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Assassinio sul Nilo: com’è il film di Kenneth Branagh con Gal Gadot

Assassinio sul Nilo è nelle sale italiane dal 10 febbraio.

A distanza di 5 anni da Assassinio sull’Orient Express, Kenneth Branagh torna a impersonare l’iconico investigatore Hercule Poirot e a esplorare l’universo di Agatha Christie con Assassinio sul Nilo, disponibile nelle sale italiane dal 10 febbraio grazie a 20th Century Studios. Come per il precedente capitolo, si tratta della seconda trasposizione cinematografica del romanzo di Agatha Christie, intitolato in questo caso Poirot sul Nilo, e a disposizione di Kenneth Branagh (confermato anche alla regia) c’è una vera e propria parata di stelle, fra le quali citiamo Gal Gadot, Armie Hammer, Annette Bening, Rose Leslie ed Emma Mackey.

Assassinio sul Nilo: la nuova indagine di Hercule Poirot

Kenneth Branagh e lo sceneggiatore Michael Green si prendono diverse libertà rispetto al romanzo originale, riscrivendo diversi personaggi in ottica maggiormente inclusiva e soprattutto creando una sorta di origin story di Hercule Poirot e dei suoi celebri baffi. Questo processo di riscrittura del protagonista avviene principalmente nel prologo, ambientato durante la prima guerra mondiale e reso con un elegante bianco e nero, con il quale lo stesso Branagh sembra quasi fare le prove generali per il suo successivo Belfast, candidato a 7 Oscar fra cui quello per la migliore regia. Un incipit che potrebbe fare storcere il naso ai puristi dei romanzi di Agatha Christie, poco coeso con il resto dell’opera per stile e atmosfere, ma funzionale alla visione di Branagh del racconto.

Assassinio sul Nilo segue la formula resa celebre proprio da Agatha Christie anche nel suo capolavoro Dieci piccoli indiani, ampiamente sfruttata in ambito cinematografico: un gruppo di personaggi ambigui costretti a condividere gli stessi spazi, tensione latente fra di loro e misteri da rivelare. In questo caso l’azione non è dettata dal classico meccanismo a eliminazione dei protagonisti, ma lascia spazio, come già in Assassinio sull’Orient Express, a un omicidio, che dà il via all’indagine di Poirot. Al centro della vicenda c’è stavolta il triangolo amoroso fra la ricca Linnet Ridgeway-Doyle (Gal Gadot), il suo affascinante ma squattrinato marito Simon Doyle (Armie Hammer) e Jacqueline de Bellefort (Emma Mackey), ex fidanzata di Simon ed ex amica di Linnet. La luna di miele dei novelli sposi ha luogo in Egitto, alla presenza di svariate persone care alla coppia, dello stesso Poirot e anche della guastafeste Jacqueline.

Una computer grafica sconcertante

Assassinio sul Nilo

Conscio del fatto che la soluzione del mistero alla base di Assassinio sul Nilo è decisamente meno sorprendente rispetto a quella di Assassinio sull’Orient Express, Branagh si concentra sulla figura di Poirot e sullo stretto legame fra amore e ossessione, lavorando sull’azzeccato parallelo fra la prima sfortunata esperienza romantica del detective e i vari rapporti sentimentali che proliferano sul piroscafo che percorre lentamente il leggendario fiume. Un’operazione intelligente anche se non completamente a fuoco, che ha l’indubbio merito di cogliere le sfumature da romanzo rosa dell’opera di Agatha Christie, senza compromettere eccessivamente le tipiche dinamiche del giallo.

Il risultato è un racconto che si aggrappa al proprio protagonista, che diventa anche il nostro punto di vista sui fatti e la nostra guida morale sui vari personaggi. Anche a causa della sua sostanza esile, Assassinio sul Nilo zoppica invece vistosamente quando si concentra sugli altri personaggi che, con l’esclusione di una sempre inappuntabile Annette Bening, sono generalmente meno efficaci e carismatici di quelli portati in scena dal sontuoso cast di Assassinio sull’Orient Express. Sconcertante poi la resa in computer grafica di alcuni scenari dell’Egitto, che nonostante l’ampio budget a disposizione della produzione (circa 90 milioni di dollari) risultano del tutto irrealistici e più adatti a un videogame di seconda fascia che a uno dei pochi blockbuster hollywoodiani recenti capaci di rimpinguare le esangui casse delle sale cinematografiche di tutto il mondo.

Assassinio sul Nilo: buona la seconda?

Assassinio sul Nilo

Più che l’epilogo, tutt’altro che imprevedibile, a reggere Assassinio sul Nilo è il profondo e continuo ragionamento di Branagh sull’amore, che guida ogni personaggio del racconto. Fra amanti deluse, spasimanti respinti, madri iperprotettive e innamorati disposti a tutto per raggiungere il proprio sogno, è la passione a guidare le scelte dei protagonisti, a sostenere il mistero e, in ultima analisi, a dare un sorprendente tocco di umanità ad Assassinio sul Nilo.

Mentre i fan di Agatha Christie esprimono il loro dissenso per alcuni stravolgimenti delle idee dell’autrice (fra le quali c’è la tentazione di Poirot per un esplicito atto di violenza: sacrilegio!), Assassinio sul Nilo continua la sua corsa al box office, con risultati per ora abbastanza deludenti, anche al netto della pandemia (75 milioni di incasso globale nel momento in cui scriviamo). Inevitabile quindi chiedersi se ci sarà un proseguimento di questa sorta di Hercule Poirot Cinematic Universe creato da Kenneth Branagh. Per quanto ci riguarda, il lavoro del regista britannico meriterebbe un’altra chance, e ci permettiamo anche di suggerire il titolo da utilizzare, ovvero Corpi al sole, già trasposto nel 1982 da Guy Hamilton con Delitto sotto il sole.

Assassinio Sull'Orient Express
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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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