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Questo motore di ricerca scopre chi vi traccia online

Un detective privato per scoprire chi vi segue — o perlomeno, chi lo sta facendo online. WebXray è un motore di ricerca che promette di rivelare i segreti del tracciamento online, facendovi capire chi raccoglie i vostri dati di navigazione.

WebXray, il motore di ricerca che svela il tracciamento online

Tim Libert, ex ingegnere di Google, ha creato WebXray con un obiettivo ambizioso: rendere la privacy online “inevitabile”. Il suo strumento permette a chiunque di scoprire quali siti web stanno tracciando le proprie ricerche e con quali cookie.

WebXray può rivelare quali siti hanno condiviso i vostri dati di ricerca con Google AdSense, quelli che servono per fornire pubblicità mirate. Come spiega Gizmodo, può servire a chi non vuole far trapelare informazioni sulla propria salute, oppure sulle proprie ricerche (specie se “Not Safe for Work”).

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Ma WebXray non si limita a soddisfare la curiosità degli utenti. Il suo vero potenziale sta nel fornire munizioni per cause legali contro le violazioni della privacy. Come ha raccontato a Wired, Libert sogna di diventare “l’Henry Ford delle cause tecnologiche“, creando una vera e propria catena di montaggio per le azioni legali.

Il timing non potrebbe essere migliore. Con l’entrata in vigore di nuove leggi sulla privacy in Europa e negli Stati Uniti, molte pratiche di tracciamento sono diventate illegali. WebXray si propone come strumento per aiutare procuratori e aziende a navigare in questo nuovo panorama legale.

Libert lavorava per Google, che ha recentemente fatto marcia indietro sulla promessa di eliminare i cookie di terze parti entro il 2023, pur assicurando di lavorare duramente per tutelare la privacy degli utenti. Libert non manca però di sottolineare come Google sia il maggiore utilizzatore di questi cookie, invitando gli utenti a verificarlo personalmente sul sito di WebXray.

WebXray ha come motto “la privacy è inevitabile”. Resta da vedere, però, se questo tool permetterà davvero di tenere sotto controllo i propri dati di navigazione. E se un numero sufficiente di utenti inizierà a usarlo.

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Source
Gizmodo

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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