Le app tracciamento contagi da coronavirus sono al momento molto discusse per quanto riguarda la privacy. In questi giorni l’applicazione lanciata in Nord Dakota, Care19, è al centro di un acceso dibattito poiché avrebbe condiviso informazioni con una applicazione esterna, Foursquare.
App Tracciamento Care19: problemi di privacy
A finire sotto esame è stata oggi Care19, app di contact tracing sviluppata in Nord Dakota dalla società ProudCrowd. Gli esperti di Jumbo Privacy hanno appurato che l’app invia effettivamente la posizione geografica e l’identificativo utente a Foursquare, ed anche alcuni dati pubblicitari a Google.
I termini di utilizzo dell’applicazione recitano che “i dati sulla posizione sono privati, sono conservati sui server di ProudCrowd e non saranno condivisi con nessuno“. Ma a quanto pare non c’è da fidarsi.
Secondo Jumbo Privacy, Care19 non garantisce affatto l’anonimato, anzi, condivide anche con Google l’Identify for Advertisers (Idfa), che identifica un dispositivo mobile e consente di tracciare gli utenti a scopi pubblicitari.
La difesa dell’azienda
ProudCrowd si giustifica affermando che la condivisione delle informazioni da Care19 è su base volontaria. È stata fornita la possibilità di scegliere se autorizzare il tutto o meno, quindi lo scambio di informazioni dipende unicamente dagli utenti.
L’applicazione genera un numero ID casuale per ogni persona che lo utilizza e può “memorizzare nella cache in modo anonimo le posizioni delle persone durante il giorno”.
Il sistema di tracciamento è quindi simile a quello su cui si basa l’app italiana Immuni, ovvero la tecnologia prodotta da Apple e Google. Tuttavia Immuni non consentirà mai in alcun modo lo scambio di dati con app di terze parti.