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Presto potremo creare playlist su Spotify con dei prompt per l’AI

Avete sempre cercato una raccolta di canzoni per tranquillizzare il vostro cane durante un temporale, oppure per motivarvi mentre giocate ai videogiochi? Se avete bisogno di playlist troppo originali, probabilmente fate fatica a trovarle già fatte da qualche altro utente. Per vostra fortuna, Spotify sta integrando sempre di più l’intelligenza artificiale nella creazione di playlist, offrendo agli utenti una nuova funzionalità che consente loro di generare playlist personalizzate attraverso semplici prompt per l’AI. In modo da poter avere, ogni volta, una raccolta musicale su misura per noi.

Le playlist AI di Spotify: una nuova frontiera nella personalizzazione musicale

Le playlist AI di Spotify, per il momento disponibili in Beta, consentono agli utenti di creare playlist personalizzate attraverso l’utilizzo di istruzioni scritte. Questa funzionalità, inizialmente disponibile per gli utenti su dispositivi Android e iOS nel Regno Unito e in Australia, sarà successivamente estesa ad altri mercati — speriamo, presto anche nel nostro.

Grazie all’intelligenza artificiale, gli utenti possono richiedere una vasta gamma di playlist personalizzate, dalle più standard basate su genere o periodo storico, a quelle più creative. Techcrunch fa due esempi calzanti: “canzoni per fare una serenata al mio gatto” o “ritmi per combattere un’apocalisse zombi”. Ma le possibilità sono moltissime: potete chiedere anche le cose più complesse. Anche se Spotify suggerisce che le migliori playlist vengono generate utilizzando suggerimenti che combinano generi, stati d’animo, artisti e decenni. Tipo “canzoni pop anni ’90 per chi si sente nostalgico” o “hip-hop contemporaneo per un allenarsi con entusiasmo”.

Spotify Epic

Inoltre, la piattaforma sfrutta la sua comprensione dei gusti degli utenti per personalizzare ulteriormente le playlist create. Dopo la generazione iniziale, gli ascoltatori possono perfezionare il risultato emettendo comandi come “meno ottimista” o “più pop”, o rimuovere singoli brani scorrendo verso sinistra. Dopotutto, la scoperta di nuovi brani su Spotify risulta già di per sé molto efficace: oltre all’AI generativo con i prompt, gli algoritmi restano attivi ed efficaci.

Raccolte musicali sempre più intelligenti

Dal punto di vista tecnico, Spotify utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per comprendere le intenzioni dell’utente, combinandoli con la sua tecnologia di personalizzazione basata sulla cronologia e le preferenze dell’ascoltatore.

La funzionalità è accessibile nella scheda “La tua libreria” dell’app Spotify, toccando il pulsante più (+) in alto a destra. Spotify spiega che troveremo anche suggerimenti rapidi per aiutare gli utenti a iniziare, come “concentrarsi sul lavoro con l’elettronica strumentale” o “esplora un genere di nicchia come Witch House”.

Spotify video musicali

Spotify sottolinea che l’intelligenza artificiale è circondata da guardrail per evitare suggerimenti offensivi o focalizzati su eventi attuali o marchi specifici.

Dopo il successo di AI DJ, le playlist AI confermano la volontà di Spotify di sfruttare le ultime tecnologie AI per offrire un’esperienza musicale sempre più personalizzata e coinvolgente. Man mano che l’intelligenza artificiale continua a evolversi, è probabile che vedremo ulteriori innovazioni da parte di Spotify in questo campo.

Tuttavia, ci resta una domanda a cui potremo rispondere solo dopo aver testato la funzionalità: dopo quanto tempo ci annoieremo di usare i prompt per creare le playlist su Spotify — se mai dovesse succedere? Passata la novità, smetteremo di cercare raccolte AI quando saliamo in auto o ci mettiamo le cuffie prima di allenarci, preferendo i nostri mix dei più ascoltati o playlist di utenti di cui apprezziamo il gusto? Non vediamo l’ora di scoprirlo.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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Source
TechCrunch

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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