Quello di Adrian Lyne è indubbiamente il cinema della tensione erotica abbinata alle dinamiche del thriller, ma è soprattutto il cinema dello sguardo, su cui inevitabilmente poggia tutto il resto. Sguardo che fa nascere o deflagrare dall’interno una storia d’amore (Flashdance e 9 settimane e ½), sguardo che dall’esterno distrugge un matrimonio (Attrazione fatale e Proposta indecente), o sguardo che tracima in paranoia (Allucinazione perversa) od ossessione (Lolita). Dopo 20 anni di intollerabile assenza dalla regia, Adrian Lyne torna a concentrarsi sul thriller e sullo sguardo con Acque profonde, film con Ana de Armas e Ben Affleck distribuito direttamente su Prime Video.
Un progetto accompagnato da molta curiosità da parte di pubblico e addetti ai lavori, sia per la reale love story fra i due protagonisti (poi terminata), sia per l’annunciato erotismo del racconto, tratto da Deep Water di Patricia Highsmith. Anche questa volta, il regista britannico spiazza tutti, dando vita a un thriller in cui l’elemento misterioso è ridotto ai minimi termini (intuiamo fin da subito cos’è successo, come stanno le cose e quale direzione prenderà il racconto) e dove le scene di nudo sono al massimo un paio, e peraltro non particolarmente conturbanti. Contemporaneamente, Adrian Lyne concentra nuovamente la sua attenzione sul lato oscuro della borghesia e sulla dissoluzione dell’istituzione del matrimonio, utilizzando ancora lo sguardo per viaggiare fra i vizi e le fragilità dell’animo umano e per mettere in scena un dramma familiare imperfetto ma di fronte al quale è arduo restare indifferenti.
Acque profonde: Ana de Armas e Ben Affleck in un sinistro viaggio nel lato oscuro del matrimonio
Proprio negli stessi giorni in cui in sala si celebra l’amore fra poli opposti con Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, Acque profonde mette in scena un’altra storia (decisamente più cupa) che non ha più motivo di esistere ma, nonostante tutto, esiste. Ben Affleck è Vic Van Allen, personaggio sostanzialmente indistinguibile da quello da lui interpretato in L’amore bugiardo – Gone Girl, che ha fatto fortuna costruendo un chip utilizzato dai droni, soprattutto in ambito bellico, per poi ritirarsi a vita privata. Accanto a lui, Ana de Armas interpreta la moglie Melinda Van Allen, immigrata latina madre della loro unica figlia. Solare e socievole lei, che riesce a essere sexy anche quando suona al pianoforte Via con me di Paolo Conte, monocorde e inespressivo lui, che invece è apparentemente imperturbabile anche quando Melinda flirta platealmente con altri uomini davanti ai suoi occhi.
La sensualità per Melinda è un vero e proprio strumento di dominazione sul marito, che anche di fronte alle più manifeste infedeltà non riesce a staccarsi da lei. Un matrimonio tossico, che lascia dietro di sé una scia sinistra, dal momento che tutti gli spasimanti di Melinda finiscono per sparire misteriosamente o per allontanarsi definitivamente da lei. Chiarissima la dinamica alla base di Acque profonde: Ana de Armas è l’emblema della donna contemporanea, sempre più forte e consapevole del percorso che porta alla parità di genere e a una maggiore equità sociale; Ben Affleck è l’uomo moderno, svuotato della propria vitalità e totalmente inerme, conscio del fatto che la libertà di una moglie non è più oggetto di dibattito ma attraversato ancora da istinti animaleschi e impulsi vendicativi, che possono rivolgersi solo verso le minacce alla sua virilità portate da altri uomini.
Il valore dello sguardo
Ad Adrian Lyne non interessa né la componente thriller di Acque profonde, indebolita anche da un montaggio non particolarmente ispirato (frutto molto probabilmente di imposizione di tagli in post-produzione), né la nudità fine a se stessa, anche perché Ana de Armas riesce a sprigionare sensualità in ogni situazione. Come accennavamo in apertura, al regista è attratto solo ed esclusivamente dallo sguardo: quello di Melinda, che anche durante i suoi espliciti flirt cerca costantemente gli occhi di Vic, per avere conferma del suo status all’interno della coppia e per cercare improbabili reazioni da parte sua; quello di Vic, che è alimentato dalla più cieca rabbia nei confronti degli spasimanti della moglie e potenzialmente anche dalla sua immaginazione (siamo sicuri che tutti i tradimenti di Melinda siano realmente avvenuti?); quello di amici e conoscenti, in bilico fra imbarazzo per la situazione e sospetto nei confronti del marito tradito.
Non è un caso che a sostenere i rari momenti di riavvicinamento fra Melinda e Vic non siano né le poco convinte minacce di divorzio né l’effimera passione sessuale, ma proprio i momenti in cui la donna si sente chiaramente e inequivocabilmente guardata, come quando riceve in dono un vecchio album di fotografie in cui lei era al centro dell’obiettivo e dell’amorosa attenzione del marito. Viceversa, è ancora e sempre lo sguardo a mettere in crisi Vic, che è letteralmente soggiogato dallo sguardo di Melinda e, soprattutto durante i suoi inquietanti viaggi in bicicletta, cerca costantemente conferma del fatto di non essere osservato o investigato dallo sguardo altrui.
Acque profonde: Ana de Armas e Ben Affleck fra messa in scena e vita reale
Anche se la messa in scena non è più sospinta da ambizioni visive e autoriali, ma è invece fredda e asettica, a sottolineare lo stato del matrimonio dei protagonisti, Adrian Lyne si conferma regista originale e prezioso, riversando tutta la sua idea di cinema anche in un progetto non del tutto riuscito come Acque profonde. Ana de Armas e Ben Affleck si confermano a loro volta abili e intelligenti interpreti, sfruttando al meglio le rispettive qualità e dando vita a una guerra fredda emotiva in cui non ci sono vincitori. Un’opera che, nonostante gli evidenti difetti (su tutti il frettoloso finale), scava nell’animo dello spettatore e mette in crisi tutte le sue certezze, come solo il grande cinema sa fare.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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