B1NARY – Episodio 2: F**k the system, the friendzone and the diet

Caro Simone,
innazittutto non sentirti sfortunato se molte persone vogliono vederti “solo” come un amico. L’amicizia è una condizione che spesso riteniamo superiore all’amore: l’amicizia è gratuita, prima o poi l’amore invece chiede sempre qualcosa in cambio. C’è nobiltà nell’amicizia e crediamo sia sempre bene premettere, quantomeno a se stessi, nel momento in cui si incontra una persona speciale o un’affinità elettiva, un obiettivo molto semplice: fare di tutto affinché nella peggiore delle ipotesi si possa diventare ottimi amici.

Detto questo, dobbiamo necessariamente condividere quella che probabilmente sembrerà una “unpopular opinion”: molto spesso siamo noi a crearci intorno una friendzone.
Ciò non vuol dire che l’altra persona non abbia responsabilità in merito, ma che buona parte del lavoro purtroppo la facciamo da soli.
Non comunicando.
Non palesando le nostre intenzioni.
Non accettando l’evidenza.
Perché, nel profondo, il rifiuto ci fa paura. Ed è normale. Nessuno ama essere respinto, o sentirsi inadeguato. A nessuno piace sentirsi dire no.

E quindi, per tornare alla tua domanda, come si esce dal loop della friendzone?
Esplicitando desideri e intenzioni. Subito.
Sì, lo sappiamo, “pare facile“. Ma in fondo lo è. La friendzone è un po’ la terra di nessuno. Un deserto arido dove non cresce assolutamente nulla se non il malessere di chi ci si trova. E prima ci tiriamo fuori da una brutta situazione, prima aumentiamo le probabilità di trovarne una preferibile e sana, caro Simone, che è quello che ti meriti.

L’idea di perdere un’amicizia potrebbe fare paura, ma siamo convinti che tu non voglia una “storia a metà”, o peggio ancora, una falsa amicizia. Perciò fatti forza ed esprimi tutte le tue sensazoni con chiarezza (il silenzio è un cattivo padrone), senza lasciare messaggi criptici o ambigui nella speranza di un comprensione (o appellandoti a una complicità) che forse l’altra persona non possiede.

Tira fuori tutto il coraggio che hai e diventa il padrone della tua storia, e siamo sicuri che prima o poi farai il tuo atterraggio in una lovezone!

Scenario: il/la partner manifesta aggressività, dissociazione e afasia come conseguenza di un regime di dieta ferrea.
A scopo di tutorial, vogliamo illustrare come disinnescare, con sangue freddo e praticità, il crescendo di psicosi, ricorrendo se necessario anche a soluzioni di emergenza:

Bene!
Fai
Come
Vuoi!
Fan**lo!
Gran
Babbeo!
Non
Hai
Yogurt
Biologici?
Hai
Insipidi
Ortaggi?
Niente
Junk
Food?
Infame!
Hai
Una
Jolla?
Yuhuuu
Grazie
Friend <3

Caro Federico,
tu rompi il circolo millenario di dipendenti che detestano i propri capi e per questo ti facciamo i nostri complimenti. Purtroppo a mescolare lavoro e sentimenti difficilmente si ottengono buoni risultati. Restiamo però dell’idea che ognuno debba inseguire la propria felicità, e magari la tua risiede al fianco della tua capa.
Dettò ciò, ti suggeriamo di agire con cautela e per preservare non solo te stesso e la tua felicità, ma anche il tuo futuro lavorativo.

Eppure, lo ammettiamo, ci sorge spontanea una domanda, o meglio un dubbio: cosa ci porta ad amare una persona che abusa di noi, sottoponendoci a pratiche umilianti e vessatorie come lavorare 13 ore al giorno?
Ci sovviene il sospetto, insomma, che tu stia inconsapevolemente vivendo (o che tu stia inconsapevolemente cercando) un rapporto dove interpretare serenamente il ruolo di slave – ci riesce altrimenti molto difficile comprendere e motivare l’infatuazione che hai per la tua boss, anche lei inconsapevole (chissà) mistress in un gioco di rapporti di forza che attualmente contempla ogni attributo del BDSM tranne il sesso, mancanza che il tuo spirito sta cercando evidentemente di compensare.
Non è che la tua sia semplice voglia di rivalsa sociale, più che sessuale?
Temiamo, e da un certo punto di vista speriamo, che tu voglia in realtà fo***re il boss come estensione del proto-capitalismo, come vendetta verso il sistema che ti (e ci) fo**e regolarmente ogni giorno, da anni, presumiamo almeno per una paga dignitosa.

Inutile dire che sul sesso tra colleghi la pensiamo esattamente come sul sesso tra coinquilini che poi è la stessa cosa del sesso tra cugini: non è certamente illegale, ma altamente sconsigliabile e in molti casi decisamente inappropriato.

E ricordati che è un difetto della pigrizia mentale innamorarci delle persone che ci gravitano attorno più spesso e per inerzia contingentale (non è un caso che la stragrande maggioranza dei tradimenti – anche se aborriamo questo termine – si consumi nell’intimità delle pareti di un ufficio o di un sala riunioni): ti suggeriamo perciò di ritagliarti qualche ora in più di tempo libero per allargare il tuo giro di conoscenze, magari entrando negli ambienti giusti per soddisfare le tue eventuali voglie di BDSM. E trovarci, te lo auguriamo, molta più soddisfazione carnale e ritorno dionisiaco. In bocca al latex!