Sono passati ben quattro anni da quando lo scandalo Cambridge Analytica travolse gli uffici di Meta, che all’epoca si chiamava ancora Facebook. La società di Mark Zuckerberg ha ora trovato un accordo che mette fine alla class action nei suoi confronti. Un accordo da 725 milioni di dollari, il più esoso di sempre per una class action.
Se non conoscete la storia, la società Cambridge Analytica, ora defunta, era stata accusata di aver sfruttato i dati personali di circa 87 milioni di utenti Facebook. Dati forniti dalla stessa piattaforma social. Il tutto era aggravato dal fatto che Cambridge Analytica era incaricata di gestire le campagne presidenziali di Ted Cruz e Donald Trump. La società aveva infatti utilizzato le informazioni personali raccolte per le campagne elettorali del 2016.
Lo scandalo è emerso due anni dopo, nel 2018, a seguito delle inchieste del New York Times e del Guardian. Indagini giornalistiche che sono state rese possibili dall’’informatore Christopher Wylie.
Cambridge Analytica: la class action contro Meta
L’ondata ha ovviamente travolto anche e soprattutto Facebook, rea di aver violato le leggi federali e statali, consentendo a società terze di raccogliere dati personali degli utenti senza consenso. L’accordo di oggi mette parzialmente fine alla questione, in quanto Meta ha accettato il pagamento dell’esosa cifra, ma rigetta le accuse di aver commesso azioni illecite.
“Negli ultimi tre anni abbiamo rinnovato il nostro approccio alla privacy e implementato un programma completo in tal senso”, ha dichiarato Meta attraverso una nota stampa, aggiungendo che l’accordo “era nel migliore interesse della nostra community e degli azionisti”. Gli avvocati dei querelanti, invece, hanno commentato così l’avvenuto accordo tra le parti: “Questo storico accordo fornirà un precedente significativo nell’ambito della privacy”.
Già nel 2019, Facebook aveva accettato di pagare una multa di 5 miliardi di dollari a seguito di un’indagine della Federal Trade Commission. Ulteriori 100 milioni sono stati poi pagati a seguito dell’indagine della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti. Ha infine pagato circa 644.000 dollari come multa al Regno Unito.
Lo scandalo però, come dicevamo, è risolto solo parzialmente. Meta deve ancora affrontare una causa legale relativa ai fatti di Cambridge Analytica, quella intentata da alcuni procuratori generale di Washington.
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