Qualche giorno fa gli sviluppatori italiani (insieme ai colleghi di altri Paesi europei) hanno potuto finalmente mettere le mani sugli Spectacles, gli occhiali in realtà aumentata di Snapchat. Un device che è giunto ormai alla quinta generazione e che diventa sempre più interessante da scoprire. Noi non siamo sviluppatori, ma abbiamo avuto comunque l’opportunità di provarli e siamo rimasti davvero a bocca aperta.
Facciamo il punto: cosa sono gli Spectacles di Snapchat, gli occhiali in realtà aumentata?
Da quando il concetto di realtà ha iniziato a fondersi con la tecnologia, il mondo è diventato immensamente più complicato. Extended, virtual, augmented, mixed reality e non torniamo a parlare di metaverso, perché se no non ne usciamo più. Quindi, quando parliamo di occhiali AR, come gli Spectacles di Snapchat, di cosa parliamo?
Sono sostanzialmente dei device che sovrappongono un “filtro” a quello che vedremmo naturalmente. Non è una completa immersione in un’altra realtà (come potrebbe essere la virtual reality) ma aggiunge elementi davanti ai nostri occhi. Questo nello specifico grazie a dei micro-proiettori a cristalli liquidi che posizionano le immagini sulle lenti.
Una particolarità di questa particolare tecnologia è che permette di ottenere una AR seethrough invece che una passthrough. Quest’ultima è molto più complessa, perché non ci fa vedere direttamente attraverso il visore, ma usa delle telecamere che riprendono l’esterno e lo ritrasmettono sugli schermi davanti ai nostri occhi. Con gli Spectacles di Snapchat invece è proprio come se indossassimo degli occhiali che aggiungono qualcosa davanti al nostro sguardo, mantenendoci in pieno controllo di ciò che abbiamo intorno. E tenendo al minimo i problemi di motion sickness, che per molti sono chiave.
E in effetti, anche dal punto di vista della forma non c’è grande differenza. Non abbiamo batterie esterne, cavi o altri strumenti da gestire, semplicemente un paio di occhiali (forse un po’ più spessi del solito). Non ci sono neanche cuffie, perché il suono viene veicolato a conduzione ossea. E nemmeno ci sono dei telecomandi da impugnare, perché tutta la gestione avviene tramite i movimenti delle mani, riconosciuti dalle videocamere.
Sì, ma cosa ci posso fare?
A dare vita agli Spectacles, c’è il sistema operativo Snap OS, sviluppato da Snapchat per controllare tutto ciò che succede. Questo device è ancora nella fase in cui è destinato agli sviluppatori per creare nuovi progetti, ma già ora possiamo vedere tante applicazioni che mostrano le potenzialità offerte. E noi ne abbiamo testata qualcuna.
Per esempio ci siamo divertiti a lanciare un frisbee con un cagnolino virtuale (e ad accarezzarlo, ovviamente) ma abbiamo avuto anche l’opportunità di giocare a scacchi su una scacchiera generata davanti a noi. La resa era totalmente realistica: potevamo prendere in mano un pezzo, spostarlo sulla casella e proseguire, come faremmo dal vero. Il tutto potendo anche condividere la partita, per giocare in multiplayer.
Ma forse le applicazioni che più ci hanno colpito sono quelle più semplici, che permettono di dare sfogo alla creatività. La prima è un sistema di AI generativa che risponde ai comandi vocali, creando dei modelli sulla base delle nostre descrizioni, in un primo momento in 2D e poi in 3D.
Ancora più impressionante però è lo strumento che ci permette di “disegnare nell’aria” (non sapremmo riassumerlo meglio). Con un semplice pinch delle dita, possiamo tracciare linee colorate in uno spazio tridimensionale, che se vogliamo possiamo anche condividere con altri utenti in tempo reale. Provate a pensare un domani questo cosa può significare per delle riunioni o ancora meglio per tutti gli ambiti di progettazione e design. Uno strumento davvero dal potenziale immenso.
Gli Spectacles di Snapchat sono gli occhiali AR che possono cambiare tutto
Il punto è proprio questo. Si tratta di una tecnologia che ha davvero la possibilità di aprire nuove vie sia in ambito professionale che creativo. Possiamo solo immaginare ciò che un artista digitale (come quelli che ogni anno popolano la splendida area Immersive alla Mostra di Venezia) potrebbe tirare fuori da questi dispositivi.
Ma anche da un punto di vista lavorativo, già da ora le possibilità sono evidenti e gigantesche. Possiamo davvero ottenere uno spazio virtuale davanti a noi, avere delle finestre aperte a 360° senza bisogno di monitor, prendere appunti sopra le cose e condividerli con i nostri colleghi… Sembrano davvero soluzioni uscite da Minority Report o dal garage di Tony Stark, non qualcosa che possiamo vivere nel nostro tempo.
Certo, bisogna frenare leggermente gli entusiasmi. C’è ancora molto da lavorare prima che questa tecnologia possa davvero essere accessibile, non solo dal punto di vista del prezzo. Si tratta di device che ancora hanno poca longevità dal punto di vista della batteria, che rispondono bene ai comandi ma possono migliorare tantissimo, che anche dal punto di vista del design non sono proprio semplici da integrare in un outfit.
Ma resta che sono davvero un passo in avanti gigantesco, che potrebbe essere il primo verso una nuova rivoluzione tecnologica. Forse più di tutto quello che ci è stato promesso – e non ancora davvero mantenuto – dalla realtà virtuale.
Se siete degli sviluppatori e volete mettervi alla prova con gli Spectacles, potete fare application sul sito ufficiale di Snapchat.
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