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Addebiti non autorizzati su PostePay dal Play Store: come chiedere il rimborso

Molte segnalazioni degli utenti, il sospetto che possa trattarsi di una falla di sicurezza

Negli ultimi dieci giorni sembra che molti utenti stiano riportando addebiti non autorizzati sulle proprie PostePay dal Play Store di Google: ecco come chiedere il rimborso.

Addebiti non autorizzati su PostePay dal Play Store

Lo riportano più utenti PostePay: stanno subendo molti addebiti non autorizzati sulle carte. Le cifre sottratte superano in alcuni casi i 10 euro, in altri si parla di 4-5 euro alla volta. Prezzi relativamente basse, che attirano meno sospetti. I clienti scontenti riportano che la transazione sembra essere autorizzata da Google Play Store, sebbene loro non abbiano effettuato acquisti sul negozio digitale di Google. In alcuni casi, la cifra sottratta supera i 100 euro.

L’addebito non sembra essere però in alcun modo collegato con la piattaforma di Google, che viene usata come nome per il pagamento di cifre non dovute. Il sospetto di molti clienti quindi è che possa trattarsi di una possibile falla di sicurezza nel sistema di Poste, anche se non ci sono al momento conferme a riguardo.

I clienti truffati riportano di non aver scaricato applicazioni sospetto, né di aver risposto o cliccato link di SMS ed email sospette di phishing. Inoltre, il fatto che ci siano più clienti che riportano lo stesso problema, sembrerebbe indicare una possibile falla di sicurezza nella carta. Anche se non possiamo esserne certi: al momento Poste non ha fatto sapere se ha verificato il problema.

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Come richiedere un rimborso

Sebbene non ci sia ancora una causa conclamata per questi addebiti, potete presentare in ufficio postale, oppure inviare via PEC, posta o fax una richiesta di rimborso. Il modulo online lo potete trovare a questo indirizzo. Dovete indicare nel modulo i vostri dati anagrafici, le coordinate del conto con Poste e gli addebiti non autorizzati.

Al momento non sappiamo quale la sia la causa di questo problema. Vi aggiorneremo non appena saranno annunciate le possibili ragioni degli ammanchi, oltre che eventuali misure extra per ottenere i rimborsi.

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Source
DDay

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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