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Anker risponde al breach di sicurezza delle videocamere Eufy

Ma restano domande senza risposta

Anker ha risposto alle accuse fatte da diversi esperti di sicurezza riguardo al breach delle sue videocamere del brand Eufy. Ma gli analisti e i reporter che hanno seguito questa vicenda hanno altre domande a cui manca una risposta.

Anker risponde al breach di sicurezza delle videocamere Eufy

Il riconoscimento dei volti permette alle videocamere di sicurezza di distinguere, per esempio, fra un intruso quando siete fuori casa e un animale domestico che passa davanti ai sensori. Inoltre, permette di capire che siete voi a entrare dalla porta e può così evitare allarmi inutili. Molte compagnie eseguono il riconoscimento nel cloud, sfruttando server potenti.

Eufy, tuttavia, diceva con orgoglio che non invia nessun immagine nel cloud, per evitare problemi di privacy. Tuttavia, diversi analisti e anche i cronisti di The Verge hanno confermato che i videocitofoni Eufy inviamo immagini al cloud senza criptarle. E inoltre che utilizzando VLC era possibile accedere allo stream di una videocamera.

Anker ha risposto a questo breach con un post sul proprio blog. Ammettendo delle colpe solo in parte. L’azienda ha spiegato che alcuni processi, come l’inviare notifiche agli utenti, “oggi richiedono ancora di utilizzare il nostro server AWS sicuro”. Tuttavia, “l’immagine è protetta da cifratura end-to-end”.

anker eufy videocamere di sicurezza video non criptati min

L’azienda inoltre spiega che, sebbene nessun hacker abbia compromesso i dati utenti con il metodo spiegato dagli esperti di sicurezza, ha provveduto a rinforzare la sicurezza del proprio portale. Tuttavia, continua a negare di aver mandato immagini per il riconoscimento facciale nel cloud.

The Verge, che per prima ha coperto questo caso, ha tuttavia ancora diverse domande. La più pressante riguarda la possibilità di vedere uno stream di una videocamera tramite VLC dall’altro lato degli Stati Uniti, mentre i dati dovrebbero essere solo conservati localmente.

Ha inoltre inviato una lunga serie di domande specifiche sul breach. Ma ha anche chiesto, se alcune informazioni sono salvate sul cloud, come si comporta Anker se le forze dell’ordine dovessero chiedere le registrazioni. Vi terremo aggiornati nel caso Anker dovesse rispondere anche a queste domande.

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Source
9to5Mac

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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