Nelle ultime ore Netflix ha lanciato sui propri social un video assolutamente interessante, parte del progetto chiamato Parliamone. Si tratta di una tavola rotonda, che vede diverse figure confrontarsi su un tema chiave, ovvero quello della rappresentazione nei media. Un argomento che giorno dopo giorno diventa sempre più centrale e dibattuto, su cui la piattaforma ha dimostrato di avere una posizione precisa. Ne è nata una discussione molto profonda, che vale la pena di recuperare.
Netflix e la rappresentazione, parliamone
A questa tavola rotonda hanno preso parte alcuni dei volti della piattaforma di streaming, a diverso titolo coinvolti nel tema del video. La discussione ha infatti coinvolto Haroun Fall, uno degli interpreti della serie Zero, Coco Rebecca Edogamhe, direttamente da Summertime e Beatrice Bruschi, da sempre una dei volti di SKAM Italia dove interpreta la giovane musulmana Sana, su cui è incentrata peraltro proprio la stagione prodotta da Netflix. Insieme a loro erano presenti al tavolo anche la content creator Momoka Banana e il divulgatore scientifico Adrian Fartade. A moderare, l’attivista e scrittrice Sumaya Abdel Qader, già consulente proprio per la sopracitata stagione di SKAM Italia.
La discussione ha toccato tanti aspetti differenti del tema. Gli ospiti hanno avuto la possibilità di raccontare la propria esperienza in maniera diretta, parlando non solo delle difficoltà nel trovare modelli a cui ispirarsi nella cultura popolare, ma anche condividendo episodi di razzismo e discriminazione vissuti in prima persona. Storie che colpiscono, soprattutto se rapportate all’idea diffusa e riportata con puntualità da Adrian Fartade che “in Italia nessuno è razzista“.
È interessante sottolineare in particolare come il discorso non abbia evitato un aspetto piuttosto ‘scivoloso’, legato al coinvolgimento di Beatrice Bruschi. Se da una parte il suo ruolo in SKAM Italia ha potuto portare finalmente al centro di uno show una protagonista musulmana, dall’altra ci sono state discussioni legate al fatto che l’attrice non appartenga a questa religione. Un problema non indifferente, che viene evidenziato nel dibattito del video Netflix Parliamone.
Perché la rappresentazione è così importante?
È particolarmente significativo il titolo che la piattaforma ha scelto di dare al proprio video. “Cosa significa non vedersi MAI rappresentati sullo schermo?” riassume molto chiaramente il problema (del nostro Paese e non solo) che vuole raccontare. Un aspetto infatti che va sottolineato è che nella nostra produzione non è che ci siano pochi prodotti incentrati su persone non caucasiche. È che non ce n’è praticamente nessuna.
Le conseguenze di questa assenza pressoché totale sono numerose. Il fatto di avere dei modelli, reali o fittizi, che siano simili per background o semplicemente aspetto fisico a noi, ci influenza tantissimo che lo vogliamo o meno. È in questo senso che si spiega, in parte, il sopracitato caso di Beatrice Bruschi. Lo dice chiaramente Sumaya Abdel Qader, quando racconta che per i primi casting di Sana “otto anni fa non si è presentato praticamente nessuno“.
Non è solo questione però di dare una rappresentazione a etnie e nazionalità differenti, ma è importante anche che questa sia positiva o quantomeno variegata. In questo senso è particolarmente rilevante l’intervento di Haroun Fall, che raccontando di come lui cerchi sempre di proporsi per parti in cui è “fuori ruolo” perché questo gli dà “la possibilità di rappresentare qualcosa al di fuori di me. Poter essere un medico, poter essere un avvocato… Poter rappresentare delle categorie della società che non vengono mai rappresentate perché nella nostra società siamo migranti, siamo ladri, siamo stupratori…“.
È davvero difficile sovrastimare quanto possa essere forte l’impatto del mostrare al pubblico continuamente la stessa immagine. La questione del razzismo ha sicuramente radici varie e profonde, ma intervenire sulla rappresentazione aiuta a non rafforzarle ulteriormente e prima o poi estirparle.
Raccogliamo l’esempio di Netflix e parliamone
Un’ultima lezione che possiamo raccogliere da questo video (che consigliamo caldamente di recuperare) è proprio lì nel nome del progetto. Perché Parliamone è un consiglio diretto dato da Netflix, che può essere eccezionalmente d’aiuto.
Affrontare il problema di petto, discuterne, in maniera non necessariamente conflittuale, ma che sia costruttiva, che non punti a nascondere le difficoltà sotto il tappeto, è un altro passaggio chiave nella crescita. Ascoltare le esperienze altrui, imparare a comprenderle può essere efficace per cambiare il proprio punto di vista, grazie alla scoperta di uno nuovo.
Se poi a tutto questo si affianca l’impegno, come quello profuso da Netflix stessa, nel cercare di proporre protagonisti diversi, storie nuove, racconti che forzino la routine in cui siamo immersi, si possono fare grandi passi avanti.
- Editore: Mondadori
- Autore: Antonio Dikele Distefano
- Collana: Novel
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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