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Il Digital Markets Act entra in vigore il 7 marzo: ecco cosa cambierà

Le novità per le big tech

L’Europa è da tempo attenta a regolamentare le nuove tecnologie e porre un freno allo strapotere delle big tech.

Per quanto riguarda l’ambito delle innovazioni tecnologiche, lo scorso dicembre è stato approvato l’AI Act, il primo e importante regolamento europeo sull’intelligenza artificiale. Data cardine per il secondo ambito sarà invece giovedì 7 marzo, giorno in cui il Digital Markets Act (DMA) entrerà in vigore. Da allora cambieranno molte cose. Per gli utenti ma soprattutto per le sei big tech che il 6 settembre 2023 la Commissione europea ha individuato come gatekeeper.

Facciamo chiarezza, ricordando anzitutto cos’è il Digital Markets Act, e vedendo poi cosa succederà ai sei gatekeeper.

dma

Il Digital Markets Act

In estrema sintesi, il Digital Markets Act (DMA) è una legge dell’Unione Europea, che ha l’obiettivo di regolamentare le grandi piattaforme tecnologiche all’insegna della pluralità nel mercato digitale.

La legge è stata formalmente adottata dal Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 e dal Consiglio il 18 luglio 2022, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue il 12 ottobre del 2022 ed è entrata in vigore il primo novembre dello stesso anno.

Prima del 7 marzo, dicevamo, i gatekeeper dovranno adattarsi alle nuove norme. Ma chi sono, anzitutto, i gatekeeper?

I gatekeeper

La Commissione Ue ha individuato 6 gatekeeper. E precisamente Meta, Alphabet (Google), Amazon, ByteDance (TikTok), Apple e Microsoft.

Per essere considerati gatekeeper, le big tech devono avere introiti annuali uguali o superiori a 7,5 miliardi di euro negli ultimi 3 anni o un valore totale delle azioni di mercato di almeno 7,5 miliardi nell’ultimo anno, in almeno tre Paesi dell’Ue.

Devono poi fornire un servizio di “piattaforma principale”, cioè che abbia almeno 45 milioni di utenti finali attivi al mese residenti nell’Unione europea. E su base annua deve poter contare su un minimo 10.000 utenti commerciali attivi.

Vediamo ora cosa dovrà cambiare per i gatekeeper individuati dalla Commissione europea.

Digital Markets Act: cosa cambia per Meta

In vista dell’attuazione del DMA, Meta ha fatto sapere che permetterà ai suoi utenti dell’Ue di scollegare i diversi account (di Instagram e Facebook, ad esempio), per evitare che ci sia un passaggio di dati senza uno specifico consenso.

Ogni utente potrà dunque scegliere se tenere collegati o meno i vari account. Stesso discorso vale per i diversi servizi degli altri gatekeeper, come ad esempio Google.

Inoltre, i servizi di messaggistica come WhatsApp dovranno garantire l’interoperabilità dei propri servizi alle altre piattaforme simili.

Digital Markets Act: cosa cambia per Apple

Più profondo l’impatto del DMA sul sistema chiuso di Apple.

L’azienda di Cupertino dovrà permettere agli sviluppatori di offrire i download delle app anche da fonti diverse dall’App Store, e di utilizzare quindi pagamenti esterni e alternativi.

Si andrà con ogni probabilità a una sorta di scissione tra l’App Store europeo e quello di tutti gli altri Paesi.

Offerta

Spotify

Pur non essendo tra i sei gatekeeper, Spotify sta gongolando per l’effettiva entrata in vigore del DMA. Perché chi utilizzerà i servizi dell’azienda svedese di streaming musicale sui dispositivi iOS godrà finalmente di condizioni più vantaggiose e agili.

I vertici di Spotify hanno spiegato cosa cambierà dal 7 marzo: “Il Digital Markets Act significa che finalmente potremo condividere i dettagli di offerte, promozioni e modalità di pagamento più convenienti nell’Ue. Inoltre, un’esperienza più semplice per l’utente si traduce in un vantaggio per gli artisti, gli autori e i creator che cercano di costruire il proprio pubblico di ascoltatori, frequentatori di concerti e grandi appassionati di audiolibri. Tutto questo ora potrà avvenire senza l’onere di una tassa obbligatoria del 30% che è proibita dal DMA”.

E proseguono: “Se vorrete acquistare un abbonamento Premium, un audiolibro o se vorrete passare da un piano individuale a uno Duo o familiare per risparmiare, potrete farlo con un paio di semplici clic. Al momento non è possibile passare da un abbonamento Free a un abbonamento Premium all’interno dell’app e non ci è nemmeno permesso di dirvi quanto costano i nostri vari abbonamenti, come potete risparmiare o dove acquistarli. Non ha senso.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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