic forum o da una fantomatica tabella.

E il meccanismo di creazione della bufala è sempre identico. Si parte da una notizia vera, che però si legge e manipola ad arte, per piegarla a ciò che si desidera comunicare. E cioè, in questo specifico caso, al fatto che la variante Omicron serpeggiasse già da mesi, ma (chissà poi perché) è stata taciuta sino a pochi giorni fa.

Vediamo meglio i contorni dell’ennesima bufala dei no vax, stavolta sulla nuova variante Omicron del virus.

La variante Omicron già nota a luglio

Ci sono cascate anche alcune serie testate giornalistiche, come Il Tempo. Che hanno segnalato come la variante Omicron del Covid fosse già nota a luglio, almeno agli esperti. E se ne hanno parlato giornali del genere, figurarsi con quale rapidità la notizia ha attecchito su siti e pagine social vicine al movimento no vax, dunque di scientificità più che dubbia.

Ma come sarebbe stata motivata questa notizia? Perché il fatto che la variante Omicron circolasse già in estate, leggiamo su Il Tempo, “lo dimostra un articolo del World Economic Forum che spiega come gli scienziati rilevano le nuove forme del virus. Nel documento pubblicato il 12 luglio si riporta con grande chiarezza che degli scienziati sudafricani hanno scoperto una nuova variante del COVID-19.”

L’articolo continua citando i successivi capoversi del pezzo del World Economic Forum che parlano della variante Omicron. Dove sono ripetute cose sorprendentemente simili a quelle di cui si sta parlando in questi giorni: contagiosità, tipo di sintomi che la variante procura, efficacia o meno degli attuali vaccini.

Già, notizie sorprendentemente simili. Che smettono di sorprendere una volta scoperta la verità.

L’articolo del World Economic Forum: ecco dove sta la bufala

L’articolo per così dire incriminato è stato pubblicato sul sito del World Economic Forum lo scorso 12 luglio. E si intitolava “Explainer: This is how scientists detect new variants of COVID-19”.

Tutto o chiaro, o quasi. Evidentemente i complottisti no vax hanno l’occhio selettivo, che permette loro di intercettare – di un articolo – solo ciò che può far suscitare nuove notizie infondate.

Perché nell’articolo medesimo, proprio nel primo paragrafo, ecco che appare una nota davvero inequivocabile. Che recita: This article was last updated on26 November 2021. Ovvero: Questo articolo è stato aggiornato l’ultima volta il 26 novembre 2021.

Ora si spiega perché nel pezzo erano riportate notizie sulla variante Omicron così stranamente simili a quelle che possiamo leggere in questi giorni su tutti i quotidiani!

Complotto chiama complotto: la data aggiunta a posteriori

Ma i no vax non si sono fatti bastare questa verità. Ecco che è spuntato chi ha accusato il World Economic Forum di avere aggiunto la data in un secondo momento. Per mascherare il riprovevole riserbo sulla variante Omicron mantenuto così a lungo.

Ma più di un indizio fa cadere anche questa ipotesi. Intanto, ad avere un minimo di pratica con l’html, si può verificare quanto dice il codice: “dateCreated”:”2021-07-12T10:02:00Z”,”datePublished”:”2021-07-12T10:02:00Z”,”dateModified”:”2021-11-27T09:41:03Z”.

Inoltre, un link del secondo paragrafo rimanda a un articolo di Reuters del 25 novembre (aggiornato il 26).

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La tabella del World Economic Forum

Bene: adesso i complottisti si saranno arresi.

Nemmeno per idea. O meglio: sì per quanto riguarda l’articolo del World Economic Forum. Ma ecco che nel frattempo è circolata in Rete una tabella, nella quale sarebbe riportato una sorta di piano pandemico, con tutti i nomi delle varianti e i mesi in cui sarebbero dovute essere messe in circolazione. Sino addirittura al 2023.

Nella tabella in questione, la variante Omicron non sarebbe in giro per il mondo dallo scorso luglio, ma addirittura da maggio.

In questo caso la bufala è ancora più facilmente smascherabile: si tratta di una tabella senza fonte, accanto alla quale sono stati applicati alcuni loghi, tra cui quello del World Economic Forum. Una tabella analoga, peraltro, era già stata diffusa nel mese di luglio.

E guai a dire che chi l’ha fatta circolare ha indovinato i nomi delle varianti. Dal momento che ogni nuovo ceppo viene nominato con una lettera progressiva dell’alfabeto greco, non occorrono una fantasia sfrenata né competenze da premio Nobel per stilare una simile tabella “preveggente”.

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