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Windbound recensione – Navighiamo nel mare in tempesta

Un po’ di fibre, qualche pezzo di argilla, una pietra, qualche foglia di palma e siamo pronti per avventurarci in un mondo inesplorato. Questo è Windbound, il nuovo titolo di casa 5 Lives Studios: un’avventura survival che vuole raccontare qualcosa di più. Eh sì perché a differenza dei più classici Rust, Empyrion o Minecraft, il gioco non si limita soltanto alla sopravvivenza in un mondo ostico, ma vuole raccontare una storia. La storia di Kara, una giovane ragazza esperta nella navigazione, che, dopo una violenta tempesta, si trova da sola ad affrontare un mondo completamente ignoto.
Windbound prende certamente ispirazione da The Legend of Zelda, specialmente dall’ultimo Breath of The Wilde, ma non ne rappresenta una mera copia. Tante le analogie, ma anche tante altre differenze, soprattutto nella realizzazione complessiva.

Il titolo, disponibile su PC, Xbox One, PS4 e Nintendo Switch, al netto di qualche imperfezione, è riuscito a tenerci piacevolmente incollati allo schermo. Dunque, senza troppi indugi, tuffiamoci insieme a Kara in questa interessante avventura marina.

Windbound offre un ricco sistema di sopravvivenza

Windbound è un buon titolo che offre un interessante sistema di gestione globale. Abbiamo, infatti, tutte le caratteristiche essenziali di un gioco di sopravvivenza, miste però a una storia di base. Questo rende il gioco parecchio longevo poiché, una volta completata la storia, sarà possibile continuare a giocare semplicemente trattandolo come un classico survival sandbox.

L’avventura si concentra principalmente sull’esplorazione del territorio che è costituito da tante piccole isole sparse all’interno di un vastissimo mare. La prima grande sfida che dobbiamo affrontare è proprio quella verso le salate e insidiose acque. Quindi, fibre in spalla, e si inizia a costruire.

Creare la prima imbarcazione è davvero semplice; ci basta raccogliere qualche elemento da terra e il gioco è fatto. Dare vita alla barca che accompagna ogni traversata è facile, crearla in maniera perfetta, forse, un po’ meno. Man mano che andremo avanti con la storia, ci sarà possibile costruire imbarcazioni sempre più robuste e sempre più complesse. Partiremo da canoe molto compatte, fino a realizzare sistemi ricchi di alberi e vele.

A piacere è tutto il sistema di crafting (costruzione) basato su una logica abbastanza facile da comprendere. Non si tratta di un modello unico nel suo genere, ma è sicuramente ben strutturato. Ogni volta che la nostra protagonista viene in contatto con un nuovo elemento, una nuova ricetta (accompagnata da una scritta a schermo) riempirà il nostro menù. Raccogliendo delle fibre, per esempio, ci verrà suggerita la possibilità di realizzare corde. Prendendo una pietra, invece, potrebbe venire in mente di costruire qualche strumento per abbattere gli alberi. Compiendo tale azione la ricetta della barca si mostrerà nel nostro inventario e così via.

Raccogliere gli elementi base è davvero semplice, troveremo tutto il necessario sulle differenti isole e dovremo solo fare attenzione a non accumulare troppa roba in eccesso.

Developer: 5 Lives Studios
Price: 19,99 €

Navigazione e combattimento, due facce della stessa medaglia

Come sottolineato all’inizio della nostra recensione, il gameplay di Windbound si basa su sopravvivenza ed esplorazione. Analizzare il sistema di navigazione e quello di combattimento, quindi, diventa essenziale.

Partiamo subito con la navigazione che, per fortuna, si dimostra molto semplice e intuitiva. Una volta saliti sulla barca, ci muoveremo con i classici tasti WASD, seguendo venti e correnti marine. Costruendo il giusto albero, piazzando correttamente le vele e bilanciando il sistema, non dovremmo riscontrare nessun particolare problema. Man mano che avanzeremo con l’avventura, saremo in grado di realizzare imbarcazioni sempre più resistenti e questo ci darà una certa sicurezza in mare aperto. Inoltre, nel caso in cui la nostra compagna si danneggiasse, avremo sempre modo di ripararla velocemente, senza particolari problemi.

Passiamo ora al sistema di combattimento, forse la pecca più grande del titolo. Anzitutto è bene spiegare che è possibile giocare la storia secondo due diversi livelli: uno più semplice, che permette di vivere meglio la narrazione, e uno leggermente più complesso, che invece punta più sulla parte survival. Che si scelga l’uno o l’altro poco importa ai fini del combat system.

Affrontare le creature, infatti, sarà semplice solo a lungo raggio. Creati archi e fionde sarà molto più semplice combattere i nemici: prendiamo la mira, carichiamo l’arma e.. “Fuoco!”. I problemi si generano, però, sul corto raggio. Ingaggiando un animale, infatti, potremo effettuare agilmente schivate e potremo attaccare senza problemi, ma ci saranno impossibili tutte le altre azioni a contorno. Dunque, per poter sopravvivere agli scontri, dovremo ogni volta ingaggiare, schivare, attaccare, togliere l’ingaggio, correre, curarci e poi ingaggiare nuovamente. Insomma, un sistema un po’ ostico, per nulla fluido e non esattamente intuitivo.

Un capitolo dopo l’altro

Come abbiamo spiegato in apertura, Windbound non è fatto solo di raccolta e costruzione, ma cela anche una storia. Il gioco è suddiviso in diversi capitoli e, per completarli tutti, saranno necessarie poco più di una decina di ore (anche meno se vi limiterete nell’esplorazione). Capitolo dopo capitolo, il titolo saprà offrirvi arcipelaghi sempre più vasti e variegati e piccole novità.

5 Lives Studios ha cercato di ricreare una narrazione che fosse coinvolgente e ci è riuscita solo a metà. Windbound è interessante e avvincente, ma purtroppo non è troppo approfondito. Sparse nelle isole troveremo tracce del clan di Kara, oggetti speciali e frammenti marini. Ad accoglierci ci saranno torri magiche e passaggi spaziali, ma il tutto sarà un po’ troppo superficiale. Un vero peccato visto che, un maggiore approfondimento, avrebbe certamente giovato nel complesso.

Non chiamatelo Zelda

Windbound è davvero molto simile a Zelda e su questo non ci sono dubbi. Tanti sono i punti che li accomunano: i falò, il crafting, il puntamento con le armi e anche il marker del colpo a segno. Chi ha giocato a The Legend of Zelda: Breath of The Wilde, non potrà non notare tutte queste analogie. Anche lo stesso fulcro del gameplay, ovvero quello di girare con la barca tra le isole, può essere paragonato al famoso titolo Nintendo. Molte delle animazioni e delle inquadrature, così come la grafica, non fanno che richiamare The Legend of Zelda: The Wind Waker. Lo stesso succedere per i dettagli maggiori come le linee direzionali, il movimento della vela, il suo rigonfiamento, il modo in cui si alza e si abbassa con il vento.

I punti in comune ci sono, non si possono assolutamente negare, ma Windbound non è Zelda. A parer nostro non si tratta di semplici copiature, ma di solo di importanti spunti. Quasi una sorta di tributo verso un gioco che ha fatto davvero la storia del videogame.

Windbound è un sì?

La domanda che ora sorge spontanea è: “vale la pena acquistare Windbound?”. La risposta è: forse. O meglio, il gioco è divertente, fluido, semplice e intuitivo. Presenta delle buone caratteristiche nel sistema di costruzione e una facile esplorazione. Pecca un po’ a livello di combattimenti, dove la vera sfida non è data tanto dall’abilità dei mostri, ma più dall’abilità nel cliccare velocemente le sequenze di tasti. Peccato anche per la narrazione che parte e si dispiega bene, ma non viene approfondita a dovere. Bella, invece, l’ambientazione, i colori, le grafiche e le animazioni; il complesso grafico è eccezionale. I colori sono vivaci e lo stile, sebbene sia chiara l’ispirazione, è davvero ben sviluppato.

Per rispondere alla domanda potremmo dire che Windbound non è forse la prima scelta, ma è comunque un ottimo numero due. Sa divertirci, sa intrattenerci, ci regala ottimi scenari e mette un po’ alla prova le nostre abilità costruttive ed esplorative. Un gioco che merita una piccola opportunità.

Developer: 5 Lives Studios
Price: 19,99 €

 

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