B1NARY – Episodio 3: Leggere attentamente il foglietto illustrativo

Ma articoliamo meglio il pensiero: fosse per gli uomini, il sesso diventerebbe un accadimento scontato e quasi banale, come prendere il caffè. Nel bene o nel male, a torto o a ragione, per questioni biologiche o culturali, noi uomini saremmo capaci di rendere il sesso un’attività priva di reconditi significati simbolici, innocua e piacevole e spensierata come una birra tra amic* (ma non vogliamo lasciarci andare troppo all’immaginazione perché questi sogni ci fanno piangere.).

Ci dispiace dirlo, ma “esco da una storia complicata”, detto da una donna a un corteggiatore, suona come “appena sto più tranquilla con il lavoro ci prendiamo un caffè”, che vale come un “fino al 2 giugno sono un po’ impicciata, ma ti scrivo appena mi organizzo meglio”, che in sostanza significa “non mi piaci abbastanza per uscire con te” – in caso contrario, per una persona che le piace, una donna è pronta a lasciarsi alle spalle storie complicate, trova sempre il tempo per un caffè, ha l’agenda libera fino al 31 Dicembre.

E contando che si parla di una donna single, calcolando mediamente le offerte in tal senso che una donna può ricevere, immaginiamo fin troppo bene che alla nostra amica siano morti almeno 40 gatti solo nell’ultima settimana.

Insomma, volerla proteggere e accudire in questo momento difficile (che poi, da quanto dura?!) è una cosa molto tenera ma forse, in questo caso, è bene essere un po’ egoisti. Pensiamo quindi che, parafrasando le parole di una nota cantante, sia il momento di trovarne un’altra che problemi non ha.

Una regola semplice con diversi postulati di una certa rilevanza. Come tutti i superpoteri, anche questo comporta delle responsabilità, ed è proprio il nucleo concettuale su cui è incentrata la seconda strofa del nostro cantico: “Valuta però cosa vuoi sapere e cosa no, e ancor di più se è necessario che tu lo sappia, e se davvero tutte le domande che vuoi farmi meritano una risposta, e ne hanno bisogno.”

Qualche anno fa, come un fulmine a ciel sereno, ha iniziato a diffondersi il fenomeno della sincerità radicale. Quella cosa per cui dici tutto quello che pensi, quando lo pensi, come lo pensi.
E il principio non è totalmente sbagliato.
Immersi in una cultura che esalta l’apparenza e la formalità, abbiamo iniziato a reagire con brutalità, rivendicando il nostro diritto ad essere totalmente noi stessi in ogni momento. Ha un senso.

Però c’è un punto importante. La sincerità ti impone di dire la verità, e la verità può far male. Questo non significa incoraggiare la menzogna, ma una riflessione sulla legittimità, e funzionalità, della sincerità a ogni costo, senza ritrosie o dubbi. Vogliamo in questo senso dire che “condividere tutto”, come principio assoluto elevato al centro della dinamica di coppia da mantra un po’ superficiali, è per noi un errore fondamentale: anzi rivendichiamo, così come il diritto alla sincerità, anche l’inalienabile diritto alla privacy – ci sono idee, pensieri e azioni, ci sono insomma parole e cose che ci porteremo nella tomba senza averle mai confessate a nostra madre o alla nostra psicoterapeuta, e probabilmente, soli davanti allo specchio, neanche a noi stessi.

La sincerità è come un medicinale: fa bene ma prima va letto attentamente il foglietto illsutrativo.
Perché quando assunta o somministrata senza metodo, così come l’insulina, uccide allo stesso modo di un qualsiasi veleno.

E sappi che questa risposta è frutto dei nostri oltre 100 anni combinati di vita perché, se ci avessi fatto questa domanda all’apice dei nostri 20 anni, ti avremo detto che la sincerità è tutto e che senza non si va da nessuna parte. Oggi però ti diciamo che non esiste niente di più sopravvalutato. Essere sincer* aiuta davvero l’altro/a, oppure aiuta solo noi stessi? Se una volta sviscerate tutte le possibilità, e analizzata bene la situazione, sarai ancora convinto di dover dire/fare una determinata cosa, e soprattutto renderne conto, allora buttati con la consapevolezza che lo stesso trattamento, e giustamente, ti verrà riservato. Sii preparato alle conseguenze, e tutto andrà bene.

SUGGERIMENTO 1
Puoi rimuovere le macchie di vino dalla tavoglia – quella bella, che usi per il pranzo di Natale con i parenti – usando il dentifricio.
Ti basta spalmarlo in abbondanza sulla parte interessata, lasciarlo agire per qualche ora e poi lavorare il campo normalmente.
Funziona bene anche con altri capi ma non quelli delicati.
E usa un dentifricio normale, che quello sbiancante è troppo aggressivo.

SUGGERIMENTO 2
Qualsiasi pasto, anche il più scrauso, viene percepito come sofisticato se può contare su un contorno di hummus, guacamole, verdure crude e cracker integrali.
Tale principio è stato per la prima volta dimostrato dal dipartimento di Fisica dell’Università di Roma grazie ad alcuni dottorandi che volevano impressionare le tipe invitandole a cena pur essendo dei precari squattrinati.

SUGGERIMENTO 3
Stand out, be ridicolous, dance and become a leader: vale nella vita come in discoteca – la leadership è un attributo di chi non ha paura di rendersi ridicolo. Spesso è possibile attirarsi la curiosità e l’attenzione di un gruppo indeterminato di persone con sottili leve psicologiche, anche semplicemente vestendo in modo sgargiante, comportandosi in modo buffo, facendo o dicendo cose apparentemente prive di senso – esattamente come fanno le rockstar e il papa. La dinamica è facilmente riscontrabile nelle piste da ballo, che si popolano soltanto grazie all’eroico esempio di chi sfida uno spazio vuoto per riempirlo di carisma e goliardia, finendo per convincere una moltitudine inizialmente irretita dall’imbarazzo e dal giudizio. Nel caso specifico, raccomandiamo di dimenare abbondantemente gomiti e ginocchia – il cui movimento viene recepito con particolare facilità dall’occhio umano. Per ogni dettaglio tecnico rimandiamo all’illuminante video in allegato.

SUGGERIMENTO 4
Concludiamo con un consiglio generale che può essere applicato alla vita, alle relazioni, in casa, in cucina e al lavoro, in famiglia, per strada o quando sei da sola:

agitare bene prima dell’uso.