B1NARY – Episodio 6: Il tradimento è il McDonald dell’eros

Caro Andre,
secondo noi, quando si parla di coppia, bisogna prendere esempio e ispirarsi alle relazioni più salde, efficienti e proficue che abbiamo in Italia: le mafie.

Questo per dirti che il silenzio è d’oro e che, in amore come in criminalità organizzata, basta una parola sbagliata per far sparire un corpo – il tuo.

Goditi un po’ il senso di colpa lancinante che sta consumando la tua coscienza e rifletti sul sentimento di vergogna e rimorso che arriva regolarmente a pungerti il petto – se tu non li sentissi, forse avremmo un problema. Oppure una soluzione.

Proprio qualche settimana fa, a qualche potenziale kamikaze tuo pari, spiegavamo che
la sincerità è come un medicinale: fa bene ma prima va letto attentamente il foglietto illustrativo.

La sincerità è uno strumento che va usato con saggezza e tenendo conto delle controindicazioni. Supponiamo, caro Andre, che tu decida di confessare.
Cosa potrebbe succedere? Ecco i possibilie scenari:

• la vostra relazione finisce subito e male (vi lasciate);
• vi prendete la famigerata pausa di riflessione (e poi vi lasciate);
• lei fa finta di perdonarti, ma in realtà non ti perdona e poi si vendica (e poi vi lasciate);
• diventa l’occasione per confrontarvi e capire se c’è qualcosa che non va nel vostro rapporto oppure, se anche voi siete finalmente arrivati a scontrarvi con i limiti autoimposti della monogamia, cogliete l’opportunità per costuire un nuovo rapporto basato su nuove forme di intimità e complicità… ma chi vogliamo prendere in giro? Vi lasciate

Non ti diremo mai che siamo idealmente accaniti fan della non monogamia etica: ci limiteremo a dire che il tuo problema – e per estensione, il compromesso sessuale su base amorosa tipico delle coppie normative – si candida a diventare, ma forse lo è da sempre, l’ostacolo definitivo di un epoca, di una filosofia, di un modo di rapportarsi. Mettere sullo stesso piano e pretendere che amore e sesso abbiano le stesse regole per noi è una roba come i treni al vapore: una cosa idealmente romantica ma tecnicamente superata.

E, volendo elargire un’altra similitudine, potremmo dirti che l’amore è come un pasto gourmet con champagne e ostriche: nel sesso alcune volte abbiamo voglia di andare da McDonald.

Insomma, ci sembra che la tua sofferenza spirituale rappresenti una punizione già adeguata per essere andato da McDonald una sola volta. Anche perché è stata solo un volta, vero? Dicono tutti così. Buona digestione.

Caro Fabiola,
non capiamo cosa ci sia da vergognarsi: la voglia di esplorare e di sollazzarsi comodamente a casa è un tradizione millenaria che ha animato moltissimi condottieri, scienziati e pensatori economici e politici.

Questo perché tra le dinamiche più ramificate del sistema capitalista troviamo salda la voglia di sc***re (pratica e teorica, presunta o auspicabile) e anzi crediamo che ogni buona invenzione nel corso della storia umana sia nata con lo scopo evidente e nobile (non ce ne viene in mente uno più nobile) di darsi e dare piacere. Basta guardasi alle spalle, le prove sono ovunque.

Le pitture rupestri? Porno per cavernicoli mezzi nudi. La scrittura? Porno con le vignette per cavernicoli mezzi nudi e sofisticazioni artistiche. La metallurgia? Oro, argento e gioielli per impressionare le squinzie. L’elettricità? Tutti quei dildo non si sarebbero alimentati da soli. Il telefono? E come altrimenti avrebbe fatto Meucci a sussurrare porcherie alla sua mistress berlinese?

Insomma, crediamo sia il momento che anche tu aggiunga il tuo personale contributo a questa continua e imperitura ricerca di piacere. Se il corpo è il nostro tempio, bisogna trovare regolarmente l’entusiasmo, la dedizione e lo slancio di ritirarci da soli a pregare – se proprio vogliamo chiamarlo così.

Ma da dove cominciare? Ti diremo quello che direbbe Timmy Turner di fronte a qualsiasi domanda scomoda: Uh, internet!
Sfrutta le magiche potenzialità dell’etere per evitare l’imbarazzo di uscire da un negozio con in mano una scatola dalla forma fallica. Esplora i tanti, tantissimi siti a disposizione per assaporare gli altrettanti giochi per adulti che possono dare tante soddisfazioni.

E tu dirai, ok… ma cosa compro? Il nostro suggerimento è di partire con qualcosa di soft. E soft in questo caso è un vibratore.
“Quale” in realtà è una scelta piuttosto personale. Noi, ad esempio, abbiamo un debole per il Poco di Mystery Vibe perché è compatto e tecnologico ma anche MySecretCase ha una bella selezione di prodotti.
E niente panico: la prima regola per tutti coloro che vendono sex toys in rete è “rispettare la privacy”. Quindi tutti questi pacchetti sono super anonimi, così il tuo esperimento può rimanere segreto.

Cara Adele,
potremmo dilungarci molto e spiegarti nel dettaglio cosa non ci convince di questa storia ma, per una volta, vorremmo esordire con un consiglio molto schietto:

Divertiti.
O meglio, divertitevi. Fate sesso. Godetevi le scintille, il fuoco e la passione.
E poi chiudi.

Confusa? E va bene, spiegazione lunga sia!
Ti immaginiamo, anzi ne siamo sicuri: tu sei una ragazza intelligente e sensibile. Che osserva e vive il mondo. Che coltiva il suo universo emotivo con libri, romanzi, film e canzoni. Una ragazza abituata a frequentare i luoghi d’arte, quelli fisici, come le mostre, e quelli concettuali, come l’amore e l’eros. Che tu sia insomma una ragazza con la testa infarcita di luccicanti ed emerite str***te.

La vita ispira l’arte ma è vero anche il contrario. E qual è spesso la ricetta fondamentale di qualsiasi storia o narrazione avvicente? Il conflitto. No challenge, no story: è la regola aurea di ogni corso di scrittura creativa. Immagina un film dove le cose partono bene, i protagonisti prendono tutte le decisioni giuste, non succede niente di brutto e le cose continuano nella loro irritante, scontate, benefica inerzia: immaginalo tu perché noi ci siamo già addormentati.

E perciò, in diecimila romanzi, in ventimila film, in due milioni di canzoni, l’amore e il sesso sono stati dipinti con uno storytelling zeppo di sofferenza, conquiste, rinunce, lotte, inseguimenti, scontri, incomprensioni, distanze, differenze e analoghi e altrimenti indigesti scassamenti dell’anima che la gente ama vedere perché probabilmente è meschina e si diverte con le disavventure degli altri.

Questo per dire che siamo istintivamente portati a dare valore alla complessità, e troviamo nobile la difficoltà, e sacro l’impegno, perché dalla Bibbia ai romanzi rosa ci hanno riempito la testa di un sacco di fregnacce sul sacrificio, la dedizione e la Causa Suprema (che come un franchising è un concetto con applicazioni variabili a seconda della geografia e della nazionalità.)

A noi piacciono le cose semplici. Semplice è bello, semplice è sano, semplice è semplice.
E questo ci riporta al semplice consiglio iniziale: parla con questo bel tossichello, sbattitelo un altro paio di volte, e poi accannalo. Semplice. Un abbraccio.