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WhatsApp: la fuga dati potrebbe aver esposto 35 milioni di numeri italiani

Ma alcune informazioni sembrano arrivate da una vecchia fuga di notizie

La fuga di dati di WhatsApp potrebbe aver coinvolto ben 35 milioni di numeri di telefono italiani. Ma dall’altro lato, sembra che alcune informazioni afferiscano a un breach precedente, di Facebook. Check Point Software (CPR) prova a fare il punto della situazione.

WhatsApp: 35 milioni di numeri di telefono italiani coinvolti nella fuga di dati

La ricerca di Check Point Research (CPR) evidenzia che l’ultimo data breach che ha coinvolto WhatsApp potrebbe aver coinvolto ben 360 milioni di numeri in 108 Paesi. Tutti questi dati sarebbero stati esposti nel darkweb, dove CPR ha trovato milioni di registrazioni disponibili all’acquisto.

Ogni Paese ha più o meno dati esposti, anche in base al numero di utenti stesso. Per esempio, la Bosnia-Erzegovina ne ha 604 mentre l’Italia ne ha addirittura 35 milioni. Tutti dati che nei primi quattro giorni erano stati messi in vendita. Ma che ora gli hacker distribuiscono liberamente.

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CPR ha dichiarato: “Nonostante le informazioni in vendita siano solo numeri di telefono attivi e non il contenuto dei messaggi stessi, si tratta di una violazione su larga scala enorme. Una conseguenza immediata è la possibilità che questi numeri vengano utilizzati come parte di attacchi di phishing attraverso l’app stessa. Invitiamo tutti gli utenti di WhatsApp a prestare la massima attenzione ai messaggi che ricevono e anche quando devono cliccare su link e messaggi condivisi sull’app.”

Tuttavia, sembra ora emergere che il database emerso sia in realtà un riutilizzo di una vecchia fuga di notizie da Facebook del 2019. CPR non può confermare o provare che questi numeri provengano dagli utenti di WhastApp. Ma tiene aggiornato il suo blog per valutare la situazione.

Nel dubbio, resta imporante per gli utenti fare particolare attenzione a chiamate o SMS sospetti: che chiedono informazioni per un pacco che non avete ordinato, oppure che chiedono dati personali. Se non siete sicuri, chiamate il servizio in questione e chiedete informazioni per evitare truffe.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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