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Anonymous, messaggi anti-propaganda nelle stampanti e nei software russi

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Anonymous continua ad aggirare la propaganda del Cremlino, inviando messaggi anti-propaganda alla popolazione russa. E nelle ultime ore lo ha fatto stampando oltre 100 mila copie di un documento con le stampanti russe. Ma anche inserendo messaggi nel codice open source di alcune applicazioni usate in Russia. Tanto che la banca Sberbank ha consigliato di non installare aggiornamenti software.

Anonymous invia messaggi anti-propaganda in Russia, dalle stampanti ai software

Dall’inizio del conflitto in Ucraina, Anonymous ha dichiarato guerra al Cremlino e cercato ogni modo utile ad aggirare la censura russa. Comunicare alla popolazione russa le atrocità che l’invasione in Ucraina sta producendo diventa essenziale per sia la stessa Russia a opporsi all’azione militare voluta da Putin.

Fra i molti colpi portati a segno da Anonymous, nelle prime settimane del conflitto avevamo riportato che gli hacker del collettivo avevano avuto accesso alle stampanti dei centri militari in Russia. Infatti avevano stampato informazioni riguardo il conflitto e chiesto ai militari russi di ribellarsi a Mosca.

Questa volta il gruppo (per voce di uno degli account associati) che “Stiamo stampando anti-propaganda e istruzioni per l‘installazione di Tor alle stampanti in tutta Russia nelle ultime due ore. Stampate più di 100 mila copie finora. 15 persone ci stanno lavorando mentre parliamo”.

Il testo è un PDF in cirillico che avrebbe raggiunto qualche centinaio di stampanti in Russia. Nel testo sono riportate anche le istruzioni per installare il broswer tor, in modo da poter aggirare la censura operata dal Cremlino.

L’avvertimento della Banca russa: “Non scaricate quel software!”

Oltre alle pagine stampate, anche il software contribuisce a comunicare l’elevato numero di soldati russi morti in queste mese di conflitto e le troppe vittime civili in Ucraina. Si tratta di quelli che alcuni esperti hanno rinominato “protestware“, malware nel codice di software open source che mostra poi informazioni sul conflitto.

Tanto che la banca Sberbank annuncia a un sito di informazioni russo: “Sono diventati più frequenti i casi di contenuti multimediali provocatori introdotti in software distribuiti gratuitamente. L’uso di tale software può portare all’infezione da malware”.

Qualora ci fosse necessità di installare nuovo software oppure scaricare aggiornamenti urgenti, Sber avvisa di passare tutti i file al vaglio dell’antivirus. E per chi ne ha le competenze, di analizzare il codice in cerca delle righe che diffondo i messaggi anti-propaganda di Anonymous e altri gruppi di attivisti hacker.

Il riferimento specifico potrebbe arrivare da un aggiornamento contenente una library in JavaScript, utilizzato fra il 7 e l’8 marzo in Russia e Bielorussia. Secondo quanto riportato su GitHub dagli stessi hacker, sovrascriveva alcuni file operativi nei computer e nelle reti governative. E mostrava il messaggio la guerra non è la soluzione, non importa quanto sia sbagliato”.

La cyber war di Anonymous continua, non solo con i messaggi anti-propaganda

Queste sono solo due delle modalità che Anonymous sta utilizzando per comunicare i propri messaggi antipropaganda in Russia. Dai social media alle webcam e persino alle TV, fino ad arrivare alle recensioni su Google Maps nei primi giorni del conflitto, le strategie sono molteplici.

Ma se in questi casi l’obiettivo è invitare alla ribellione, verso le grandi aziende e i magnati vicini a Putin l’approccio è diverso. Nella giornata di ieri Anonymous aveva avvisato le aziende russe ancora operative nel Paese che dopo 48 ore anche loro sarebbero diventati bersagli degli attacchi hacker. Finora infatti il collettivo di hacker ha colpito soprattutto siti governativi e di aziende con quote governative.

Inoltre, dopo un articolo pubblicato sugli asset dei principali oligarchi russi nel mondo, più account di Anonymous hanno ritwittato la notizia avvisando che presto sarebbero arrivati colpi anche verso il patrimonio dei ricchi russi fuori dai confini.

La cyber war sta diventando sempre più calda, con diversi colpi ogni giorno. Che invitiamo sempre a prendere con scetticismo: se le fonti giornalistiche (come per la comunicazione di Sber) sono controllate, i tweet degli hacker sono più difficili da verificare. Vi terremo informati sui prossimi attacchi.

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