Le ore che precedono l’effettiva entrata in vigore del Digital Markets Act sono decisamente vivaci.
Il DMA, regolamento europeo che limita lo strapotere delle big tech, sarà effettivamente operativo a partire da giovedì 7 marzo. Vi abbiamo raccontato tutto in un articolo: cos’è il Digital Markets Act e cosa stanno facendo le sei aziende identificate come gatekeeper per adattarsi nei tempi stabiliti alle sue regole.
Tuttavia, ecco spuntare una lettera al fulmicotone, firmata da 34 tra aziende e associazioni, in cui spiccano i nomi di Spotify ed Epic Games, entrambi in lite con Apple da anni.
L’accusa ai danni dell’azienda di Tim Cook è sostanzialmente quella di ignorare le regole del DMA. E ora arriva una super multa dalla Ue, per lo stesso motivo.
Maxi multa dell’Ue ad Apple di 1,8 miliardi di euro
La Commissione Ue ha inflitto ad Apple una maxi multa di 1,8 miliardi di euro per violazioni alle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale. E lo ha fatto al termine di un’indagine avviata nel 2019 proprio per impulso di Spotify.
La Commissione ha parlato di “condizioni commerciali sleali”, puntato il dito soprattutto sul fatto che Apple impediva agli sviluppatori di app di informare con chiarezza gli utenti dell’esistenza di servizi di abbonamento musicale esterni all’App Store più economici. Contravvenendo così alle norme antitrust dell’Ue.
La nota
La notizia della multa dell’Ue ad Apple è apparsa lunedì 4 marzo sul sito della Commissione europea.
Dove possiamo leggere di diverse accuse. La prima, già citata, è quella di scarsa trasparenza, che “ha avuto un impatto su milioni di consumatori europei, che non sono stati in grado di scegliere liberamente dove, come e a quale prezzo acquistare abbonamenti allo streaming musicale.”
La visibilità delle modalità di pagamento alternative erano minime. Ecco la doppia conseguenza: “Alcuni consumatori potrebbero aver pagato di più perché non erano consapevoli che avrebbero potuto pagare di meno se si fossero abbonati al di fuori dell’app. E altri consumatori potrebbero non essere riusciti affatto ad abbonarsi al loro fornitore di streaming musicale preferito, semplicemente perché non riuscivano a trovarlo.”
C’è poi il discorso delle commissioni, che a suo tempo aveva fatto insorgere proprio Spotify ed Epic Games. L’azienda di Tim Cook cerca di trattenere gli utenti nella sua app per potersi assicurare il 30% di commissioni dagli sviluppatori.
Le decisioni della Commissione Ue
Le pratiche di concorrenza sleale di Apple, spiega la Commissione Ue, violano le regole antitrust comunitarie, in particolare l’articolo 102.
L’azienda di Cupertino dovrà dunque eliminare ogni impedimento alla possibilità di pagamenti fuori dall’app. “D’ora in poi, Apple dovrà consentire agli sviluppatori di streaming musicale di comunicare liberamente con i propri utenti, sia all’interno dell’app, sia via email, o in qualsiasi altro modo di comunicazione.”
C’è poi l’ingente multa, di 1,8 miliardi di euro, considerata “forfettaria”, che tiene conto “del danno non monetario causato ai consumatori e per ottenere un effetto deterrente”.
La nota ricorda infine l’imminente entrata in vigore del DMA. “Apple dovrà aprire le porte al suo ecosistema, per consentire agli utenti finali di trovare facilmente le app che desiderano, pagarle nel modo che preferiscono e utilizzarle su qualsiasi dispositivo desiderino.”
La risposta di Apple
Com’era prevedibile, la risposta di Apple all’Ue dopo la decisione della maxi multa non si è fatta attendere.
Secondo l’azienda, la decisione “è stata presa nonostante l’incapacità della Commissione nello scoprire prove credibili di danni ai consumatori e ignora la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in rapida crescita.
Il principale sostenitore di questa decisione, che è anche il maggiore beneficiario, è Spotify, una società con sede a Stoccolma, in Svezia. Spotify ha la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine”.
Apple ha aggiunto che attualmente Spotify detiene il 56% del mercato europeo dello streaming musicale (più del doppio del suo concorrente più prossimo) senza pagare nulla ad Apple nonostante gran parte del successo sia dovuto all’App Store.
Per cui, conclude l’azienda di Cupertino, “pur nel rispetto della Commissione europea, i fatti semplicemente non supportano questa decisione. E di conseguenza, Apple farà appello.”
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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