Chi sta pensando di acquistare una nuova automobile si trova inevitabilmente di fronte a una domanda cruciale: meglio un’auto elettrica o un veicolo tradizionale? E qualora si propendesse per un’auto elettrica, sorge un secondo quesito: me la posso permettere? I costi più alti delle auto elettriche rispetto a quelle tradizionali all’acquisto porta molti a pensare che sia un privilegio. Ma lo è effettivamente? La risposta non è così semplice.
I costi da considerare per un’auto elettrica
Quando si vanno a valutare i costi di un’auto elettrica, va tenuto in considerazione il cosiddetto TCO, cioè il Total Cost of Ownership, che rappresenta il costo totale di possesso di un veicolo, calcolato considerando non solo il prezzo di acquisto, ma anche tutte le spese operative durante l’intera vita utile dell’auto.
Tra queste figurano imposte, assicurazione, carburante o in questo caso energia, manutenzione e anche il valore residuo del mezzo sul mercato dell’usato. Per quanto riguarda i costi delle auto elettriche, vanno tenuti in considerazione anche due scenari ben distinti per la ricarica.
Si considera infatti uno scenario in cui in cui le ricariche avvengono tramite colonnine domestiche e un altro in cui il totale delle ricariche avviene tramite infrastrutture pubbliche, che generalmente sono più costose.
Il costo d’acquisto di un’auto elettrica
Un elemento che pesa ancora notevolmente sul costo complessivo dei veicoli elettrici è il loro costo d’acquisto, mediamente più alto rispetto ai veicoli a combustione interna. Nel segmento delle city car e utilitarie A e B, ad esempio, l’investimento iniziale incide per il 74-77% sul TCO di un’auto elettrica, contro il 52% di un modello mild-hybrid/benzina.
Nelle berline di segmento C, la situazione è analoga: il costo di acquisto pesa tra il 73% e il 78% del TCO per i veicoli elettrici, mentre si ferma tra il 61% e il 64% per i modelli tradizionali.
La tendenza potrebbe cambiare in futuro, con un progressivo calo del costo delle batterie man mano che diventeranno più diffuse e le tecnologie per la produzione diventeranno più efficienti.
Per i primi tempi, i costruttori hanno dato più importanza all’aumento delle autonomie, ma una volta raggiunti livelli soddisfacenti (tra 600 e 700 km, rispetto ai 480 km medi di oggi), potrebbero cominciare a ridurre anche i prezzi d’acquisto.
I costi operativi sono un punto di forza
Uno dei principali vantaggi dei veicoli elettrici riguarda i costi operativi. Le spese di gestione e manutenzione, infatti, sono nettamente inferiori rispetto ai motori endotermici. Nel caso di auto elettriche, i costi di manutenzione rappresentano solo il 23-27% del TCO per i segmenti A/B e il 30-35% per i segmenti C, contro il 48-50% per i modelli tradizionali.
Nel 2019, “Sicurauto.it” stimava che per la manutenzione delle auto elettriche considerate dalla sua indagine, in sei anni la spesa media ammontava a 1.095 euro; per quelle con motore a combustione interna, invece, si spendevano circa 1.885 euro.
La differenza si è più o meno mantenuta. I motori elettrici, infatti, hanno bisogno di molta meno manutenzione: non vanno controllati olio motore, frizione e acqua per il raffreddamento.
Inoltre, i costi di un tagliando per un’auto elettrica vanno dai 50 ai 100 euro, mentre per le auto tradizionali si va dai 150 ai 300 euro.
Le variabili di energia e infrastrutture
Molto variabile, ma sempre a favore dell’elettrico, è il costo delle ricariche rapportato al prezzo di benzina e diesel. Nel 2023, nel caso di un’utilitaria utilizzata prevalentemente in città, la stima era che il costo annuo di rifornimento fosse di circa la metà dell’auto a benzina: 500 euro contro più di 1.000.
E in effetti, con la maggior parte delle tariffe per uso domestico, ricaricare un’auto elettrica costa in media 0.36 €/kWh. Il prezzo aumenta a 0.60 €/kWh per le colonnine pubbliche a bassa potenza e 0.80 €/kWh per quelle a ricarica rapida.
Si parla di una differenza sostanziale con il carburante, considerando che i prezzi medi di benzina e gasolio si aggirano rispettivamente intorno ai 1,75 euro al litro e 1,64 euro al litro.
Ovviamente, disporre di una colonnina privata rappresenta un vantaggio determinante per abbattere i costi operativi dei veicoli elettrici. Nonostante l’installazione di una colonnina privata rappresenti un costo non da poco, sono disponibili incentivi e agevolazioni ad hoc. Questo perché, al contrario, la dipendenza esclusiva dalle colonnine pubbliche può ribaltare il vantaggio economico dell’elettrico rispetto al tradizionale.
La svalutazione dell’elettrico sull’usato
Nonostante la durata delle batterie – garantite per almeno 8 anni, la svalutazione delle auto elettriche, in particolare quelle di fascia alta, è un fenomeno significativo. Il che, se da un lato è un incentivo per gli acquirenti che vogliono andare sull’usato, è un problema per i proprietari o possibili proprietari, che si trovano così con una macchina che in poco tempo perde gran parte del suo valore.
Un caso estremo è quello di una Mercedes EQE monitorata da TopGear, che ha perso 40.000 sterline (47.000 euro) in soli tre mesi e 7.000 chilometri, equivalenti a un deprezzamento giornaliero di circa 570 euro.
Secondo Recurrent, una comunità di automobilisti EV, la durata delle batterie è migliore del previsto, con solo il 2,5% dei conducenti che ha dovuto sostituire il pacco batteria, escludendo i richiami ufficiali. Ciò rende il mercato dell’usato più interessante, considerando che la sostituzione di una batteria può essere estremamente costosa.
Il suggerimento migliore per chi vuole entrare nel mondo dei veicoli elettrici è puntare sull’usato. Grazie alla svalutazione, è possibile acquistare un’auto a un prezzo vantaggioso, con costi di gestione bassi e una manutenzione minima durante il periodo di garanzia della batteria.
Tuttavia, il prospetto potrebbe far desistere molte persone dall’acquistare un’auto elettrica nuova. Per chi ha la possibilità di ricaricare a casa, l’acquisto di un’auto elettrica nuova rimane una scelta valida, ma solo se si prevede di tenerla a lungo termine. Rivendere l’auto entro 12 mesi può comportare perdite significative, mentre i prezzi tendono a stabilizzarsi negli anni successivi.
Il futuro dell’auto elettrica: ancora un privilegio?
L’immagine dell’auto elettrica è cambiata nel 2008, quando Tesla ha lanciato la sua Roadster: non più un veicolo spartano e lento, ma una macchina ad alte prestazioni, elegante e sofisticata. Tuttavia, all’epoca era sì un privilegio acquistarla.
Il suo prezzo iniziale di quasi $100.000 la rendeva accessibile solo a pochi, segnando l’inizio di una fase in cui gli EV, veicoli elettrici, erano dominio dei ricchi early adopters, disposti a investire su una tecnologia ancora acerba e ad affrontare limitazioni come l’autonomia ridotta e la scarsità di infrastrutture di ricarica.
Il panorama, però, è cambiato rapidamente. Altri produttori, spinti dalla necessità di competere e dal desiderio di ampliare il mercato, hanno iniziato a sviluppare veicoli più economici e funzionali, destinati a un pubblico più ampio. Questo ha portato a una graduale democratizzazione del veicolo elettrico, che oggi non è più sinonimo esclusivo di lusso e ha costi decisamente ridotti.
Gli esperti prevedono che entro il 2030, l’opzione più conveniente per chi acquista una nuova auto sarà un veicolo elettrico. Con l’aumento dei prezzi del carburante e l’implementazione di politiche ambientali più stringenti, le auto elettriche diventeranno la scelta dominante anche per i costi. Il futuro sembra segnare una transizione globale verso una mobilità più economica, sostenibile e diffusa.
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