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La recensione delle Sony LinkBuds Open: un’alternativa alle classiche cuffie true wireless

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Nel 2016 il lancio delle AirPods diede il via alla diffusione su vasta scala delle cuffie true wireless, auricolari completamente indipendenti l’uno dall’altro che potevano essere usati per ore e riposti in un case compatto e facilmente trasportabile.
Oggi, 8 anni dopo, è difficile trovare qualcuno che non abbia mai acquistato un prodotto di questa categoria, sia perché il mercato ne é pieno sia perché la sua utilità è indubbia.
C’è però un elemento meno positivo che accomuna tutte le cuffie true wireless del mondo: l’isolamento.

Quando le cuffie erano solo grandi e ingombranti, vedere qualcuno utilizzarle in mezzo alla strada era difficilissimo. Oggi tutti camminiamo con gli auricolari, magari con la musica ad alto volume per perderci nei nostri pensieri ignorando il resto del mondo. Cosa che spesso può essere pericolosa. Perché sì, ci sono cuffie che amplificano il rumore ambientale ma quante volte usate questa funzione invece della cancellazione del rumore?

Sia chiaro, non vogliamo certo demonizzare l’ANC che, nel giusto contesto, può essere un salvavita – qualcuno ha detto “12 ore di aereo con bambino che piange?”.
Però è evidente che spesso sarebbe utile mantenere il contatto con l’esterno.
E visto che i produttori non sempre possono contare sull’uso responsabile degli utenti, Sony ha deciso di proporre delle cuffie true wireless estremamente diverse da tutte le altre.
L’ha fatto nel 2022 con il lancio delle prime LinkBuds, che introducevano un design innovativo ad anello aperto che permetteva agli utenti di ascoltare musica senza isolarsi completamente dall’ambiente circostante perché il foro centrale permetteva ai suoni esterni di raggiungerci normalmente, come se non indossassimo alcun auricolare.

Ve lo diciamo subito: a noi le prime LinkBuds erano piaciute molto.
Al netto di una qualità in chiamata un po’ da rivedere, le avevamo trovate comode e molto sensate.
Lo stesso anno però il colosso giapponese ha presentato le LinkBuds S, che però puntavano su un design più classico e chiuso.
Tutto finito, quindi?

A dire il vero no. Poche settimane fa infatti sono arrivate sul mercato le Sony LinkBuds Open, che riprendono il design ad anello del primo modello. Per averle però dovreste sborsare 199 €. Li valgono davvero?

La recensione delle Sony LinkBuds Open

Le cuffie nel loro case

Le LinkBuds Open non sono un banale aggiornamento delle cuffie del 2022. Ed è evidente fin da subito.
Nonostante il design sia simile, con gli auricolari che presentano una parte anteriore a ciambella e una posteriore a cupola, sono leggermente più grandi del modello precedente, mantenendo però un peso contenuto di 5,1 grammi per auricolare. Perdiamo poi la parte metallica che caratterizza l’interno della ciambella e anche il logo Sony sull’esterno della cupola, spostato ora all’interno, accanto alle lettere L (left – sinistra) e R (right – destra).

Anche il case è stato rivisto: leggermente più grande, più elegante e finalmente dotato della chiusura magnetica che mancava due anni fa. Sul retro però troviamo sempre l’utile ingresso USB-C per la ricarica, affiancato dal tasto per l’appaiamento.
Manca ancora la ricarica wireless, che sarebbe stata una gradita aggiunta, soprattutto considerando il prezzo impegnativo.

Il problema del comfort

Sony LinkBuds Open recensione design auricolare

A prima vista i miglioramenti sono evidenti ma c’è un elemento che invece ci ha convinti meno: il comfort.
Sia chiaro, è un elemento molto soggettivo perché abbiamo tutti orecchie differenti. Anzi, a dire il vero anche le orecchie dello stesso individuo sono diverse, motivo per cui le LinkBuds Open ci calzano perfette a destra ma sembrano troppo larghe a sinistra. Senza gommino.
Perché inserendo la guaina protettiva dopo un paio d’ore iniziamo a sentire un po’ troppa pressione nell’orecchio, ma senza la guaina gli auricolari sono un po’ meno stabili, soprattutto se volete usarle per dell’attività fisica.
Lo scorso anno in confezione c’erano gommini di diversa misura che permettevano un fit più preciso, questa volta invece c’è un’unica variante, persino tra gli accessori acquistabili separatamente, pensati per personalizzare il prodotto più che per migliorare il fit.

Ripetiamo, la nostra esperienza non è certo universale visto che abbiamo tutti orecchie differenti ma è un elemento da considerare in fase d’acquisto.

Come si sente? | Recensione Sony LinkBuds Open

Sony LinkBuds Open recensione qualita audio

Come per il primo modello è evidente che la qualità audio generale non potrà mai essere uguale a quella di un auricolare classico ma Sony ha migliorato il driver ad anello e la resa generale è piuttosto buona, soprattutto se siete amanti dei podcast e di generi musicali che non hanno bisogno di bassi particolarmente prominenti.

Una nota importante: stiamo pur sempre parlando di un’azienda che è maestra in quanto a qualità audio quindi quando diciamo che il risultato non è uguale a quello degli auricolari tradizionali è bene essere coscienti che stiamo comunque parlando di un livello medio-alto, che può soddisfare le esigenze di una buona fetta di utenti.

E le chiamate?

In proporzione è meno soddisfacente la resa in chiamata.
Non è male, anzi, in ambienti chiusi e abbastanza silenziosi nessuno si è mai lamentato della qualità, ma se uscite all’aperto le cose possono cambiare un po’.
In generale comunque non ci è sembrata un’esperienza molto diversa da quella offerta dal primo modello.

Autonomia | Recensione Sony LinkBuds Open

Il connettore USB-C

Sony promette 8 ore di autonomia per auricolare con una singola carica, una stima che ci è sembrata piuttosto in linea con la nostra esperienza d’uso.
Con il case poi si arriva a 20 ore, il che ci ha permesso di coprire 3-4 giornate di uso intenso.

Come anticipato manca la ricarica wireless ma con il cavo potete avere 60 minuti di ascolto con 3 minuti di ricarica, che non sono affatto male.

Sound Connect App

C’è una nuova app: Sound Connect

Vi ricordate Sony Headphones? Beh, l’app ha cambiato nome e soprattutto ha cambiato look. La nuova Sound Connect App ha un design più moderno e semplificato, senza però sacrificare nessuna funzione.
Trovate l’equalizzatore, con diversi preset e la possibilità di creare i vostri personalizzati, l’Auto Play che riproduce musica appena le indossi le cuffie, la gestione del multipoint, il DSEE e tanto altro.

C’è anche una funzione che si chiama Musica in background che simula l’ascolto da una sorgente esterna, con due diversi sceneri: Caffé (quindi un bar) o Sala soggiorno. La resa è discreta e l’idea è molto interessante, vi dà l’impressione di sentire un po’ meno pressione sulle orecchie e può essere piacevolissimo se ascoltate, ad esempio, un po’ di musica lo-fi per rilassarvi o concentrarvi.

Segnaliamo anche la presenza dei comandi vocali, che per ora non sono in italiano, e la possibilità di definire l’area di tocco perché sì, i controlli sono come quelli del modello precedente quindi non siete obbligati a tappare sull’auricolare ma potete farlo sulla vostra pelle, appena davanti all’orecchio, cosa che troviamo estremamente più comoda e precisa.

La recensione delle Sony LinkBuds Open in breve

Le Sony LinkBuds Open sono un’eccellente alternativa alle true wireless classiche, perfette per mantenere il contatto con l’ambiente e capace di regalare una buona esperienza di ascolto. Peccato per il comfort che quest’anno ci è sembrato un po’ sacrificato e per il prezzo, che continua ad essere abbastanza alto seppur giustificato dalle funzioni e dai costi di ricerca e sviluppo necessari a sviluppare un prodotto che è davvero unico nel panorama degli auricolari Bluetooth.

Sony LinkBuds Open – Cuffie Bluetooth True Wireless Aperte...
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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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Autore

  • Erika Gherardi

    Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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