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Osservatorio Influencer Marketing: il ruolo degli influencer

Il secondo appuntamento dell’Osservatorio Influencer Marketing (OIM), ha fatto chiarezza sul parere delle aizende in merito agli influencer. L’evento, organizzato da da Ipsos, società leader nelle ricerche di mercato e FLU, agenzia italiana parte di Uniting Group Holding, ha risposto alla domanda “Perché i brand coinvolgono gli influencer?”

9 aziende su 10 dichiarano infatti di aver coinvolto almeno un influencer nel proprio piano di comunicazione. L’utilizzo, sempre maggiore, dei social da parte delle aziende, sta facendo infatti crescere il numero di campagne di influencer marketing. Lo scopo è quello di accrescere e diversificare i contenuti interessanti per il proprio target di riferimento.

Osservatorio Influencer Marketing: Perché i brand coinvolgono gli influencer?

Secondo quanto rilevato dall’osservatorio OIM esistono tre ragioni principali:

  • Per raggiungere il proprio target di riferimento entrandovi in contatto diretto (secondo quanto dichiarato dall’88% degli intervistati)
  • Fare brand awareness (secondo l’85% degli intervistati)
  • Migliorare il percepito della marca verso il target di riferimento (76% degli intervistati)

Claudia Ballerini, Head of Quantitative Business Unit di Ipsos, ha affermato: “Le aziende hanno bisogno di concretezza, perché gli obiettivi che ci si pone, qualsiasi essi siano, hanno bisogno di essere affrontati in un modo completamente diverso rispetto a quanto si è abituati a fare. Contrariamente al testimonial, che diventa una parte all’interno della marca, nelle campagne di influencer marketing accade il contrario: la marca entra in un mondo che non è necessariamente o esclusivamente il suo, entra in un mondo che è quello dell’influencer, dove ci possono essere sia conoscitori, sia non conoscitori, ma anche rejector della marca stessa e dove, però, l’influencer ha un ruolo di endorser molto forte. Quindi l’adesione non è alla marca, ma alla marca attraverso l’influencer. Questo ha importanti implicazioni per le aziende: è necessario, infatti, un ribaltamento della modalità comune di promuovere la marca, perché si lascia la comfort zone della comunicazione tradizionale e si entra in un mondo che, seppur studiato, può essere un po’ imprevedibile.”

Quali sono gli influencer scelti?

Oltre la metà degli influencer selezionati come brand ambassador non sono personaggi famosi ma persone specializzate in tematiche specifiche e note quindi all’interno di community di riferimento. Questi personaggi godono di molta credibilità, tanto da essere spesso dei veri modelli per chi li segue come. Nel primo osservatorio OIM, infatti, proprio gli utenti hanno dichiarato di seguire con maggiore fiducia le personalità social esperte nei temi a loro più cari.

Le collaborazioni con gli influencer, nella maggior parte dei casi, non sono continuative ma temporanee. Il 66% degli intervistati dichiara, infatti, di attivare la collaborazione con uno o più influencer solo in occasione di eventi o iniziative speciali. Solo il 34% dichiara di avvalersi di questo strumento in modo continuativo, come parte integrante della strategia di comunicazione.

Le campagne di Influencer

4 aziende su 5 dichiarano di avvalersi del supporto sia di specialisti del marketing interni alle aziende sia di realtà esterne esperte specializzate in ambito influencer marketing. Solo un’azienda su cinque dichiara di realizzare tutto internamente.

Oggi le aziende si affidano ancora prevalentemente alle cosiddette vanity metrics. Si tradda di dati che vaidano la bontà della scelta di un influencer rispetto ad un altro. La giusta scelta si traduce in un maggior Engagement che i contenuti condivisi ed il profilo sono in grado di generare. A seguire i brand valutano i Contatti (reach, true reach e il numero di visualizzazioni). Per ultimo viene osservato il Sentiment (sentiment dei post, brand associations, aggettivi dei tags) generato.

 “Come mostrano i dati, per le aziende il coinvolgimento di un influencer in una campagna pubblicitaria è diventato fondamentale, non solo per esprimere al meglio i propri valori e mostrarsi vicini al proprio target di riferimento, ma anche per creare un rapporto di fiducia e rispetto reciproco con i propri follower così profondo da poter agire sui processi di acquisto del consumatore. Le aziende si stanno sempre più strutturando per una maggiore consapevolezza sul reale valore di questo nuovo media: un’impresa su 3 utilizza questo asset in maniera continuativa, un grande risultato se si pensa che fino allo scorso anno solo il 10% dei brand coinvolgeva gli influencer in  strategie di comunicazione di lungo periodo, per veicolare in modo più efficace i propri valori e costruire una brand awareness sempre più forte.” afferma Rosario Magro, Rosario Magro, Partner e Marketing Director di Flu.

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Autore

  • Daniele Cicarelli

    Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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