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Wow Air: lasciati a terra migliaia di passeggeri

Wow‘ è probabilmente l’espressione meno colorita utilizzata ieri dai passeggeri di Wow Air alla notizia della cancellazione di tutti i voli della compagnia. La low-cost islandese è infatti, dopo un travagliato percorso, collassata su sé stessa, e si è trovata costretta a cessare ogni sua attività.

 Il collasso di Wow Air 

I problemi finanziari non sono ovviamente cominciati ieri: già da tempo la compagnia aerea era in cerca di finanziamenti, e a settembre 2018 era riuscita ad ottenere una boccata di ossigeno grazie alla vendita di alcune obbligazioni. Un sollievo durato poco, con una altra richiesta di finanziamenti appena due mesi dopo e un portafoglio sempre più vuoto.

Tra le possibili cause del fallimenti ci sono, secondo il fondatore e CEO Skuli Mogensen, la “cattiva pubblicità“, il momento sfavorevole, complice anche il fallimento della low-cost Primera, e gli “stretti termini di pagamento” verso i fornitori. A tutto questo si aggiunge l’aumento dei prezzi del carburante nei primi nove mesi del 2018, per una perdita netta di 33.7 milioni di dollari.

Anche una potenziale acquisizione da parte della compagnia di bandiera islandese Icelandair si è concretizzata in un nulla di fatto, così come un investimento da parte di Indigo Partners. Neanche il governo islandese, nonostante le preoccupazioni mostrate dalle condizioni della compagnia, è intervenuto, se non per aiutare i passeggeri bloccati a terra.

Prima del collasso di ieri, Wow Air aveva provato a guadagnare tempo riducendo la sua flotta da 20 11 aerei, vendendone 4 e cercando di affittare gli altri. Ma tutto questo non è evidentemente bastato, e tutte le tratte sono state cancellate.

 I disagi di giovedì 

Nonostante l’aeroporto di Keflavik, vicino Reykjavik (capitale dell’Islanda), sostenga, attraverso il suo portavoce Gudjon Helgason, che non ci siano molte persone bloccate a terra, grazie all’avviso della compagnia aerea, ci sono invece molte testimonianze di disagi e problemi con i rimborsi.

Il passeggero Bjorn Kjartansson, bloccato per una giornata intera a Boston, ha per esempio dichiarato: “Ai loro occhi [della compagnia aerea] siamo soltanto scarafaggi o spazzatura“, riferendosi al trattamento riservato. Il suo volo, infatti, invece di essere direttamente cancellato è stato ritardato diverse volte prima che il suo annullamento fosse annunciato. La stessa cosa si è ripetuta in altre città, come a Detroit per il volo verso Dublino, dove la compagnia ha offerto pizza e una notte in hotel ai passeggeri bloccati, senza però aggiornarli subito della situazione.

Il giornale Iceland Review ha stimato un numero di viaggiatori bloccati che si aggira tra i 2700 e i 4000. Si parla inoltre di 1100 impiegati senza più un lavoro. Anche chi non era in viaggio è rimasto coinvolto: chi infatti ha comprato un biglietto per una data successiva si è visto arrivare un voucher di rimborso, senza però una chiara procedura per convertirlo in soldi veri. Chi ha usato una carta di credito potrebbe essere abbastanza fortunato da vedersi rimborsato il biglietto direttamente lì, ma questo potrebbe essere un problema per chi lo ha comprato mesi fa, con ormai la transazione già saldata.

 Un problema comune 

Quello di Wow Air è un problema con cui si sono scontrate molte altre compagnie aeree europee: il mercato estremamente competitivo, con offerte low-cost anche trans-oceaniche, ha portato molte compagnie ad inseguire margini di guadagno sempre minori, esponendosi però alla variazione del prezzo del carburante e all’accumularsi dei pagamenti.

Primera, una budget company lettone-danese con voli trans-atlantici nella sua offerta, è fallita ad Ottobre, e lo stesso è avvenuto con compagnie svizzere, belghe e tedesche. Hanno dichiarato bancarotta anche la britannica Flybmi, specializzata in voli interni, e la tedesca Germania. Insomma, se da una parte la competizione tra le varie compagnie europee porta sicuramente a dei prezzi estremamente convenienti, ci sono anche molti sconfitti in quella guerra al ribasso, con conseguenze anche per noi viaggiatori. Vedremo se il mercato si stabilizzerà o se sarà necessario un cambio di paradigma.

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